Tre porte. C'erano tre porte davanti a me, contrassegnate ognuna con un numero: la prima porta a partire da destra con il numero 1, quella al centro con il numero 2 e la rimanente con il numero 3.
Ero in piedi davanti a quelle tre porte, in una stanza completamente bianca e senza finestre.
Non ricordavo niente, assolutamente nulla. Non sapevo chi ero, né come ero arrivata lì, ma soprattutto il perché.
Non sapevo nemmeno cosa fare. Ero sul punto di piangere, quando decisi di farmi forza e scoprire cosa stava succedendo.
Dovevo trovare delle risposte! Chi ero? Come mi chiamavo? Da dove venivo? Come ero finita in quella stanza? Ma per trovare le risposte a queste domande non potevo rimanere lì, ferma, senza fare nulla.
Dunque scelsi una porta: la numero 3. Non mi aveva particolarmente incuriosita, dopotutto non era diversa dalle altre due, ma da qualche parte dovevo pur cominciare.
Mi avvicinai, perciò, alla porta. Cautamente appoggiai la mano sulla maniglia e lentamente la aprii.
Nebbia. Tutto ciò che vedevo era nebbia. Bianca e fitta.
Oltrepassai ugualmente la soglia della porta ed inaspettatamente quest'ultima si chiuse dietro di me. Provai a riaprirla, ma niente. Ero costretta ad andare avanti.
La nebbia si dissolse pian piano ed un ponte (molto precario, oserei dire) fu la prima cosa che vidi. Mi avvicinai ad esso ed al di sotto vi era dell'acqua.
"Posso farcela..." mi dissi "...non è poi così alto."
Dunque mi avvicinai al ponte, ma non appena poggiai il piede sulla prima asse di legno, un enorme alligatore fuoriuscì dall'acqua.
Il mio coraggio si dileguò. Come avrei raggiunto l'altra sponda, adesso? Non potevo tornare indietro, la porta era chiusa. Dovevo proseguire.
Decisi di affidarmi al caso. Avrei corso. E così feci. Fu un attimo e mi ritrovai dall'altra parte.
Ce l'avevo fatta! Davanti a me, ora, si estendeva un'immensa radura.
Il prato, illuminato dal sole, era di un verde smeraldo mozzafiato. Le uniche due cose nella radura erano un enorme albero, con tante mele rosse, mature al punto giusto, ed un pozzo dotato di un secchio per prendere l'acqua.
Mi avvicinai a quest'ultimo. Ero veramente assetata. Dunque lo tirai su ed avvicinai le labbra ad esso. Prima ch'io potessi bere, però, sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.
Mi bloccai. "Chi potrà mai essere?" subito pensai e mi accinsi a girarmi, ma una voce maschile dal tono calmo e profondo disse -Non farlo. Non girarti.-
-Perché?!- ribattei.
-Altrimenti non ti aiuterò.- disse la voce.Ero incredula, qualcuno era lì per aiutarmi! Forse sapeva cosa mi era successo, in che posto ci trovavamo.
-Come puoi aiutarmi?- chiesi.
-Come prima cosa, ti consiglio di non bere l'acqua di quel pozzo.- disse lo sconosciuto.
-E come mai?- chiesi.
-Poiché è avvelenata.- rispose.
-E come lo sai?-
-Ti basti sapere che è così- disse con tono autoritario -ma in caso tu volessi provare...fa' pure.-
Non sapevo se fidarmi e nel dubbio decisi di non bere l'acqua.
STAI LEGGENDO
La giusta via
AdventureDal capitolo 1 "Tre porte. C'erano tre porte davanti a me, contrassegnate ognuna con un numero: la prima porta a partire da destra con il numero 1, quella al centro con il numero 2 e la rimanente con il numero 3. Ero in piedi davanti a quelle tre po...