La bambina volgare.

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"Ahi! Fa malissimo porca puttana.Ci vada piano, brutto stronzo."

"Hei ragazzina, calmina.Non ti agitare,se ti rilassi è la cosa migliore.Guarda..ho quasi finito eh.."

"Aglia cazzo!"

Quello fu uno dei pomeriggi più tremendamente dolorosi della mia vita.Quell'idiota rideva quando ebbe finito, nonostante lo guardassi in cagnesco. Mi alzai da quella specie di poltrona verde malconcia e consumata,ma piuttosto comoda e mi diressi verso il primo specchio  che avvistai,massaggiandomi la guancia per il dolore.Avevo davvero un brutto aspetto.Cosí rimasi impassibile davanti a quel riflesso,fingendo a me stessa di non essermi vista in quelle condizioni.E malcurante, prestai attenzione al cellulare che vibrava da circa mezz'ora.Nel frattempo,quel parassita di uomo da quattro soldi del mio dentista ,scambió due o più parole con mio padre dall'altra parte della stanza nella quale eravamo chiusi,attorno ad una scrivania piena zeppa di fogli,documenti,timbri e chi più ne ha più ne metta.Insomma c'era un vero e proprio casino sopra quel tavolo, e il dott.Neri fece fatica a cercare la mia cartella con tutte le radiografie fatte in passato.Alzando il tono di voce ogniqualvolta avesse dovuto fare determinate raccomandazioni,in modo tale che le sentissi anch'io,cercava di attirare la mia attenzione.Secondo la sua mentalità da "dottorino so tutto io",ultilizzando discrezione e superficialità nei dialoghi a me diretti,avrebbe ottenuto ciò voleva: io avrei dovuto seguire le sue regole e sarei dovuta andare una volta a settimana nel suo studio per i controlli al dilatatore palatale,che non è un piercing,ma un semplice apparecchio posto lungo il palato.

Poteva scordarselo.

Sapeva che non ero un tipetto facile,i miei genitori gliene avevano parlato di queste mie caratteristiche,ma lui ignaro degli avvertimenti, stava provando a dirmi cosa dovevo fare. Bel tipo tosto il signor Neri.

Poteva avere massimo massimo trentacinque anni e portava una fede al dito.Sapevo poco di lui,e forse sua moglie era incinta,o almeno così ho sentito dire.Era un uomo ben vestito e dal portamento elegante; durante i suoi  anni di carriera di scippare denti e di  mettere protesi,aveva imparato ad assumere attegiamenti cordiali e professionali anche con i tipi di "classe povera" come me.Per questo motivo era ammirato da tutti,tranne che dalla mia persona ovviamente.

Mi stava sfidando,ma se ne sarebbe pentito al più presto.

Ovviamente non l'avrebbe avuta vinta lui.

Avevo solo quindici anni e qualche mese,ma sapevo tener testa anche ad un trentenne.

Tenevo sempre il conto dei mesi che passavano dopo aver compiuto gli anni,appuntando tutto nella mia angenda personale,tanto per non dimenticare.Sottolineando questo particolare,potrei sembrare all'apparenza  una persona ordinata,decisa, che ha degli schemi ben precisi e una smaniosa voglia di appuntare sempre tutto.Ma imparerete a conoscermi e vi renderete conto che non rispecchio quel prototipo di ragazza.

Comunque, dopo esser uscita da quel maledetto appartamento,mi sentii subito meglio.Pensai a quanto si fosse reso ridicolo quello stupido dentista e cominciai a sfotterlo nella mia testa,tanto per rallegrarmi un po'.Fuori pioveva sempre più forte e restare asciutti era un'impresa alquanto impossibile.

Lo studio dentistico non era molto distante da casa mia,ma sotto quella bufera d'acqua mi sembró quasi di non arrivare più.Invece mi resi conto che per raggiungere il portone principale del mio appartamento, impiegammo solo sette minuti,che di certo sono molto più pochi del tempo che pensavo fosse passato.Insomma,entrammo in casa e da lì riprese la mia monotona vita.

-Isabbe' 《disse mio padre con tono rauco e profondamente paesano》cerca di salire che è pronta la cena.-

Ah già, scusate..non mi sono nemmeno presentata.Io sono Isabel Venough,quindici anni e sette mesi e mezzo, non troppo alta, grossetta, lunghissimi capelli  tendenti al rosso scuro a causa della tinta ormai scolorita , occhi scuri e trentotto di piede.Non molto simpatica,diversamente dolce <almeno è così che sono stata definita dall'ultima puttanella conosciuta al corso di chitarra, che si era finta comprensiva nei miei confronti,ma non assumendo mai un comportamento da amica> e odiosamente scassa palle.Era così che apparivo agli occhi degli altri.E anche per questo motivo, non avevo mai avuto rapporti intensi d'amicizia e non ne avevo neanche bisogno.

Il mio paese d'origine è la Russia,ma mi dovetti trasferire in Italia pochi anni dopo che venni al mondo.E non so neanche il perche'.Sono sempre stata cresciuta nel paesino vicino Palermo dove vivo tutt'ora e ,visto che ero molto piccola quando lasciammo il nostro paese d'origine,devo dire che non ebbi grandi difficolta' ad ambientarmi e a "convertirmi" alla cultura Siciliana.Non ricordo nulla della mia citta' natale,e non ne sentii affatto la mancanza.Quelli che ebbero diversi problemi furono invece i miei genitori,che solo col passare degli anni,si abituarono al nuovo modo di vivere. Comunque,piacere!

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