Prologo

55 4 3
                                    

Era l'ultimo giorno di vacanza, l'ultima mattina senza sveglia, l'ultimo pasto decente invece di quella sbobba viscida che servivano in mensa, l'ultima giornata senza stress. Odiavo la scuola più di qualsiasi altra cosa e odiavo il fatto che fossi costretta a frequentarla. In realtà non mi piacevano molte cose, ma chiunque potrebbe ritenere che sia una cosa più che normale per una diciassettenne, no?
A quell'epoca pensavo solo al divertimento: mi piacevano da matti le feste; pensavo al mio ragazzo, Kody, uno smidollato, con un bel faccino e pieno di soldi; pensavo ai miei amici, Asuna e Ryan, parte fondamentale delle mia vita, ma prima di tutto veniva la mia passione, il teatro.
Amavo recitare più di qualsiasi altra cosa. Con la mia compagnia ci esibivamo nei teatri di tutta Londra, e devo ammettere che fossi anche abbastanza famosa a livello locale. Sinceramente parlando, io la recitazione ce l'avevo nel sangue, ma comunque, preferivo che questo mio segreto rimanesse ben nascosto. Erano in pochi a conoscere il mio vero cognome, in pochi sapevano chi era in realtà mio padre. Non che fossi una figlia illegittima, sia chiaro, ero semplicemente troppo orgogliosa e costantemente arrabbiata con quel pezzo grosso del mio vecchio, per quei troppi motivi che presto scoprirete, che preferivo vivere una mediocre vita nell'anonimato piuttosto che confessare di essere parente ad un tale idiota. Non che la mia cara mammina fosse da meno, ma almeno lei aveva la decenza di tornare a casa la sera. Ma questa è un'altra storia.
In generale, il mio nucleo famigliare faceva schifo, l'unico punto fermo, l'unico faro nelle tenebre che avvolgevano quella famiglia disastrata che mi aveva dato alla luce, era mio fratello, la persona che amavo di più al mondo.
Lui mi aveva cresciuta, mi aveva sostenuta e amata più di chiunque altro mai nella vita ha fatto. Era il mio eroe ed io la sua sorellina che andava protetta ad ogni costo.
Quella che stava per finire fu l'estate più bella della mia vita. Non c'era giorno che non mi fossi sentita bene. Con Ryan e Asuna era una risata continua, un susseguirsi di momenti indimenticabili e unici. Noi tre, il mattino alle porte e la nostra Londra.
Non l'avremmo mai lasciata.
Ryan e Asuna, i miei due inseparabili migliori amici. Asuna Watanabe ragazza di origine giapponese, che di giapponese aveva solo il nome, aveva dei lunghissimi capelli rossi, la carnagione lattea e gli occhi verdi brillanti. Azu era una ragazza dolcissima, estremamente solare ed esuberante, mentre sua madre,Nagisa, con cui era molto legata, invece era una donna molto severa e all'antica. Ammetto che Nagisa non mi piacesse proprio, mentre la mamma di Ryan, lei si che era fantastica. La migliore amica di mia madre, sempre sorridente e spontanea come suo figlio. E che figlio! Adoravo quel ragazzo. Non eravamo solo amici, non si può esserlo quando si passa insieme gran parte della vita, ma le nostre madri, amiche dai tempi del college, avevano fatto in modo che condividessimo tutto e così è stato. Ci siamo ritrovati sempre insieme, sempre in due, fin dalla culla.
Dopo il teatro, gli amici e la famiglia, c'ero io. Madison Evans. La ragazzina londinese che aveva fatto infuriare la mamma organizzando un' innocua festicciola di fine estate senza permesso, perciò costretta a scontare una severa punizione.
Una conoscente, a quell'epoca, gestiva una pub e le serviva una ragazza che stesse dietro al bancone, così che mia madre ebbe la strabiliante idea di propormi a lei per darle una mano e scontare la mia pena.
Se soltanto avessi saputo cosa mi sarebbe costata quella maledetta festa...

RED SONGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora