quella sera di fine settembre,
era la seconda volta che
ci vedevamo,
la volta prima mi avevi assicurato
che ci sarebbero state uscite migliori
e non ci avevo creduto perché io sono così
pensavo che avresti potuto trovare di meglio
e invece no, eravamo là, di nuovo a camminare
l'uno affianco all'altro
e ricordo che mi sei sembrato assai diverso
ho avuto quasi paura del fatto che fossimo troppo estranei, troppo diversi
tu coi tuoi fatti ed io con le mie lacune
sembravamo proprio strani quel giorno
io sembravo quasi una di quelle che nei posti occupati non ci sarebbe mai entrata
e tu un musicista tutto semplice
io tutta perfetta, io come quella che non sbaglia mai
tu quello che si lascia agli istinti, che serio non è
e chi ci vedeva
pensava "ma quelli insieme cosa devono combinare"
e quella sera mi portasti in una libreria
quella che mi piace tanto, dietro casa mia
guardai i libri d'arte
Dalì, Monet, Rousseau, Klimt, Van Gogh
e i libri di poesie
da Prévert a Baudelaire
e tu dietro di me,
con le stesse passioni, affascinati dal bello
e mi parlasti del tuo libro preferito che sto leggendo ora ed ti dissi che invece io,
uno preferito non ce l'ho
e poi presi un libro, era di Calvino ricordo bene
lessi la trama e ad un certo punto
con un movimento che mi sembra tutt'ora essere stato calcolato, quasi perfetto
con fare delicato mi baciasti il collo
ed io ho sorriso come una bambina
ero felice anche se ero piena di dubbi, che
addirittura pensai
che non eravamo fatti l'una per l'altro
e forse a guardarci oggi
penserei lo stesso
ma non è detto mica
che non ci si può completare imperfettamente.