Stando sdraiata con la testa appoggiata alle gambe di Tayler, penso.
Penso ai quei due ragazzi che non ho mai visto prima.
In particolare penso al ragazzo con la cuffietta bordò.
Non è per niente brutto. E poi quel magnetismo che emanano i suoi occhi color metallo mi ha incantata.
"Ma che dici." mi tira fuori dai pensieri il mio subconscio. "Non lo conosci nemmeno e non ti dovrebbe interessare, non sarebbe giusto nei confronti di tutti i ragazzi che hai fatto soffrire." continua la vocina.
Sospiro silenziosamente sapendo che quella vocina ha ragione.
Penso ancora a lui.
Quel sorriso pigro che mi ha rivolto continua a starmi impresso nella mente. A quel punto la mia parte perversa si risveglia. "Va da lui e fattelo." dice sorridendo con malizia.
La ignoro.
-E questa cos' è? -chiede Kathrin togliendomi dalla tasca del felpone la foto dei due ragazzi. Mi alzo di scatto. -Mollala Kathrin.-ringhio.
La sua bocca, alla vista dei due ragazzi, forma una "o".
-Io questi due li conosco! -esclama.
Mi sale il cuore in gola.
"Come?"
-Come li conosci?-chiedo.
-Li ho conosciuti qua.-dice scrutando la foto.-Sono i fratelli Langdon. Il ragazzo con la cuffietta si chiama Evan e il riccio si chiama Thomas. Sono dei gran fighi. Ma sono strani, sono introversi e parlano solo tra di loro.-dice.
Io assaporo tutte quelle novità.
-Non sono mai stati visti in compagnia di una ragazza. Secondo me sono gay o meglio ancora, sono assesuati.-bofonchia.
"Gay? Assesuati? Oddio.."
Mi guardo con Elizabeth. I suoi occhi verde smeraldo incrociano i miei color topazio. Si stringe nelle spalle dispiaciuta.
-Ah.-mugulo prendendo una sigaretta per poi portarla alle labbra.
Tayler me l'accende.
-Perché li hai fotografati?-chiede lui.
-Così, random.-dico stringendomi nelle spalle, facendo fuoriuscire il fumo.
Kathrin mette la fotografia nella mia tasca e guarda le altre foto.
Intanto, Tayler gioca con i miei capelli ed Elizabeth sta immersa nei suoi pensieri, con le ginocchia rannicchiate al petto.
**
Con le ginocchia rannicchiate al petto penso a quel, come si chiama?
Ah si, Thomas.
Avevo visto che mentre facevo delle evoluzioni sulle rampe lui mi guardava.
I suoi occhi metallici fissi su di me.
I suoi ricci morbidi gli ricadevano sulla fronte ma subito dopo lui li aggiustava con un leggero movimento della testa.
"Oddio." perché mi sento cosi strana?
Non lo conosco nemmeno, ma sembra cosi dolce.
"Sarà una delle tue solite cotte passeggere, non illuderti Lizzy!" mi rimprovera la mia coscienza.
Scuoto la testa, come per lasciare andar via i pensieri riferiti a Thomas e mi guardo attorno.
Il cielo è nuvoloso, il venticello è fresco, il suo sibilo rilassante, la corrente porta con essa profumi di fiori ciliegio appena sbocciati.
Lo skate park è in assoluto il posto che amo di più qui a Glasgow.
Posso stare con i miei amici più cari senza che nessuno mi dica nulla, e questo mi fa sentire felice.
**
-Andiamo Xoe!-dice Elizabeth alzandosi. Il vento le scompiglia qualche ciocca viola dei suoi capelli.
Sbuffo e mi alzo.
-Non voglio tornare a casa.-sbotto.
-Vuoi essere punita ancora? Conosci i tuoi genitori, se alle 21:00 non sei a casa non ti fanno uscire di casa per una settimana.- dice dandomi dei colpetti sulla spalla.
-Genitori di merda. Sono all'antica!-mi lamento. -Cazzo ho quasi 18 anni e loro mi mettono ancora il coprifuoco. -continuo spostando una ciocca ribelle dei miei capelli dietro l'orecchio.
Elizabeth scuote la testa.-Dai andiamo-sale sullo skate e va nella direzione di casa. Sbuffo, salgo sullo skate e la seguo.
Lei mi saluta e gira nella via in cui abita.
Una volta dopo aver svoltato nella mia via, alzo lo sguardo e mi si ferma il cuore.
Lui è seduto su un muretto a fumare una sigaretta.
Si gira lentamente verso di me.
I suoi occhi grigi incontrano per un attimo i miei.
Sorride lentamente, in modo sensuale e pigro, scende dal muretto e si mette sul suo skate e se ne va via, lasciandomi lì confusa.
"Merda."
