Dispetti

50 8 5
                                    


Il tavolo di plastica nera era freddo sotto le dita, ma Eren continuava imperterrito ad accarezzarlo e a lasciare impronte invisibili, solo per il gusto di vedere gli occhi del suo coinquilino, ridotti a fessure, stringersi fino a mostrare solo un barlume di grigio, occultando così le iridi d'ardesia. Per sicurezza, si lasciò ricadere con il viso sulla superficie dura, facendo bene attenzione a sfiorarla appena con le labbra.

-Ne hai ancora per molto?- la voce scocciata di Levi venne accompagnata da un brontolio di gola che il ragazzo non poté identificare in altro modo che in ringhio. Probabilmente l'uomo nemmeno se n'era reso conto.

Eren incrociò le braccia poggiandovi sopra il mento, con un'espressione a metà tra il divertito e l'esasperato. Non che potesse aspettarsi di meno.

-Di cosa parli?- nascose un sorriso -io non sto facendo assolutamente niente!-

Le labbra dell'uomo si assottigliarono di disapprovazione e la fronte si aggrottò dando vita a quell'espressione che più volte aveva preceduto il massacro.

Eren non aspettava altro.

Per degli interminabili secondi regnò il silenzio, poi, Levi si voltò, sciacquò con attenzione la tazza che teneva tra le mani e la lasciò a sgocciolare a fianco del lavello, sul tappetino spugnoso.

-Quando hai finito di non fare niente, vedi di pulire come si deve quel tavolo.- si diresse a pugni stretti nel salotto adiacente alla cucina, lasciando il ragazzo da solo.

DispettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora