Prologue

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Tutto era cominciato come un gioco, una sfida. Lui l'aveva provocata e lei testarda com'era non poteva che accettare.
Era solo uno svago o almeno lo era all'inizio: una semplice scommessa.
Lei però, era diventata un'ossessione, una droga.
Cercava il suo sguardo da cerbiatta tra tutte le ragazze, una caratteristica che gliela ricordasse.
Il suo corpo era diventato l'immagine dei suoi sogni, il suo viso era sempre impresso in mente.
Cercava di toccarla con le più banali scuse, le sue mani viaggiavano per il suo corpo e lei non faceva nulla per impedirglielo, dopotutto le piaceva quel contatto: fino a quel giorno.
Non avesse mai aperto bocca.
Per la prima volta aveva rifiutato un suo contatto, non avrebbe mai potuto sapere quale fosse stata la sua reazione, nessuno avrebbe potuto.
Gli aveva scostato le mani dai fiachi ed aveva indietreggiato.
Stanca dei suoi modi lo aveva minacciato, se ne sarebbe andata se non avesse cambiato atteggiamento.
In cuor suo sapeva che non sarebbe mai riuscita ad abbandonarlo ma era un modo per spaventarlo, impaurirlo.
Lui la prese più seriamente.
Non poteva nemmeno immaginare una vita senza di lei, o meglio, non poteva immaginare lei con un altro ragazzo.
Non lo avrebbe permesso.
Allora fece la prima cose che gli venne in mente.
Non pensava  di farle del male, era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare ma dopo aver visto quel sangue rosso scuro macchiargli le dita si sentì compiaciuto.
Le grida della ragazza in lacrime venivano sovrastate dalla risata roca del ragazzo.
Un taglio, un sorriso, un taglio, altre lacrime.
Guardava il sangue e rideva, la sentiva sua sempre di piú.
Era diventato pazzo, lo era sempre stato ma lei l'aveva capito troppo tardi.

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