Capitolo 6-un nuovo incontro

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"Sai che lo faccio perché ti voglio bene" spiegò cercando di calmarsi un po '.

"Sì, lo so te ne voglio anch'io" ho risposto sedendomi sul mio letto appoggiata al muro, si preoccupava così tanto. Mi sono chiesta se tutto lo stress lo avrebbe messo in una tomba prima del previsto.

"Allora come vanno le cose?" Chiese, cercando di iniziare una conversazione. Mi ha telefonato ogni giorno per controllarmi. 

"Tutto bene." Non c'era modo di dirgli cosa fosse accaduto la notte scorsa, o si sarebbe presentato trascinandomi a casa.

"Sei soddisfatta del posto in cui ti trovi ?" Chiese.

"Sì, per ora si" dissi. Sono così contenta di essermi allontanata dalla sua protezione, il college e lo studio sono stati più facili che trattare con lui. Anche se questo suo modo di comportarsi era dovuto al fatto che mi volesse bene e che avesse paura di perdermi. Una volta pensò che mi avesse quasi persa e quella paura lo spinse a prendere tutte le precauzioni che potesse per assicurare la mia sicurezza.

"Devo andare, ho una riunione," mi disse.
"Ti prego di tenere il telefono con te".

"Lo farò."

"Ti voglio bene " disse. Me lo ripete ogni volta che parliamo. Penso che siano queste tre parole che la gente si rammaricava di non pronunciare per l'ultima volta a una persona amata che ha perso.
La chiamata finì e lasciai cadere il mio telefono sul letto. Buttai fuori un sospiro mentre appoggiai la testa contro il muro e chiusi gli occhi per un attimo.

"È stato così duro?" Chiese Elena.

Era stata così tranquilla da farmi dimenticare che fosse in camera con me. Ho aperto gli occhi e l'ho trovata seduta sul letto, con le gambe incrociate con un libro in grembo.

"Sì, ma è stata colpa mia, non avrei dovuto dimenticare il mio telefono" dissi, sfregando la fronte. Non le avevo mai spiegato il perché fosse così iperprotettivo. Non era qualcosa di cui mi piaceva parlare, e lei l'aveva capito. Questa è la mia possibilità per ricominciare, facendo quello che voglio, facendo i miei errori senza che il mio passato mi perseguiti ogni passo. Per il resto della giornata mi sono messa sul letto con un libro.

La settimana successiva ero occupata, tra lezioni e compiti, non ho avuto molto tempo libero. Andai sezione e ancora senza fiato, mi sedetti sulla prima sedia disponibile e cominciai a prendere i miei libri. Nonostante i miei migliori sforzi, non riuscivo concentrarmi sull' insegnante e a quello che stesse balbettando perché accanto a me c'era un ragazzo che aveva tenuto i miei pensieri occupati. Aveva i capelli biondi con gli occhi azzurri scuri, ma le fossette che apparvero ogni volta che sorrideva erano la sua caratteristica più sexy. Imbarazzata di esser stata sorpresa a guardarlo qualche volta durante la lezione ho sistemato la mia borsa non appena suonò la campanella e ho cercato di uscire dalla classe prima di imbarazzarmi ulteriormente.

"Aspetta", mi disse mentre uscivo dall'aula. Non volevo essere scortese, quindi mi fermai e mi voltai per affrontarlo.

"Sono Marco"disse mentre scorreva una mano tra i capelli.

"Sono Taylor", ho risposto mentre ho stretto la cinghia della mia borsa sulla spalla.

"Quando una bella ragazza ti lancia un paio di occhiate, non la lascio andare via senza prendere il suo numero ", disse e tirò fuori il suo telefono.
Rimasi senza parole.

" Mi darai il tuo numero? " chiese mentre il suo sguardo si posava sul mio misi in discussione  se dargli il numero, sono qui per sperimentare e non c'era niente di sbagliato, così decisi di digitarlo nel suo telefono

"ti chiamo e possiamo uscire qualche volta" disse mentre si voltò per andarsene.

Io annuii e mi fece quel sorriso assassino con le fossette ancora una volta e prima di lui me ne andai lungo il corridoio, era stata la prima volta che un ragazzo mi chiese il mio numero, e il mio cuore stava ancora martellando di eccitazione. Erano proprio questi i momenti che stavo cercato di sperimentare, ed era anche meglio di quanto avessi mai sognato. Ho sorriso a me stessa mentre mi dirigevo al dormitorio. Ho ancora il sorriso stampato sul mio viso quando ho spinto la porta per entrare nella mia stanza

"Perché sei così felice?" Chiese Elena, guardandomi con gli occhi stretti.

"Un ragazzo ha chiesto il mio numero" dissi, condividendo il mio momento con lei.

"È fantastico. Qual è il suo nome?" Chiese, chiudendo il libro che stava studiando.

"Marco," dissi

"Voglio tutti i dettagli" 

Lasciai cadere la mia borsa sul pavimento accanto al suo letto, e mi sedetti accanto a lei, ascoltava intensamente mentre le raccontavo brevemente cosa fosse successo.

"Allora, come sembra?" lei chiese. La mia prima risposta era dire che sembrava l'opposto del peccato(Colton), mi sono accorta che lo stavo paragonando a un ragazzo che a malapena conoscevo.

"È alto e biondo con gli occhi azzurri e ha le fossette".

"Ho una debolezza per le fossette", rivelò Elena, scuotendo la testa.

Pensa pensavo a Colton . Sembrava che avessi una attrazione per i cattivi ragazzi che hanno piercing e sono coperti di tatuaggi.

"Quindi, se ti chiama, uscirai con lui?" Elena mi chiede di lasciar perdere i miei pensieri.

"Certo, è davvero carino", risposi
automaticamente. Era bello, e sembrava un ragazzo simpatico perché non dargli una chance. Non potevo fare a meno di pensare,  anche se ero entusiasta di Marco ero ancora perplessa per come mi sentivo intorno a Colton, non sembrava il tipo da chiedere a una ragazza il numero, infatti era il tipo da una notte e via, poi le ragazze non le avrebbe guardate mai più. Ero così avvolta nei miei pensieri che avevo perso metà di quello che Elena aveva detto, così ho solo catturato la parte finale.

"Cosa indosserai?" lei chiese. Mi aggrottò un attimo.

"Indossare?" Ho chiesto, confusa

"Non stavi ascoltando una parola di quello che stavo dicendo" disse lei mentre mi sorrise con grande consapevolezza.

"Hai già sognato Marco?" Ho scrollato le spalle, non voglio mentire.

"C'è un party stasera" ripeté.

"Allora cosa vuoi indossare?"

La mia prima festa era stata un evento. Non volevo stare lontano dalle esperienze anche se potrebbero essere cattive. "Non sono sicura che ho qualcosa da indossare" mormorai

"Va bene, posso trovare qualcosa di mio che ti vada" disse mentre si alzò e si avvicinò al suo armadio mentre rovistava tra i vestiti le sentii dire "niente minigonne!!" così da ricordarmi come l'altra volta stetti per mostrare le mie mutandine.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 24, 2017 ⏰

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