Il passato di Cristal (1 parte)

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<Sveglia dormigliona devi andare a scuola>disse Josh accarezzandomi
<Mmh...>mugolo io così che Josh se ne vada

Uh per fortuna che è l'ultimo giorno di scuola e forse anche qui in Italia

penso tra me e me per poi alzarmi e scendere giù in bagno, mi lavo e mi metto legghins neri, maglione nero con un disegno di un pipistrello giallo al centro e converse nere e mi pettino i capelli castani e vado a fare colazione in cucina dove trovo Josh già in tavola.

<Oh, buongiorno Cris>mi dice Josh sorridendo
<Giorno anche a te Jo>gli rispondo sedendomi a tavola.
<Senti a proposito della partenza a Tokyo confermi si o no?>mi chiede
<Non so...sono troppo confusa...qui ho fatto fatica ad avere solo due amiche...magari lì, però allo stesso tempo vorrei dimenticarmi di tutto qui. Di Robert, delle prese per il culo, dei tradimenti e dell'amore e tutti i suoi derivati...>dico un po' arrabbiata le ultime parole <... Sai che ti dico Josh...?>continuo <che amare fa schifo! Ti fa soffrire! Prima ti senti accolta nelle braccia calde dell'amore e subito dopo ti ritrovi cacciata via a bastonate!>gli spiego stringendo i pugni <...e sai cos'altro Josh...? Che l'amore prima ti fa impazzire e poi t'illude di essere amata. Ecco la ragione perché non voglio Mai Più innamorarmi!>dico io sul punto di piangere ma caccio subito via le lacrime <Adesso vado sempre non ti dispiace>dico io alzandomi e prendendo un tost e lo zaino per poi recarmi a scuola.

POV'S JOSH

Mi sento uno schifo quando mia sorella dice ste' cazzate, perché non so come farla tranquillizzare, come farle tornare il sorriso. Anche uno per sbaglio...ma non riesco ed è solo colpa di Bobby o vorrei dire Robert Jayatilleke.

Si tratta di 2 anni fa, quando Cristal faceva ancora le medie.

Ogni lunedì mattina accompagna la mamma all'ospedale, come al solito.

La sera precedente le aveva tenuto compagnia mentre guardava la tivù. La donna era scivolata in un sonno agitato e aveva spaesato la notte sul divano. Cristal si era stretta accanto e aveva chiuso gli occhi fingendo di dormire, e sua si era tranquillizzata quasi avesse avvertito la sua presenza.

Ai piedi della scalinata dell'ospedale, tutto si era svolto come d'abitudine. Si era fermata guardando la madre salire, poi si era voltata per tornare a casa virgola mentre le parole del dottor Model Eyeagle le risuonavano in testa come un ritornello:

Farò il possibile per guarire tua madre o finirà male...

Quando risollevò lo sguardo, si rese conto di essersi spinta lontano dal suo quartiere, è una seconda occhiata le basto per capire che si trovava in quello di Bobby, un sobborgo popolare adiacente al porto.
Camminava e parlottava. Parlottava e camminava sfiorando passanti, donne che spingevano carrozzine o ragazze che sfrecciavano sui marciapiedi con gli skateboard. Proseguendo verso la casa di Bobby, ripensavo a lui con un misto di affetto e nostalgia, ringraziando il cielo di provare ancora con le emozioni.
Bobby era un ragazzo più buffo che bello. Alto e allampanato, aveva in testa un intrico ingovernabile di capelli color carota e il incarnato pallido cosparso di lentiggini.

 Alto e allampanato, aveva in testa un intrico ingovernabile di capelli color carota e il incarnato pallido cosparso di lentiggini

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Quanto Mi Fa Impazzire Quel Fotuttissimo SorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora