CAPITOLO 1

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Sono ferma qui non so neanche da quanto, in cerca di un aiuto dal cielo che non arriverà mai.

Dovrei seriamente sistemare questo armadio, sembra che all'interno ci sia passato un piccolo tornado ed io non riesco mai a trovarci nulla di quello che cerco.

Non che ci sia poi molto da cercare. Ci sono un'infinità di jeans di cui al massimo ne uso cinque, ed un'infinità di felpe, quasi tutte extra large, di cui cambia solo il colore..e secondo mia madre neanche quello.

Ora però non ho voglia di mettere ordine in questo caos. Ho solo voglia di camminare un po', di respirare aria fresca e liberare un po' la mente.

Non appena scendo di sotto mia madre mi fulmina con lo sguardo ma io faccio finta di nulla, come ogni sera. Prendo le chiavi di casa, le sigarette ed il cellulare e li infilo in tasca.

«Prima o poi te le brucio quelle felpe!» sbotta mia madre, non riesce proprio a farne a meno. Non le rispondo come al solito, finiremmo solo per discutere sul perché non posso e non voglio vestirmi come tutte le ragazze della mia età.

Lei non capisce che il fatto che io abbia 24 anni non vuol dire che debba vestirmi come una troia per piacere a degli uomini senza coglioni. In realtà non voglio piacere a nessuno, sto bene così, da sola nel mio mondo.

Non mi manca nulla. Ho un tetto sulla testa, del cibo con cui riempire lo stomaco, ho mia madre accanto a me, sono riuscita a diplomarmi, ho un sacco di libri da leggere nel tempo libero ed ho un lavoro. Certo, non è il lavoro dei miei sogni ma mi accontento, l'importante è poter aiutare mia madre ad arrivare a fine mese.

Le do un bacio sulla guancia, e lei mi sorride dolcemente, le basta davvero poco per sciogliersi. Le dico di non aspettarmi sveglia, ed esco di casa.

Mia madre è una donna straordinaria, è la persona più forte e buona che io conosco e di sicuro è la persona che stimo ed amo di più al mondo.

Ha dovuto affrontare molti ostacoli nel corso della sua vita. Ne è uscita a volte un po' distrutta, ma non si è mai arresa, anzi ne è sempre uscita più forte di prima. Negli ultimi anni però è molto cambiata, è stanca, e non posso biasimarla perché lo sono anche io.

Da quando all'improvviso ci siamo ritrovate da sole abbiamo solo cercato di tirare avanti nel migliore dei modi, ed economicamente ci stiamo anche riuscendo, seppur con molti sacrifici. Per il resto, invece, abbiamo cercato di darci sostegno l'un l'altra ma la verità è che non abbiamo neanche la forza necessaria per sostenere ognuna il peso di se stessa.

E quindi fingiamo di star bene, di vivere una vita normale e tranquilla, lasciando che i giorni scorrano silenziosi. È così la nostra vita ora, una serie di giornate tutte uguali tra loro. Ci alziamo, andiamo a lavoro, a volte torniamo per pranzo, a volte no, e continuiamo a lavorare aspettando l'ora di cena.

La cena per noi è il momento di incontro, l'unico momento della giornata che passiamo insieme. Ci raccontiamo com'è andata al lavoro, che programmi abbiamo per il giorno dopo o se ci sono delle novità. In realtà però non abbiamo mai niente da dirci, quindi l'intera chiacchierata si svolge in due minuti e continuiamo a cenare in silenzio guardando la tv.

Dopo cena quella meno stanca dovrebbe lavare i piatti e rimettere in ordine la cucina, ma lo faccio quasi sempre io anche se a volte non mi reggo in piedi dalla stanchezza o dal sonno. Preferisco così.

Lei invece va in camera sua, credendo di essere troppo lontana dal resto del mondo, e sfoga il suo dolore. Urla e piange. Spesso usa un cuscino per soffocare i rumori, ma io la sento comunque. Le sue urla le ho ben impresse nella mente, e lei lo sa, ma facciamo entrambe finta di nulla.

Nessuna delle due è troppo forte per affrontare la cosa o semplicemente per parlarne, magari un giorno lo faremo, o magari mai.

Sto camminando non so da quanto quando mi rendo conto di essere arrivata al parco dietro la chiesa. Mi piace molto questo posto. Di giorno è pieno di bambini che si divertono mentre a quest'ora è deserto, proprio come piace a me.

Mi piace venire qui, sedermi sulla mia altalena, fumare la mia sigaretta, e pensare ai momenti felici che ho vissuto con la mia famiglia. Momenti che purtroppo posso rivivere solo nei miei ricordi.

Sento dei passi vicini, e subito scatto in piedi. Non ho paura, ma è meglio non farsi prendere alla sprovvista. Mentre cerco di capire se ci sia qualche psicopatico nei dintorni, noto una ragazza seduta su una panchina poco distante da me.

Si è portata le ginocchia al petto, le tiene strette a se, ed ha il capo chinato. Non riesco a capire chi sia, ma ho paura che non stia molto bene, così mi avvicino piano.

«Ehi! Stai bene? Hai bisogno di aiuto?» le chiedo.

«Lasciami in pace!» urla. Ok, per il mio modo di essere sono stata fin troppo gentile, ma sto già perdendo la pazienza.

«Fa come vuoi, sta pure lì a congelare, io me ne vado.» mi volto e torno di nuovo sulla mia altalena. Per una volta che decido di preoccuparmi per qualcuno vengo pure mandata al diavolo.

«Ehi scusami, non volevo essere sgarbata, è solo che è una pessima giornata, e volevo stare un po' da sola.» si è seduta nell'altalena accanto alla mia, sembra davvero giù di morale.

«Ok, afferrato. Ti lascio in pace, ci si vede in giro.» le dico alzandomi.

«No aspetta!» mi afferra il polso «in effetti non è stata una buona idea stare qui da sola, mi fa un po' paura questo posto. Ma era il più vicino a casa mia e non sapevo dove altro andare. Puoi rimanere con me se ti va.» mi dice sorridendo.

Non so perché, ma decido di risedermi. Di solito quando qualcuno cerca di instaurare una conversazione, un'amicizia o una qualsiasi di quelle puttanate lì, io faccio di tutto per ignorarli ed allontanarmi. Ma questa ragazza ha uno sguardo perso, un po' come il mio.

Anche se siamo totalmente differenti, c'è qualcosa che ci accomuna, forse anche lei soffre per qualcosa o per qualcuno come me. Le sorrido, e mentre lo faccio penso a mia madre, se mi vedesse in questo momento probabilmente farebbe una torta al cioccolato per festeggiare!


🐨 ciao a tutti!
Ho cominciato a scrivere questo libro mesi fa, così solo per gioco, o per noia forse. Non credo di aver mai avuto intenzione di farlo leggere a qualcuno, tanto meno di pubblicarlo qui su wattpad. Ma alcune mie amiche ci tenevano un bel po', perciò ho deciso di far loro questo favore 😂 un'avventura che condividerò sicuramente con loro. Dovevo pubblicarlo un paio di settimane fa, per il compleanno della mia migliore amica, che lo aveva scelto come regalo, ma arriva un po' in ritardo perché ci tenevo a pubblicarlo quando lei avrebbe avuto la possibilità di leggerlo. E niente, dedico questo capitolo (e probabilmente anche l'intero libro) a lei. Ti voglio bene amo emylove1998 ❤❤❤

My safety place!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora