Parte 1.

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- Chan, potresti parlare in modo più comprensibile? -

- Non poho! Ho mangiando...-

Kai sbuffò sonoramente dall'altro capo del telefono.

- Muoviti, ci vediamo fra un paio d'ore -

- Herto! -

- Mi raccomando, non perdere l'aereo -

Non appena il ragazzo attaccò, Chanyeol affondò di nuovo la faccia nell'enorme panino che aveva comprato poco prima. 

"Uhm...Vediamo...Quale cavolo è il volo che devo prendere?"

Prese il biglietto acquistato su internet e tentò di racimolare qualche informazione, ma tutte quelle sigle e quei numeri erano per lui incomprensibili. 

"Be', me la caverò!"

Riprese a camminare velocemente con il trolley alla mano, mentre con l'altra teneva saldamente il panino.

Chanyeol notò una ragazza in divisa e le si avvicinò con passo titubante. La ragazza era bassa e sembrava fin troppo giovane per lavorare già lì; i capelli biondi erano raccolti in una coda di cavallo, mentre la frangetta era tenuta ferma da un paio di mollette azzurre. 

- Hello! -

"Diamine, non credo proprio che questa ragazza sappia parlare il coreano...Magari sa un po' di giapponese"

Si grattò il capo imbarazzato, in quel momento ricordò che non pronunciava una parola di giapponese da un secolo. 

- E-ehm...Do you... Com'è che si dice?! -

Sua madre gli aveva sempre rinfacciato il suo poco interesse verso l'inglese, ma non poteva farci niente: era negato per quella lingua. 

La ragazza continuava a fissarlo sbigottita, come se non avesse mai visto un coreano spilungone incapace di parlare inglese, con un hot dog in mano e un trolley rosa. Le sue piccole labbra ricoperte di un rossetto rosa acceso si schiusero in un sorriso e mostrarono una fila di denti bianchi e dritti; la ragazza si coprì la bocca prima di scoppiare in una fragorosa risata. Le gote di Chanyeol si dipinsero di un forte rosso. 

Stava per sgattaiolare via imbarazzato, quando una voce impertinente parlò alle sue spalle. 

- Allora, ti muovi o no? -

Chanyeol si voltò interdetto, ma si trovò di fronte un ragazzo che aveva più o meno la sua stessa età, era molto più basso di lui e sembrava davvero alterato; stava per lanciargli una dura offesa ma, prima che le parole lasciassero la sua bocca, realizzò che anche lui parlava coreano.

- Ah! Questo è un miracolo! -

Afferrò l'altro per le spalle e cominciò a scuoterlo violentemente con occhi luminosi, poi gli mostrò il biglietto.

- Dimmi che ci capisci qualcosa, ti prego! -

Il ragazzo sbuffò infastidito e alzò gli occhi al cielo. 

- "Cosa ci fa un coreano che non sa l'inglese in America?" Sembra l'inizio di una barzelletta -

Si avvicinò alla ragazza bionda e le fece una domanda, lei gli indicò una porta girevole di vetro. Egli si avviò trascinando dietro di sé un'enorme valigia blu. 

- Ehi, ehi! Aspetta! Devi aiutarmi! -

L'altro rispose senza neanche voltarsi. 

- È scritto da qualche parte? -

- Non fare tanto il saputello! E poi in America si parla l'americano, non l'inglese! -

- Grazie per l'illuminazione -

Kai, ho perso l'aereo! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora