Pioggia maledetta. Kimi la odiava con tutto se stesso. E a Monaco la pioggia aveva fatto capolino fin dalla notte del sabato, rovinando l'umore, già pessimo, del fillandese.
Neanche a Sebastian piaceva molto, ma aveva imparato a conviverci, come aveva imparato a sopportare la luna storta che Kimi aveva in quei casi oramai lo conosceva.
"Eddai Kimi... smettila di sbuffare" lo guardò Sebastian, mentre preparava l'occorrente per la gara. In risposta ricevette un altro sbuffo e un'occhiataccia.
Kimi ricontrollò tutto per la centesima volta: i guanti c'erano, le scarpe anche, la tuta era a posto e il passamontagna era nel casco pronto da indossare.
L'i-pod era pronto per l'utilizzo.
E Sebastian era rimasto in silenzio ad osservare il suo rituale che oramai conosceva perfettamente, specie da quando condividevano il motohome per cambiarsi, lo facevano per comodità.
Kimi era seccato per la penalizzazione in griglia. Sarebbe partito undicesimo, nel circuito più bastardo dell'intero campionato. A Monaco o si partiva davanti oppure si pregava. Seb era quarto, ma aveva le due Mercedes e Ricciardo davanti e sarebbero stati ossi molto duri.
In griglia la massima concentrazione di entrambi, partenza dietro la safety car. 7 lunghi giri dietro quella maledettissima auto! Poi al quinto giro... Boom! Kimi sentì un tonfo, aveva toccato il muro con l'ala anteriore e si era incastrata sotto il muso.
Grosjean lo aveva mandato platealmente a quel paese, in diretta mondiale, Kimi dovette fermarsi in una via di fuga.
Gara finita, una sospensione danneggiata e incazzatura a livelli cosmici per la figuraccia rimediata.
E oltre il danno, il team principal lo rimproverava via radio. Kimi scese e gli venne la voglia, seria, di salire sul primo yacht che vedeva, come aveva fatto nel 2001. Ma la Ferrari non era la McLaren.
Se avesse fatto una sceneggiata del genere, Arrivabene non gliel'avrebbe fatta passare liscia. Tornò mesto e nero di rabbia ai box e si lasciò "maltrattare" dal team principal per un po' e poi si stufò e si chiuse in ostico silenzio nel proprio motorhome.
Si sarebbe fatto vedere solo se Seb fosse arrivato sul podio, altrimenti lo avrebbe saltato di default evitandosi anche le idiozie dei giornalisti.
La gara si era conclusa e Sebastian era arrivato quarto... dietro una Force India, i vertici non l'avrebbero digerita in fretta.
E come al solito si era sobbarcato più colpe di quante ne avesse in realtà; la macchina era un disastro! La colpa non era di certo sua.
Kimi per rabbia repressa tirò un pugno contro la parete. Era il suo modo, seppur idiota, per sfogarsi. Lui non avrebbe mai pianto, non faceva per lui.
Non era così sentimentale. Continuò a spellarsi le nocche per almeno 10 minuti finché non sentì bussare.
E potevano essere solo due persone: o Arrivabene incazzato come una biscia o Sebastian che lo cercava.
Kimi cercò di nascondere alla bell'e meglio le mani, in entrambi i casi non avrebbero dovuto vedere le mani.
Kimi aprì la porta, era Seb, con una faccia da funerale. Probabilmente avevano strigliato anche lui.
"Hey..." lo salutò con un sorriso forzato. Kimi tenne le mani in tasca, doveva nascondergli il fatto di essersi devastato le mani e per uno che faceva il pilota di F1 da quasi 15 anni, e con un mondiale vinto alle spalle, non era proprio il massimo.
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alcool e compagnia
FanfictionMonaco 2016. kimi inverso fino dalla mattina per il meteo pessimo. seb cerca di non stuzzicarlo. La gara va a farsi benedire quasi subito e il finnico ha bisogno di sentire la sua metà Minntu che gli dà una splendida notizia: diventerà di nuovo pap...