||\One Shot/||

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|| Day 1 ||

Era da tanto tempo che non mi fidavo di nessuno dopo quell' incidente,almeno,pensavo fosse un incidente.

Il 20 Marzo del 2014, io, Natsumi Akito, persi i genitori nella stagione primaverile.

Con la loro perdita, non parlai con nessuno al di fuori di mia zia Melly.

Non odiavo mia zia, ma era troppo irritante quando mi presentava dei ragazzi della mia età per fare amicizia. Odiavo fare amicizia dopo quello che è successo.

Ora vi chiederete che cosa sia successo quel giorno, la verità però. Ero a casa. Magiavo quel ramen delizioso del giovedì.

La mamma era sotto dai nostri "amati" vicini, perché dovevamo avvertirtirli della nostra partenza verso Palermo quando all'improvviso ho sentito un tonfo.
Corro verso la finestra e non vidi nessuno del condominio affacciato per vedere cosa stesse succedendo oltre a me.

Erano tutte serrate ma quando guardai sotto, vorrei che i miei occhi si serrassono all'istante.

Vidi una pozza di sangue con...lei...mia madre...a terra con gli arti strappati e sangue, sangue da ogni parte, non era una bella scena, sopratutto per mio padre che era appena uscito dal balcone che poi.......cadde anche lui...spinto anche lui da quegli arroganti dei Villa.

Mi accudì la zia per 5 anni fino ai miei 18. Per il mio compleanno non ebbi nessun regalo, oltre ai soliti manga che mi regalavo a me stessa e tutto questo accadeva a causa della mia asocialità dopo quel trauma, ma gli chiesi una cosa a mia zia.

Mi volevo trasferire a Tokyo, dove vivevo con i miei genitori e la zia alla mia richiesta annuì, ma mi chiese a un patto.

Dovevo studiare alla Mijui Academy dove si era diplomata la mamma. Accettai e così ora vivo a Tokyo con un piccolo cambiamento....vivo con un mio compagno di classe, anzi è il mio migliore amico.

"Ma scusa Natsumi, non ti piaceva fare amicizia?", ecco questo è assolutamente vero infatti ho scritto all'inizio che era da tanto perché Jotaro, non so ma lui era diverso da tutti, ho trovato qualcosa che mi incuriosiva in lui.

L'ho conosciuto il secondo giorno scuola a ricreazione.
Io ero sola come al solito, a non parlare con nessuno e a mangiare la prima cosa decente nella macchinetta delle merendine, quando ad un tratto vidi un ragazzo in lacrime che soffriva molto.
Io da quel "incidente" avevo un cuore di pietra e percepivo i sentimenti degli altri....ma lui.....era triste..non come gli altri.

"Ei vuoi un aiuto ehm..cioè dico vorresti una merendina?"-dissi con aria confusa e tremendamente orribile, però lui mi rispose con un sorriso ampio, ma......ancora piangeva.
Mi sentivo felice e con un fazzoletto gli asciugai le lacrime.
Lui guardo la mia mano con cui gli avevo asciugato le lacrime e non pianse più...come se la mia mano aveva fatto un miracolo per lui.

Allora lo aiutai ad alzarsi e gli comprai coi miei ultimi soldi che mi rimanevano per un bottiglia di the al limone, una merendina con il cioccolato bianco e gli piacque molto.

Alla fine si confidò con me raccontandomi il perché piangeva.

Piangeva perché si sentiva solo dopo il nulla osta della sua ex migliore amica e del suo ex migliore amico.

Salvami ||ONE SHOT||  #becomewriter Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora