QUATTRO

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Quella sera non riuscii a dormire.
Avevo troppi pensieri per la testa.
Ci sono altri ragazzi come me?
Il Futi com'è?
Per quanto dovremo stare qua?
Tutte domande a cui non avevo risposta.
Arrivarono le 7 del mattino e iniziai a prepararmi.
Dentro al mio armadio c'erano solo vestiti bianchi e mi chiesi come avrei fatto in caso mi cambiassero colore, ma quello passó in secondo piano.
Nonostante fossimo in una mezza gabbia dentro all'armadio c'erano marchi a me molto conosciuti.
Optai per un paio di vans, dei jeans e una maglietta, ovviamente tutto bianco.
Presi anche lo zaino che trovai lì dentro e mi diressi verso la cucina.
Mio zio molto probabilmente era a lavorare, quindi cercai qualcosa da mangiare.
Notai che non ci fossero cereali e neanche il latte, quindi optai per del succo e una merendina.
Mi avviai verso la porta, la aprii ed andai nel corridoio.
Vidi che alla fine di esso c'era un ascensore.
Lo chiamai e aspettai che arrivasse.
Arrivai al piano numero sei e appena le porte si aprirono vidi un cambiamento drastico dei colori.
I muri da grigi erano diventati verde acqua,
mentre le porte erano tutte verdi chiaro.
Arrivó un signore non molto aggraziato che mi disse di dirigermi nella classe 3F.
Arrivai difronte ad essa e bussai.
Appena aprii la porta davanti a me si presentó un trambusto enorme.
Gente che urlava, gente che si baciava, di tutto.
Peró appena entrai caló il silenzio.
Nessuno osava fiatare.
Nessuno osava muoversi, se non era per dirigersi al loro posto.
Mi sbalordii nel vedere solo altre due ragazze.
Era una classe abbastanza numerosa ed erano tutti più grandi di me.
Tutti erano vestiti o di bianco o di blu, tranne uno che mi saltó subito all'occhio.
Lui era vestito di rosso.
La professoressa mi chiese come mi chiamassi e risposi semplicemente Melissa.
Mi disse di prendere posto e che le lezioni sarebbero cominciate tra una mezz'ora circa.
Girando per la classe notai che l'unico posto libero era quello vicino al ragazzo vestito di rosso.
Mi misi a sedere di fianco a lui, che mi scoccó un occhiataccia, come a dire che cosa stessi facendo.
-Che cazzo fai?- mi disse in modo molto scortese.
-Mi siedo?- risposi io con finta ovvietà.
Lui si giró dall'altra parte e continuó a parlare con altre persone.
Tirai fuori il mio libro preferito, cime tempestose ed incominciai a leggere.
Dopo una mezz'oretta la campanella suonó e tutti si misero a sedere.
-Bene ragazzi, oggi abbiamo una nuova compagna di classe, vieni Melissa, prego.-
Tutti gli occhi erano puntati su di me, come se nessuno prima mi avesse notata.
Mi alzai e andai verso l'insegnante.
-Presentati prego- mi disse.
-B-beh, ciao a tutti io sono Melissa e ho 16 anni.- dopo un paio di secondi la professoressa capii che non avevo più niente da dire e quindi mi mandó al posto.
-Bene ragazzi, tirare fuori il libro di Storia, oggi parleremo della Rivoluzione Industriale...-
Capii che la lezione fosse iniziata e dato che non avevo ancora ricevuto i libri chiesi al mio nuovo compagno di banco di leggere insieme.
Lui mi guardó con una faccia strafottente e mise il libro al centro del banco.
Sarebbero state 6 ore terribili.

TIRTANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora