CAP. 2

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'E allora? '
'E allora cosa Jess?'
'Cosa me lo dovresti dire tu, non sono io che ci ho slinguazzato'
Mi stavo innervosendo.
'Permettimi di correggerti, innanzitutto è stato lui a volerlo e in secondo piano non è stato un vero e proprio bacio'
Sapevo benissimo che lo era stato.
'AH..E cosa è stato uno di quegli scontri in cui ACCIDENTALMENTE le labbra si scontrano e poi uno dei due chiede scusa imbarazzato? Ahahah certo..magari anche  rosso di vergogna.
Allora scusa non avrei mai voluto fraintedere'
La odiavo, spensi il telefono.
Mi misi a pensare.
Sua moglie, quel sorriso, le sue figlie, le mani sulle mie guancie, 27 anni, le sue labbra, sposato, il bacio, tre figlie, il telefono squillava, vibrava, lui, uno squillo, non era un vero bacio, due squilli, ti prego no, tre squilli, lo volevo, quattro squilli, no.
Presi il telefono, 《CHE C'È?》urlai.
Il respiro dall'altra parte della cornetta di spezzò di colpo.
Mi accigliai, ma con chi stavo parlando mi chiesi, girai il telefono, lo rigirai, lo guardai di nuovo avevo letto bene..Amadeus.
Mi tappai la bocca per soffocare la mia risata nervosa, feci qualche respiro e mi calmai, 《Pronto Miley ci sei?》, riguardai il telefono, ero nervosa, felice, ma troppo nervosa.
《Sì?》, 《Beh ti ho chiamato per sapere se avevi dato quelle carte che ti ho lasciato a Daria ecco solo che erano molto importanti.》; certo pensai, le carte, 《si si gliele ho date》, rimanemmo in linea entrambi senza dire una parola, quel filo di imbarazzo era talmente spesso tanto da poterlo toccare.
Il mio respiro, il suo respiro, la mia sgranchita di gola, fissai la scrivania 《Senti Miley..》, o no, cosa voleva dire?, il cuore accellerò di nuovo, deglutii, la sua voce era roca, più roca del solito, stile romanzo americano, più preoccupata e titubante del solito《si?》, socchiusi gli occhi, trattenni il respiro, ma cosa facevo? Ci stavo solo parlando al telefono.
《Beh vedi riguardo ad oggi》, lo sapevo, è solo una chiamata mi ripetevo, 《riguardo ad oggi credo sia il caso di dirt...》l'ansia mi assalì, bussarano alla porta, Bam Bam, il mio cuore morì, lasciai cadere il telefono,  e urlai 《Avanti》.
Mio padre, caspita.
Quell'uomo era incredibile, sempre a fare gli affari suoi ma sempre presente nei momenti meno opportuni, 《apparecchia》, richiuse la porta.
Scioccata, riafferrai il telefono, troppo tardi maledizione aveva attaccato.
Restai per qualche istante a guardare lo specchio, la mia immagine su sopra riflessa, era talmente diversa dalla sua.
Continuai a fissarmi, io capelli ricci e lunghi, lui liscio con capelli tirati indietro,  io tette grandi lui niente tette, sorriso che fa cagare,  sorriso splendido per non dimenticare quelle fossette.
Sarei potuta stare ore ad elencare le nostre differenze.
Io bassa, lui alto, io chiara, lui scuro, io fiacca, lui forte, dettaglio che lo si poteva notare dalle numerovoli volte in cui mi aveva aiutata a sistemare quei grandi registri sopra l'armadio.
Uscì dalla camera, fui avvolta da un odore di fritto, la frittura di mia nonna, e la sua voce che parlava in dialetto abbruzzese, entrai in cucina, lo sguardo tagliente di mia nonna di una che stava friggendo da 2 ore e  alle 20.00 di sera nessuno aveva apparecchiato la tavola.
《Eccola, sempre in camera c'hai da parlá col moroso?》
《No nonna ma che moroso》
《MHHH abbàdene è abbàdene》 presi le forchette e le posai sul tavolo.
Dovevo aspettare lunedì.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 25, 2017 ⏰

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