Capitolo 40

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Zayn's pov
Ero terrorizzato, non sapevo che fare, non mi ero mai trovato in una situazione del genere, nessuno aveva mai vomitato sangue davanti ai miei occhi per poi svenire.
La prima cosa che ho fatto è stata prenderla in braccio e portarla sul letto, poi ho provato a svegliarla, ma non si riprendeva, così dopo una decina di minuti ho chiamato il 118 e nel giro di altri quindici l'ambulanza si è trovata fuori casa mia e i medici l'hanno portata dentro, mentre mi chiedevano se ero il suo ragazzo. Non sapevo che dire, così ho annuito silenziosamente seguendoli ed entrando anche io con lei.
Nel giro di una mezz'ora eravamo arrivati all'ospedale e l'avevano portata con urgenza al pronto soccorso, per poi essere trasferita in una stanza al secondo piano, la 108, nel reparto per la maternità.

Ora sono fuori, nel corridoio, seduto su una sedia di legno e aspetto. Aspetto un medico, aspetto un'infermiera, aspetto chiunque possa darmi delle risposte.
Eravamo in quell'ospedale dalla mattina ed erano ormai le otto di sera e ancora nessuna notizia, ma la cosa che più mi turbava era il fatto che fosse nel reparto per le neomamme. Che aspetti un bambino? Non me ne ha accennato ieri, a meno che...

I miei pensieri vengono interrotti dall'infermiera che uscendo mi chiede se sono il fidanzato della ragazza nella stanza e io annuisco semplicemente aspettando che parli, che mi dica qualcosa.

Infermiera: Può accomodarsi nella stanza, la ragazza si è stabilizzata, il medico sarà da voi appena può.

Niente. Lei va via ed io entro piano nella stanza e mi soffermo alla porta, richiudendola, senza far rumore, alle mie spalle, e guardando Jess da lontano.

È visibilmente stanca.
I capelli biondi sciolti sono sparsi sulle lenzuola bianche, di cui una le copee il corpo fino al seno.
Ha dei fili attaccati sulle braccia che sono collegati ai dei macchinari e sul braccio sinistro ha un lavaggio, giunto quasi al termine.
È pallida, bianca come il latte, e i suoi occhi chiusi.
Sembra stia dormendo, così mi avvicino cercando di essere il più cauto possibile a non fare alcun tipo di rumore.

Jess: Siediti.

Sussulto al suono della sua voce, incredibilmente bassa, ma subito dopo mi siedo sulla sedia accanto a lei e le prendo la mano nella mia.

Jess: Grazie.

Dice aprendo gli occhi, leggermente rossi.

Io: Non devi ringraziarmi.
Le sorrido, ma lei volta il viso dalla parte opposta, guardando presumibilmente fuori dalla finestra, dove oramai non si vede altro che buio.

Jess: È tardi.
Io: Eh già.
Jess: Come mai sei qui?
Io: Cosa intendi dire? Avevi bisogno, ed eccomi qui.
Jess: Non avevi motivo per venire qui, per di più a quest'ora.
Io: Oh, ma io non sono venuto qui.
Jess: Cosa? Tu sei qui.

Gira di scatto il viso e mi guarda negli occhi scrutandomi con attenzione.
Io: Sono sempre stato qui, cioè non qui in stanza, ma ero fuori.

Dico indicando la porta, mentre lei mi guarda a bocca aperta.

Jess: Perché?
Io: Perché cosa?
Jess: Perché mi hai aiutata, perché sei rimasto qui tutto il tempo e non sei andato via?
Io: Avevi bisogno di me.

Gira di nuovo il volto, ma stavolta non prima di avermi rivolto un debole sorriso.
Restiamo per qualche minuto in silenzio, che a me sembrano un'eternità, ma poi sento dei singhiozzi. La sento singhiozzare, ma non sono semplici singhiozzi. Sta piangendo.

Le stringo più forte la mano e lei volta la faccia verso di me.
Ha le guance rigate dalle lacrime e mi guarda addolorata.

Io: Ti senti male, chiamo un dottore?

Chiedo subito alzandomi dalla sedia e precipitandomi alla porta.

Jess: Non è quello.

La guardo e vado a risedermi riprendendole la mano.
Io: E allora cosa?
Jess: Non ce la faccio più.

Dice guardandomi con occhioni supplichevoli. Mi sta chiedendo con gli occhi di dirle che tutto quello che sta vivendo sia solo un brutto incubo, ma questa purtroppo è la realtà e non si può fuggire da essa.

Non ho il tempo di risponderle che entra un medico, che subito le cambia il lavaggio e poi inizia a parlare.
Ma la mia mente ad un tratto si ferma ed il cervello non elabora più le altre parole.

'Lei ha rischiato grosso signorina, avrebbe potuto perdere il bambino.'

Spazio autrice: Ragazze/i mi dispiace tantissimo, non vorrei, ma per motivi personali devo assolutamente cancellare la storia, purtroppo.
Però la riscriverò, modificandone anche alcuni pezzi, con un altro account. Infatti gli ultimi capitoli erano del nuovo libro.
Chi vuole sapere il titolo del nuovo libro mi mandi, se vuole, un messaggio in chat privata. Il nuovo libro sarà pubblicato per il 4 luglio.
Ora devo scappare.
A presto, spero.
Baci
-Puffa❤

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 01, 2017 ⏰

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