1. Stole the show

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1. Stole the show


Il sole cocente filtrava dalle finestre aperte di casa Parker, il ventilatore nella stanza di Cora non poteva competere con i trentasette gradi che tormentavano la povera grifondoro. ‹ Fa caldo. › Si lamentò per l'ennesima volta, parlando con le due amiche che le facevano compagnia quel giorno: Losille Amroth, una corvonero non particolarmente socievole e Caitlyn Elanoir, serpeverde maniaca del controllo. Se la prima fissava la finestra con aria assorta, Caitlyn era troppo occupata a guardarsi allo specchio per prestarle attenzione.
‹ Ho caldo. › Ripeté quindi lei. ‹ Non credi che dovremmo lasciar perdere, Cait? Nessun essere umano può uscire di casa oggi. › Cora sventolava la propria mano sul viso, seguendo i movimenti del ventilatore per non perdersi nemmeno un secondo quella brezza fresca che esso spargeva.
‹ Dovresti stare zitta e metterti un vestito. La festa è fra meno di un'ora e io non penso fare tardi. › La bionda, Cait, iniziò a fissare l'armadio di Cora, ispezionandolo e constatando che non aveva nulla che fosse adatto all'occasione: ‹ Per Salazar! É possibile che tu non abbia nemmeno un vestito decente? ›
Cora alzò gli occhi al cielo, stiracchiandosi ed alzandosi pigramente dal proprio letto. ‹ Non mi capita tutti i giorni di essere invitata, anzi,trascinata contro la mia volontà da te, al compleanno di Regulus Black, compleanno a cui non voglio partecipare. ›
‹ Nemmeno io. › Si aggiunse Losille, raggiungendo Cora per fare fronte comune, entrambe però sapevano che ormai era tardi per tornare indietro e Cait aveva parlato di invitarle al compleanno del giovane Black almeno da un mese, ciò che entrambe si domandavano e a cui ancora non avevano ancora ricevuto risposta era il motivo dell'invito.
‹ Verrà anche James Potter. ›
Losille sapeva perfettamente che quell'affermazione non aveva nulla a che fare con lei e che la presenza o l'assenza di Potter non le avrebbe fatto differenza, piuttosto quelle parole erano rivolte a Cora. Entrambe le amiche sapevano dell'epocale cotta che la grifondoro avesse per il capitano della squadra di quidditch, nonostante lei facesse finta che non fosse così e lo odiasse. Fu però la prima a parlare: ‹ E quindi? › Chiese con esagerata arroganza.
‹ E quindi avrai l'occasione di salutarlo e dirgli quanto lo ami. › Recitò teatralmente Caitlyn, raggiungendo il suo borsone, tirando fuori due vestiti: ‹ Fortunatamente, sapendo quanto tu, Cora, sia un disastro in qualunque ambito, ti presterò un mio vestito. ›
La grifondoro ritrovò il sorriso al vedere l'occasione perfetta per prenderla in giro: ‹ A differenza tua io non sono piatta come un tavolo, come pensi che mi entrerà il tuo vestito? ›
‹ Provalo, ora. › Cait sospirò esasperata indossando il suo abito verde acqua per poi andare di nuovo a guardare la sua figura allo specchio. Il vestito le toccava i piedi ed aveva un lungo spacco sulla gamba sinistra, la gonna era ornata da piccoli ricami dello stesso colore d'esso.
Quello di Cora era diverso, beige, aveva la stessa lunghezza ma era molto più stretto ed aveva una generosa scollatura sul petto che stava particolarmente bene sulla corvina, nonostante lei si sentisse pressata come un salame. ‹ Credo che dovrò trattenere il respiro se devo entrare in questo abito. › Commentò, spostando l'amica dallo specchio per osservarsi.
‹ La mia speranza è quella che soffochi. › Commentò la serpeverde, incitando Losille a cambiarsi e prepararsi.

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