Capitolo 1. Nuovi inizi

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Ai lati delle strade erano ammassate foglie rosse e gialle e gli alberi stavano diventando sempre più spogli. In un primo pomeriggio di fine Ottobre, l'aria profumava di cannella e di fumo dei primi camini che venivano accesi per riscaldare le case. Le macchine scivolavano via sull'asfalto, in quell'andirivieni quotidiano della città. Alex camminava a testa bassa, immersa nei sui mille ed uno pensieri, spostando con in piedi quei mucchi rossastri di foglie caduche. Stava tornando dall'università, dove non aveva voglia di trascorrere anche il pomeriggio. Il cielo nuvoloso e quella leggera brezza fredda le avevano improvvisamente fatto venir voglia di tornare a casa e starsene un po' da sola.

Varcata la soglia di casa, appoggiò il cappotto sul divano e andò in cucina per prepararsi un tè. Prese il telefono per vedere se qualcuno l'avesse cercata ma non trovò nessuna notifica. Quando il tè fu pronto, prese una tazza, lo versò dentro e si andò a sedere sul divano. La lezione di quella mattina era stata particolarmente stressante perché i ragazzi non la smettevano di fare brusio e di tempestarla di domande. Adesso, lì a casa, avvolta dal silenzio, ritrovò la pace e la calma che aveva perso in quelle due ore di Geometria Algebrica. Il professor Robbins quell'anno avrebbe dovuto tenere due corsi: Geometria Algebrica e Geometria Differenziale, e aveva chiesto ad Alex di dargli una mano per il primo dei due corsi. Lei accettò senza protestare, ma non capì perché non potesse continuare a tenere il corso dello scorso anno, anche perché, doveva ammetterlo, le piaceva di più di quello nuovo. Il tè stava sciogliendo quella sensazione di gelo che provava in quella giornata e senza nemmeno accorgersene si addormentò. A svegliarla fu il telefono. Sua madre Diane la stava chiamando. Durante l'estate aveva deciso di riallacciare i rapporti con la madre, o meglio, cercare di riconquistare un rapporto con lei. Si sentivano poco e quando lo facevano non si parlavano più di tanto, ma almeno, il fatto di chiamarsi una volta a settimana e non una ogni sei mesi, era già un passo avanti. Così Alex decise di rispondere, nonostante fosse mezza addormentata.

"Ciao mamma. Si si, tutto bene, oggi sono stata all'università. Sì, bel corso, ma parlano troppo. Tu come stai? Tutto bene? Ottimo, se vuoi vengo a trovarti questo fine settimana. Va bene? Okay dai, ci sentiamo, ciao" e riattaccò.

Era già sera. Non aveva fatto nulla tutto il giorno e quindi non aveva fame. Andò in camera, prese le cose per cambiarsi ed entrò in bagno per farsi la doccia. Quando uscì, le arrivò subito una ventata d'aria fredda per la differente temperatura tra il bagno e il salotto. Si sedette su una sedia e prese in mano il libro che stava leggendo e fu in quel momento che cadde un biglietto. Lo raccolse e lo aprì. Un sorriso le si stampò subito sul viso.

"Amore mio,

non so quando leggerai questa lettera perché in questi giorni sei sommersa dai libri per preparare il nuovo corso del professor Robbins (no, non ho ancora deciso se lo seguirò e smettila di mettermi fretta) e non so quanto tempo avrai per dedicarti alla tua amata lettura, ma senza di me che ti giro continuamente intorno, so che riuscirai a ricavarti il tempo per leggere.

In questi cinque mesi abbiamo avuto modo di conoscerci di più, di avere quella quotidianità che non pensavamo di poter avere, quel vivere insieme che ci era sembrato così improbabile. Sono contenta che quest'estate tu abbia deciso di recuperare il rapporto con Diane, perché alla fine, tu sei la sua famiglia, nonostante tutto quello che è successo tra di voi. Tu sei la sua roccia e non smetterò mai di ripetertelo.

Spero che tu abbia messo la giacca sull'appendiabiti quando sei tornata a casa e che non l'abbia lasciata sul divano, che lo sai che non lo sopporto, ma immagino che adesso starai ridendo guardando la giacca proprio accanto a te. Sul divano. Mamma mia, cosa dovrò mai fare con te? E pensa che ancora non abitiamo insieme 24 ore su 24...pensa quando saremo nelle stessa casa per tutttttttto il tempo. Allora sì mi divertirò a nasconderti le cose, così imparerai a metterle dove devono stare! Se vuoi fare un salto a casa mia in questi giorni sentiti libera, così fai un po' di compagnia a Red perché non sappiamo ancora che fine abbia fatto la nuova coinquilina. Se devo essere sincera non ho ancora ben capito come si chiami (un mezzo nome greco... Calliope? Sì, mi sembra Calliope). L'abbiamo vista solo una volta dopo che Norma se ne è andata, poi è praticamente scomparsa. Stavo dicendo, vai a fare due chiacchiere con Red, mentre io e Nicky siamo via. Il rischio è di mettere su qualche chilo, visto che Red continuerà a far dolci in caso arrivi l'altra, e perché non accetta un no alle sue domande, ma non ti preoccupare, quando torno, ti aiuterò io a buttarli giù. In svariati modi.

Alex, mi mancherà il tuo profumo in questi giorni, insieme a quello del tè e della carta stampata che di solito mi invadono ogni volta che entro in casa tua.

Torno presto,

tua P."

Alex finì di leggere. Piper se l'era immaginato che non avrebbe messo il cappotto sull'appendiabiti una volta rientrata. Sì, Alex si era messa a ridere quando aveva letto quella riga.

Piper.

Piper che era da lei praticamente ogni giorno, anche solo per un saluto, un sorriso, un bacio.

Piper che a volte arrivava la mattina presto, prima di andare a lezione, si intrufolava nel suo letto e rimaneva abbracciata a lei fino a che la sveglia non suonava. Una volta Alex si era svegliata prima del tempo e si era trovata avvolta nella sua stretta.

"Ma quando sei arrivata?", le aveva chiesto.

"Non me ne sono mai andata. Non me ne vado mai", e Piper l'aveva baciata.

Piper non se ne andava mai. Anche adesso se si guardava intorno, nella stanza, poteva quasi vederla mentre le parlava, mentre gesticolava per farsi capire meglio, mentre lavava i piatti, mentre si rovesciava addosso la farina per preparare dei pancakes, mentre si concentrava per capire una dimostrazione. Adorava guardarla studiare.

Piper che era partita due giorni prima con Merida e Nicky per seguire dei seminari in un'altra università: Merida per Astrofisica, Piper per Advanced Geometry e Nicky per Advanced Analisys. Ad Alex era sembrato strano che Piper non le avesse dato nemmeno mezzo biglietto quando se n'era andata, perché le lasciava scritti biglietti per qualsiasi cosa, per delle frasi dolci, per ricordarle di prendere il pane o per dirle che la deve smettere di lavare i bianchi insieme ai colorati. "Non voglio rischiare ogni volta che le mie mutande diventino rosa perché le lavi con le tue maglie rosse o azzurrine quando le lavi con i jeans!", ed Alex non la smetteva di ridere. Aveva una scatola di latta, in camera, dentro al cassetto, dove teneva tutti quei biglietti e ogni tanto, quando Piper non c'era, se li andava a rileggere.

Prese il telefono e scrisse un messaggio a Piper.

"La giacca l'ho messa sul divano"

Dopo poco arrivò la risposta.

"Non avevo dubbi".

Sorrise.

Chiamò Red, le chiese se Calliope si fosse fatta viva.

"No, nessuna notizia di quella"

"Capisco. Cosa dici se passo fare due chiacchiere tra una decina di minuti?"

"Ho giusto giusto appena sfornato un plumcake. Ti aspetto", e riattaccarono.

Red dovrebbe mettere su una pasticceria, altro che studiare giurisprudenza, pensò.

Si incamminò. Le luci dei lampioni erano ormai accese. La brezza si era fatta un po' meno fredda della mattina.

Era iniziato un altro anno accademico.

Chissà cosa le avrebberiservato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 22, 2021 ⏰

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