14.

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Le mie braccia avvolgevano la sua vita in una stretta salda a prova di qualsiasi sua accellerazione improvvisa, l'idea di finire spiaccicata contro un muro non mi garbava per niente, specialmente se ripensavo che quella era quasi una consuetudine di tutti gli inverni.
"Quanto manca?" Chiesi all'ennesima curva a gomito presa senza frenare un pochino.
"Poco, guardati il panorama."
"Dopo aspetti che ti scenda per bene, con te fatto in moto non ci vengo."
"Stai tranquilla, non ci stampiamo."
"Sì, ma in ogni caso..."
"Che pressa che sei!"
"Vorrei vedere te in una situazione simile."
Lo sentii sbuffare e non degnarmi neanche di una risposta.
Spostai lo sguardo sul panorama che avevo davanti : più continuavamo a salire, più gli alberi e il freddo aumentava.
Ai bordi delle strade si riusciva a vedere ancora un po' di neve risalente alla nevicata della settimana prima.
L'unico fattore positivo di trovarmi in moto con lui, era che riuscivo a percepire benissimo il suo profumo maschile.
Non era di quelli molto forti, ma nello stesso modo nemmeno di quelli neutri.
Non puzza come i suoi coetanei, pensai non appena fui a contatto con lui.
Dopo una buona mezz'ora lo sentii accostare, per poi farmi scendere dal motorino e lasciarlo lì.
"Andiamo?" Domandò mettendo le chiavi del motorino in tasca.
"Dove?" Chiesi a mia volta, guardandomi attorno.
Alberi, nient'altro che alberi.
"Seguimi."
Annuii e iniziai a seguirlo di pari passo.
Si fece strada lungo il sentiero fino a quando non trovò un tavolo da pic-nic, dove si sedette e tirò fuori le sue cose.
"Tieni." Disse porgendomi il mio spinello, con anche l'accendino insieme.
Mi sedetti a gambe incrociate e mi accesi la canna, per poi ridargli il suo accendino.
L'odore dell'erba si fece strada lungo le mie narici, facendomi inspirare con forza.
Amavo quell'odore.
"Sai cosa mi é successa la prima volta che ho fumato con una ragazza?" Chiese, girandosi verso di me.
"No... Che cosa?"
"Praticamente stavo sotto a questa qua da tipo due mesi e quella volta volevo farla fumare con me, così decisi di portarla al campetto, dove credevo non ci fosse nessuno.
Arriviamo lì, ce la accendiamo e sbuca fuori il padre di questa qua, sbirro in carriera.
Non ti dico che corsa che ho fatto, madonna, Bolt in confronto non é un cazzo di nessuno... Mai più con la figlia di uno sbirro." Spiegò ridendo verso l'ultima frase.
"Oddio, mamma mia." Risi anche io, non tanto per la storia ma per le facce che aveva fatto mentre la raccontava.
"A me non é mai successo niente di simile, solo una volta mi sono presa malissimo per gli sbirri in stazione."
"All'occhio, se ti fai vedere agitata é anche peggio, vacci tranquilla."
"Sì, sì."
"Che scuola hai detto che fai?"
"Economico, sono al quinto anno."
"Quindi tra poco finisci."
"Se tutto va bene, sì."
"Tu?"
"Lavoro qua e là, ho lasciato scuola anni fa ormai."
"Non ti trovavi bene?"
"In tre mesi sono riuscito a farmi sospendere, poi ho capito che non faceva per me... Un giorno sfonderò nella musica, ne sono certo."
"Ce la farai, vedrai."
"Dici così perché ti ho detto di Marra." Rise.
"Ma no! Lo dico anche per te, scemo!"
"Comunque Marra appena posso te lo faccio conoscere, devo solo stressare un po' Ghali."
"In che senso?"
"Lui registra da Gué, metti caso che riesco a farci dare due pass per la data dei Dogo a Milano..."
"Cazzo, sarebbe una figata!"
"Dammi un po' di tempo, vedrai che ci riesco... Almeno ora ho qualcuno con cui andarci."
"Idem, é meglio andare in due ai concerti."
"Mi passi l'accendino? Si é spenta." Chiesi poco dopo.
"Tieni."
"Comunque, stavo pensando... Se sei della Barona, sicuramente hai già visto Marra, no?"
"Ogni tanto sì, lo vedevo... Ultimamente non l'ho più visto."
"Non lo hai mai fermato?"
"Un paio di volte sì, ma poi non mi andava di rompergli i coglioni."
"Mh, secondo me avresti potuto fermarlo.."
"Boh, sì... Ma metti caso che mi fa una scenata... Preferisco evitare."
"Non mi sembra il tipo, dai."
"Boh, mai dire mai... Tu sei di Cinisello?"
"Oh yes, Ciny beach."
"Anche la tua amica ascolta Marra?"
"Mmmh no, non le piace il genere."
"Ah, peccato.
E il suo tipo? Chi é?"
"Uno di Corsico, si chiama Matteo."
"Quando si lasciano? Cazzo, voglio provarci."
"Appena si mollano te lo dico."
"Madonna, é troppo figa."
"Eh dai, non é male."
"Comunque cosa ci sta a fare con uno di Corsico? Dai, sono insopportabili."
"Ma cosa ne sai?" Chiesi ridendo della smorfia che aveva fatto pronunciando  quella frase.
"Ne conosco qualcuno."
"Vabbé, non é che sono tutti uguali." Dissi sbuffando il fumo.
"Sai fare i grattini?" Chiese indicando le mie unghie fatte da pochi giorni.
"Eh?"
"I grattini, dai."
"Ah, sì, certo."
"Bene." Disse avvicinandosi verso di me.
Rimasi a vedere cosa voleva fare con la canna tra le mani, cercando di capire se stesse scherzando o cosa.
Lo vidi appoggiarsi con la schiena al tavolo dove ero seduta a gambe incrociate, per poi appoggiare la testa sulle mie cosce.
"Ora mi fai i grattini." Disse solamente, per poi sorridere beffardo.
"Ma sei serio?" Chiesi ridendo.
"Perché non dovrei."
"Non ti facevo un tipo così."
"Le apparenze ingannano, Bea."
Avvicinai la mano ai suoi capelli per poi iniziare a fargli i tanto amati grattini, finendo la mia canna.
"Ecco, così." Disse per poi chiudere gli occhi.
"Neanche la mia ex me li faceva così."
"Mh, bene."
"Diventerai la mia grattinitrice di fiducia."
"Basta crederci." Risposi ridendo.
"Ricordati che ti porto da Marra."
"Allora scusa." Risi ancora.
"No dai, sul serio... Ti immagini se ora mi chiama Gué a registrare da lui?"
"Madonna, che bello sarebbe?"
"Un giorno mi prenderò tutto, te lo prometto."
"Ce la devi fare."
"Già, già... Ma dimmi una cosa."
"Cosa?"
"Tu e Mirko... State insieme?"
"Ancora? Ti ho detto di no." Risposi ridendo poco dopo.
Sapevo che per il contesto potevo anche evitarlo, ma mi facevano ridere le sue espressioni e il suo modo di gesticolare.
"Non vi piacete o altro?"
"No, almeno da parte mia non ci sono sentimenti. Perché?"
"Non lo so, pur essendo ubriaco mi sono accorto che ti teneva gli occhi addosso."
"Quello penso perché dato che ero brilla, avrà avuto paura che facessi qualche casino... É protettivo, lo sai."
"Sarà."
"Vabbé dai, andiamo a mangiare qualcosa?"
"Va bene." Risposi guardandolo.
"Okay, ora mi alzo."
Si alzò dalle mie cosce e scese dal tavolo, per poi aspettare che lo facessi anche io ed incamminarsi verso il motorino.
Una volta lì, tirò fuori due merendine e me ne porse una, per poi aprirla facendo esplodere l'involucro di plastica.
Lo vidi ridere come un bambino e addentare il suo dolce, per poi guardarmi e ridere.
Pensai che dovesse essere molto divertente andare in giro con lui, sia per le cagate che sparava che per come era lui in generale.
"La cosa bella é che non capisco se sei scemo in senso buono o se lo fai solo ora."
"Chissà." Disse scrollando le spalle.
"Le persone cambiano da così a così a seconda di chi hanno davanti."
"Mamma mia che perle di saggezza."
"Potrei scriverci un libro."
"Mi sembra giusto."
"Dai, sali che ti riporto a casa."
"Di già?"
"Prima facciamo un giro a Cinisello, dopo ti riporto a casa." Specificò.
"Okay, okay."

É il primo capitolo 'normale', vi piacciono così o preferite quelli a messaggi?
In ogni caso spero vi sia piaciuto, al prossimo capitolo💓

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