Clary si ritrovò nuovamente fuori il grande cancello di quel manicomio.
Lo attraversò, sospirando.
Sapeva che far nascere quella bambina sarebbe stata una disgrazia, il marito l'avrebbe odiata, perché desiderava una maschio.
Ma si sa, non tutto va come si vuole nella vita.
Appena bussò, il solito uomo aprì la porta, che la salutò sorpreso di vederla lì. Di solito tutti quelli che lavoravano in quel posto sapevano quando uno di quella famiglia si presentasse per mettere al mondo un bambino. Quella volta andò diversamente, solo perché non tutti sapevano la verità.
Clary preferiva non pensare al fatto di star sbagliando, che prima o poi avrebbe dovuto abbandonare quella piccola creatura, ma non c'era nulla da fare.
Era pazza, non lo negava a se stessa, ma agli altri si.
Attraversò per l'ennesima volta quel corridoio, sentì ancora tutte quelle urla, tra richieste di aiuto, frasi senza senso, gente che sbatteva la testa sulla porta fino a fracassarsi il cranio.
Ma c'era abituata, in fondo l'ha fatto anche lei.
Quando i soliti medici la videro, la guardarono stupiti. Non se l'aspettavano, come nessuno.
«È una femmina?» lei annuì. Nessuno disse niente per alcuni minuti, poi la portarono in "sala". Era semplicemente il posto dove toglievano gli organi buoni ai pazienti morti.Non sentì dolore, lo faceva tutti i giorni, c'era abituata. Per lei fu come ricevere del solletico.
Quando le posarono la bimba tra le braccia, dovette cacciare via dalla testa l'immagine della piccola piena di sangue, per evitare di farle del male.
Per ora l'avrebbe potuta camuffare, poi, una volta che il cambiamento sarebbe stato più evidente, l'avrebbe uccisa. L'abbandono non le sembrava la scelta più giusta, pensò di fare quello che le riusciva meglio. Tanto prima o poi tutti moriremo, chi presto, chi tardi.
Non amava la figlia, forse, ma le voleva quel poco di bene da farle godere almeno quei primi anni di vita. Lei non era il frutto di un forte amore, era soltanto il desiderio di un uomo.
Quando uscì dal manicomio, si girò verso la porta di ferro, e sorrise.
Non sarebbe più tornata lì dentro, voleva chiudere per sempre con quel posto, sapendo che però il legame con quell'edificio non si sarebbe mai potuto spezzare.
Mentre percorreva la strada per tornare a casa, guardò la bambina.
La sua innocenza la fece quasi sentire in colpa per quello che avrebbe dovuto farle.
STAI LEGGENDO
The end of the generation
HorrorUn manicomio. Uno scantinato. Un segreto. Lei fu l'ultima. Storia in collaborazione con @Giuly_46_