La rottura

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Il giorno dopo mi svegliai nel letto di Gio, con un mal di testa atroce, causato dalla sbornia del giorno prima. Mi girai e notai un'aspirina sul comodino e un biglietto " ti aspetto in ufficio, dormigliona, dobbiamo definire gli ultimi dettagli. "
Presi l'aspirina, facendo una smorfia di disgusto e mi ristesi sul materasso, cercando di rimettere in ordine i miei pensieri. 
A breve, sarebbe iniziata per me una nuova esperienza, sarei andata a New York e avrei gestito un'azienda. 
"La sua città" sussurrò la vocina. Sospirai, Piper abitava a New York, avremmo potuto, benissimo, incontrarci in un supermercato, in un negozio o al centro commerciale, ma non mi importava, l'avrei superata, prendendomi, stavolta, tutto il tempo necessario per farlo. 
Il punto ora era: cosa dire a Sylvie? Come dirle che non potevamo continuare a stare insieme? L'avrebbe presa male, sicuramente, ma non potevo continuare a mentirle, nè potevo continuare a mentire a me stessa, con lei non ero felice.

Sbadigliai e controllai l'orologio, erano le 10, dovevo sbrigarmi. Mi alzai e feci una doccia veloce. 20 minuti dopo, circa, ero in macchina diretta verso l'azienda. 
Varcai le soglie della Felicity Corporation alle 11 in punto, salutai Tricia alla reception ed entrai nell'ascensore diretta all'ufficio di Gio. 
Bussai ed entrai. 
-Buongiorno splendore- mi disse alzando gli occhi da alcuni fogli che stava leggendo -passato il mal di testa, post sbronza?-
-Buongiorno- risposi sedendomi -meno male che ci pensi tu a me- risposi sorridendo 

-Hai fatto colazione?- mi chiese e io negai -ti faccio portare un cornetto- disse e chiamò la sua segretaria, la quale, pochi minuti dopo entrò con un caffè e un cornetto.
-Se mi vizi così ci ripenso e non me ne vado- dissi, assaggiando il cornetto
-Ti caccio a calci, signorina Vause- disse ridendo, minacciandomi con un dito.
-Allora, quando è prevista la partenza?- chiesi curiosa
-Dopodomani-
Spalancai gli occhi, avevo così poco tempo?
-Tu sei pazzo- dissi
-Lo so, ma mi servi li da mercoledì, hai i colloqui con i candidati e devi organizzare la festa di inaugurazione, che si terrà il weekend prossimo-
Annuii e lui continuò
-Al tuo arrivo troverai la tua segretaria all'aeroporto, che ti scorterà prima nel tuo nuovo appartamento e poi in ufficio. Qui troverai Nicky e Lorna, che gestiranno il settore commerciale e tecnico dell'azienda, sotto la tua supervisione. Ti aiuteranno loro ad organizzare il party. Giovedì, invece, hai i colloqui. La tua segretaria si sta già occupando dei curriculum. Entro questo fine settimana, manderò qualcuno con il resto delle tue cose e la macchina, per cui, lasciami le chiavi di casa tua sotto lo zerbino, vedrò tutto io- 
Sorrisi -hai pensato proprio a tutto-
-Il meglio per te, sorellina- disse, dandomi un buffetto sulla mano. Io sorrisi, intenerita da come mi aveva chiamata. 
-Adesso vai, devi fare i bagagli. Vieni qui, abbracciami prima- disse con tenerezza e io mi fiondai su di lui
-Mi mancherai da morire- gli sussurrai all'orecchio
-Anche tu, ma ti raggiungerò tra un po' e verrò spesso a trovarti- promise

Uscii dall'azienda pochi minuti dopo, salutando tutti i dipendenti e augurandogli il meglio, poi mi diressi a casa. 
Fuori la porta, feci un respiro profondo e girai la chiave. 
-Sylvie- la chiamai 
-Sono in salotto- disse -Alla buon'ora, dove sei stata fino ad ora?- mi chiese chiudendo il libro che stava leggendo 
-Con Gio in ufficio- dissi -ho avuto una promozione- le rivelai felice. Lei mi saltò al collo, contenta -finalmente Gio si è deciso a lasciarti il timone di San Francisco. Quindi, adesso sarai il mio capo- disse maliziosamente iniziando a baciarmi il collo. Chiusi gli occhi, sospirando e mi staccai -dirigerò la nuova sede di New York- dissi guardandola negli occhi 

Lei spalancò la bocca incredula -New York? e quando hai deciso?- 
-Ieri, abbiamo parlato, lui me l'ha proposto ed io ho accettato- 
-Hai accettato senza prima parlarne con me?- mi disse -io non voglio lasciare la mia vita qui a San Francisco-
-infatti non ti ho chiesto di farlo- le risposi
-Come? Che diavolo significa, Alex?- 
-Sylvie, ascoltami, è da un po' che vorrei dirtelo, ma...io non so più cosa provo per te- sganciai la bomba
-Non sai più cosa provi? Ti prego dimmi che stai scherzando- disse incredula
-Mi dispiace- dissi e abbassai gli occhi, non volevo vederla soffrire. 
-Ti dispiace? Bene, Alex si dispiace allora è tutto ok. Vaffanculo- gridò arrabbiata 
-Non arrabbiarti, per favore- le chiesi 
-Non dovrei arrabbiarmi? e cosa dovrei fare, sentiamo? Urlare di felicità?-
-Io...-
-Tu cosa Alex? C'è un'altra?- disse d'un tratto
-Cosa? no! assolutamente!- mi affrettai a dire
-Allora come si spiega che ieri stavi bene e oggi no?- mi chiese incrociando le braccia
-Volevo dirtelo già da Barcellona, ma non volevo rovinarti la vacanza-
-Non volevi rovinarmi la vacanza? Ma che pensiero gentile- disse ironicamente -sei un'egoista del cazzo Alex, e io ancora più cogliona che pensavo davvero di costruire una famiglia con te! Sei un essere spregevole- 
Mi sentii una schifezza, aveva ragione, ero un essere spregevole, non perchè la stavo lasciando, ma perchè l'avevo tradita, anche se questo, non c'era bisogno che lei lo sapesse. 
-Quando parti?- chiese riscuotendomi dai miei pensieri
-Dopodomani- dissi semplicemente 
-Bene. Neanche il tempo di dirmelo che già te ne vai Ti facevo diversa Alex, diversa dagli altri, invece, sei come tutti- detto questo mi sorpassò e andò a chiudersi in camera, sbattendo la porta. Sospirai per l'ennesima volta, quel giorno e mi stesi sul divano, osservando il soffitto bianco. Poco dopo, sentii la porta della camera aprirsi 
-Vado a dormire in albergo per questi giorni, quando sarai partita tornerò a prendere il resto delle cose. Stammi bene Alex, ma ti avviso, non finisce qui, scoprirò se c'è qualcosa che mi hai nascosto- poi aprì la porta e se ne andò. 
"Un capitolo della tua vita si è chiuso, Alex!" pensai tra me e me, mentre mi fumavo una sigaretta per scacciare tutta la tensione. 
Non nego, che quel giorno piansi, nonostante mi ero imposta il contrario, ma non per Sylvie, piansi per me stessa e per Piper. Piansi perchè quella che mi ero sempre immaginata era una vita accanto alla persona che amavo più di tutte, ma che non potevo avere; piansi perchè non avevo amato abbastanza Sylvie; piansi perchè, nonostante tutto il male, io avrei continuato ad amare Piper. Non so se l'avrei amata per sempre, ma, di una cosa ero certa, non l'avevo mai, davvero, dimenticata. 

Buonasera, sono stata puntuale? Non ho molto da dire su questo capitolo. Siamo giunte, finalmente, alla rottura tra Alex e Sylvie (quanti di voi stanno esplodendo di gioia?), ma non è finita qui, ovviamente. Fatemi sapere che ne pensate e votate, votate e votate, è sempre bello sapere che c'è qualcuno che mi legge e a cui piace ciò che scrivo :)

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