Prologo

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l'ennesima sveglia canta più forte che mai. guardo velocemente il display del mio smartphone: 9;45 AM. alzo le serrande, mi metto una maglietta lunga e passeggio per la camera. il sole di Barcellona brilla in cielo. i piccoli cactus di IKEA sopra la mia scrivania hanno perso colore, li vedo già più spenti. maledetta partenza. butto un occhio sul corridoio: i miei trolley sono già in soggiorno. corro in bagno e mi faccio una doccia bollente, voglio far sparire le mie ansie ed i miei problemi. un soffice accappatoio mi coccola. "Muriel! Muriel dove sei? Sbrigati, tuo padre ci ha già chiamato! Chiama Cassandra, dille che ci preparasse il pranzo, l'auto dell'azienda sarà sotto casa alle 14 precise.". ho sempre odiato mia madre ed i suoi atteggiamenti. per chi non lo sapesse, Cassandra è la nostra governante da molti anni. ha una pazienza incredibile. la invidio con tutta me stessa, non riuscirei a sopportare le presunzioni di mamma. comunque, siamo in partenza. di nuovo. stavolta Milano, la mia città. ogni volta che la sento nominare, un senso di insoddisfazione mi assale: avrei voluto viverla fino in fondo. oramai però, neanche lei ha più senso per me. nulla ha più senso. da quando sono nata, ho vissuto nelle città più importanti e chic del mondo: Londra, Parigi, Dubai, New York e molte altre. la mia unica e vera amica vive oltre oceano, ad Oakland in California. si chiama Jeanie. onde scure in testa ed il colore del mare azzurro e limpido negli occhi. l'ho conosciuta durante il mio soggiorno più lungo in una città: due anni. gli urli di mia madre mi fanno tornare alla realtà. "Muriel, devi venire a pranzare, non farti chiamare nuovamente!". smetto così di guardare dalla finestra e vado verso la sala da pranzo dove Cassandra, seduta, mi fa di nascosto un sorriso come per dire "andrà tutto bene tesoro, io sarò sempre con te"

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