"Buonasera" ricordo fu la prima cosa che le sentì dire appena mise piede nel RedSong.
Io avevo appena finito di apparecchiare e stavo per andare in pausa quando il campanello affisso all'entrata suonò. La porta si aprì e un raggio di sole caldo di inizio autunno illuminò la stanza in penombra.
Erano circa le quattro di pomeriggio e c'era un tremendo clima afoso che si faceva quasi fatica a respirare. Il sole dopo interi giorni di pioggia aveva deciso che sarebbe tornato a splendere come in pieno luglio.
Il Red, se ben ricordo, di quei tempi era sempre molto frequentato. Alle persone insieme al lavoro ricominciava lo stress, la frustrazione, ma soprattutto il salario settimanale, pertanto, non era insolito che la sera, prima di rincasare, facessero una puntatina in uno dei pub più longevi della città.
Il Red faceva parte della storia di Londra, aveva più di cento anni ed era stato tramandato di generazione in generazione, da padre in figlio fino alla proprietaria attuale, una donna un po' particolare.
Io dal canto mio amavo quel locale, vi spendevo la maggior parte del mio tempo e delle mie giornate da ormai due anni. Per me lavorare al Red era motivo di svago, un modo per distrarmi e tenermi lontano dai guai e dai vizzi.
In quei giorni, come ho detto, il Red era sempre pieno ed avevamo bisogno di un aiuto, in particolare una ragazza che stesse con me dietro al bancone e mi aiutasse a servire ai tavoli, per questo quando vidi quella testolina nera come il carbone fare capolino dalla porta di ingresso capì subito che sarebbe stata l'ennesima neoassunta a cui avrei dovuto fare da balia.
La tipa era alta nella media, con i lineamenti nella media, il fisico nella media, il portamento nella media e sarebbe stata una ragazza sicuramente nella media se non fosse stato per la sua carnagione lattea, i capelli corvini e due lacrime di mare a posto degli occhi che la rendevano tutt'altro che comune, anzi. Quelle comuni bellezze, tutte insieme, su di lei, acquisivano delicatezza e il suo viso nella media diventava dolce, il suo corpo nella media armonioso e tutto di lei sapeva di una singolare eleganza, quasi regale.
La osservavo guardarsi in torno rapita da tutti quei pezzettini di storia che componevano il Red e pensai che probabilmente anch'io avevo provato le stesse sensazioni la prima volta che vidi il locale e mi piacque -tanto- soprattutto il vecchio jukebox rosso fuoco accanto al piccolo palco in legno dove il sabato sera, ogni tanto, qualche band suonava dal vivo.
"È bello, vero?" domandai istintivamente. Parlai all'improvviso uscendo dalla penombra e quasi sicuramente la spaventai, tanto che sobbalzò. Continuava a scrutarmi dubbiosa. "Matthew" le porsi la mano e con un lieve tentennamento l'afferrò. "Madison". Non ho idea di cosa provò, ma il suo sguardo, se possibile, vacillò un istante.
Stavo per aggiungere altro, quando nella stanza irruppe il tornado Mary che si scagliò con tutto il suo indomabile impeto contro la mal capitata. Mary era la proprietaria del pub, una donna sulla cinquantina e di bell'aspetto. Stando ai suoi racconti, prima di cominciare a gestire il locale era stata una ricercatrice e ancor prima un medico missionario. La sua vita, nelle sue storie di donna ormai instabile, era stata un susseguirsi di scoperte e avventure in giro per il mondo. La pazza vita che tutti vorrebbero.
"Mad! Tesoro, come sei cresciuta!" le disse appena la vide. "Come stai? Ho visto tua madre...sono così felice che tu sia qui" continuò con tono di voce sempre più alto.
Queste due si conosco già?
"Oh, come sei diventata bella!" ormai stava urlando e in preda ai suoi deliri euforici l'abbraccio e le baciò le guance più volte.
Madison, dal canto suo, se ne stava a disagio nel silenzio con un banale sorriso di circostanza sulle labbra rosee, praticamente succube di tanta vitalità in una giornata così canicolare.
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RED SONG
RomanceMad e Matt, incontrati per scelta, amati per caso. "Da soli eravamo forti a convivere con la paura e il dolore. Insieme eravamo un casino. Un casino di errori, rimpianti, ritardi. Non eravamo sincronizzati. Ci sono io, non ci sei tu. Posso amarti og...