Capitolo 1

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Tutti ci troviamo a dover affrontare scelte nella nostra vita, che possono  essere più o meno importanti. Ci sono scelte stupide, come per esempio il colore di una maglia, e scelte fondamentali destinate a cambiarci la vita. Ed ora è qui che mi trovo: a dover scegliere del mio futuro. Fin da piccola il mio carattere poteva essere definito con una sola parola: indecisa. Ho sempre odiato quelle persone determinate su tutto e consapevoli delle loro scelte, perchè ho sempre voluto essere una di loro. Mi rimproveravo e mi rimprovero tutt'oggi di non essere una di loro, di non poter scegliere due gusti di gelato in meno di mezz'ora, di non riuscire a comprare una maglia senza prima aver chiesto consiglio a tutto il negozio, di non riuscire a scegliere un'università adatta a me, di fare sempre le scelte sbagliate. Questa sono io: una ragazza di fronte a un bivio, troppo preoccupata a pensare alla cosa giusta da fare, per rendersi conto che l'unica cosa da fare non è pensare, ma affrontare la vita di petto.

Mi chiamo Elena, vivo in una piccola cittadina di nome Assago distante circa 9 chilometri dal centro di Milano. Frequento il quinto anno di un istituto tecnico informatico, sono quindi alle prese con l'esame di stato e la scelta dell'università. Tutti mi dicono di proseguire i miei studi iscrivendomi a ingegneria informatica, ma non è ciò che voglio. Mi sono resa conto che l'informatica non è la mia strada, è un campo della scienza che senza ombra di dubbio mi affascina, ma non lo vedo per niente come lavoro nel mio futuro. Ultimamente lo studio e la scuola mi stanno pesando sempre di più, ma la cosa che ogni giorno mi dà la forza per alzarmi dal letto e andare a scuola è il mio ragazzo. Io e Davide stiamo insieme da 7 mesi, non è molto rispetto a certe coppie fidanzate da tre anni o più, ma nel mio piccolo posso dire che lo amo infinitamente. Ci siamo conosciuti cinque anni fa, quando entrambe abbiano iniziato a frequentare la stessa scuola e la stessa classe, anche se abbiamo iniziato a rafforzare la nostra amicizia solo un anno fa. Avere il mio ragazzo in classe con me, può essere vista come una cosa positiva e negativa allo stesso tempo: chi non vorrebbe poter vedere il proprio fidanzato ogni giorno? Ma allo stesso tempo, non posso prendermi tutte le libertà di scherzare e giocare con gli altri miei compagni di classe come fanno tutte le altre ragazze. Averlo con me e sapere che mi osserva costantemente limita le mie azioni, soprattutto perchè sono consapevole di quanto lui sia geloso.

19/12/16

19 dicembre: data fondamentale. Esattamente oggi di 7 mesi fa Davide, nella vasca idromassaggio di una piscina, mi ha chiesto di essere la sua ragazza, di entrare a far parte della sua vita non più come semplice amica, ma come qualcosa di più. 

Stavo annotando sul mio piccolo diario l'importanza di questo giorno, quando uno squillo di cellulare mi fece sobbalzare. Rapidamente cercai di recuperare il telefono che avevo lasciato sulla scrivania di camera mia. "Pronto?" dissi rispondendo alla chiamata, "Ei Ele, sono io Beatrice. Scusami se ti chiamo ora, ma ho visto tardi il tuo messaggio." mi disse, e senza nemmeno avere il tempo di replicare continuò: "Spero non sia troppo tardi, ma per me dovresti mettere il vestito rosso. So che non ami vestirti elegante o con abiti troppo vistosi, ma questa sera non hai scuse". Prima che potesse continuare con il suo monologo risposi: "Bea ne sei sicura? Voglio dire alla fine è un'uscita come tante altre, solo che festeggiamo 7 mesi di noi e basta", ma prima che potessi aggiungere altro replicò decisa "Assolutamente no Ele, ti porta in un ristorante in centro a Milano, non hai scuse. Quindi metti il vestito rosso e la chiudiamo qui. E mi raccomando divertitevi questa sera".  Dopo la chiamata di Beatrice, una delle mie migliori amiche, decisi di provarmi quel maledetto vestito rosso che mi aveva obbligato a comprare qualche mese fa. Lo indossai, mi guardai allo specchio ma decisi di toglierlo immediatamente. La ragazza che indossava quel vestito forse un po' troppo scollato non ero io. Non mi sentivo a mio agio con quel vestito e decisi quindi di indossare un semplice vestito nero, senza dubbio uno dei miei preferiti. Mentre mi sistemavo i capelli, il mio telefono riprese a squillare , ma questa volta non era Beatrice, era Davide. Risposi al telefono con un semplice "Ei amore" e lui replicò subito dicendo "Ti sto passando a prendere, tra meno di cinque minuti sono da te" e riattaccò subito. Finii di pettinarmi i capelli, mi misi le scarpe, presi la giacca e uscì di casa avvisando i miei. Davide era lì, davanti a casa mia ad aspettarmi. Camminai verso di lui, chiudendo la porta alle mie spalle. Mi salutò con un semplice bacio a stampo e con il suo solito tono dolce mi disse "Sei bellissima questa sera". Velocemente salimmo in auto, per poi dirigerci verso Milano.


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