Let it rain

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"Quello che voglio io da te, non sarà facile spiegare. Non so nemmeno dove e perché hai perso le parole, ma se tu vai via porti i miei sogni con te".

Ho conosciuto una persona che ha amato senza riserve.

Ho conosciuto una persona che ha amato senza remori.

Ha amato tra le trafile di persone che si accalcavano, spintonandosi tra di loro alla ricerca di attenzioni forzate da parte di qualcuno che non era disposto ad offrirne.

Ha amato, minuta, nel suo vestito di speranze, addentrandosi in un mondo che stava chiudendo le porte prima che lei potesse fare il suo ingresso.

E lei si è opposta a quella decisione, e con la sua mole tutt'altro che imponente ha spinto le porte che stavano tentando di chiudere, alla ricerca di quell'unica possibilità che aveva per essere felice.

C'erano giorni in cui non si sentiva neppure sé stessa.

Giorni in cui era talmente diversa da non riconoscere la sua immagine riflessa nello specchio.

Non voleva essere così diversa, sebbene a volte lo desiderasse così tanto.

Voleva rimanere sé stessa e ricordare.

Non sempre ricordare era doloroso, per lei.

Si ricordava di lui come si ricordano le cose dolci.

I pomeriggi d'estate in riva al mare a inspirare l'odore delle onde.

Lo ricordava come le stelle cadenti nella notte di San Lorenzo, e i desideri che riguardavano soltanto lui.

Lo ricordava come si ricordano i gelati al cioccolato divorati da piccola su un'altalena, e lo ricordava come la domenica mattina alle giostre.

Lo ricordava perché lui era stato una cosa bella.

E nonostante tutto, lo era ancora.

L'ho conosciuta, ed era piccola.

Una piccola anima che poteva tranquillamente passare inosservata, con idee troppo antidiluviane per essere accettate.

Piccola, nel suo giubbotto di pelle rosso, seduta sui gradini di quella casa, mentre con gli occhi chiusi e il mascara sbavato sorrideva verso un terso cielo di Ottobre che stava per spegnersi senza clamori, annusando l'aria che profumava di pioggia e tristezza.

E allora perché sorrideva?

Mentre le persone correvano frenetiche, in quel pomeriggio piovigginoso e malinconico, imprecando contro le pozzanghere che ostacolavano il loro cammino, lei era lì, ferma a fissare il cielo.

Aveva sempre amato l'autunno.

Le luci delle strade che si accendevano più presto, l'odore del fumo e della pioggia che bagnava la strada che si fondevano, le felpe in cui poteva nascondersi e coprirsi fino alle mani, gli ombrelli, le vetrine che iniziavano a esporre tutte quelle zucche, preparandosi ad accogliere quella festa pagana che lei aveva sempre amato.

"Ancora Halloween?"

Le sembrava di sentire anche allora la voce di sua madre che le rimbombava nelle orecchie, mentre le ripeteva quella frase come un mantra.

I suoi occhi si perdevano lungo le macchine che sfrecciavano, arrancando prima che il semaforo diventasse di nuovo rosso.

Che bisogno c'era di correre?

Remember the rain || One ShotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora