Demons.

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Ringrazio il mio beta: Aven90 per il tempo dedicato nella revisione. Grazie per il tuo aiuto.

Mi resi conto del tempo che scorreva velocemente fra le mie mani, correva così in fretta che ricordavo appena il suo viso. Era passato esattamente un anno dalla rottura con Rosario ed io mi ero abituata al dolce gusto della libertà. Ricordavo ancora quella scena, lui di fronte a me in quella fresca sera d'estate, la sua bianca maglia larga che tendeva a ricoprirlo fin troppo e quelle sue braccia possenti. Le sento ancora mie le sue parole scandite al rallentatore e quel rumore metallico che riproduceva, continuava a martellare la mia mente in ogni istante della mia vita, voleva farmi impazzire e ci sarebbe riuscito con queste riproduzioni continue, come dei flashback:

- Tra di noi è finita Rosy -, per un attimo pensai di non aver ascoltato attentamente. Ci speravo.

Sentii il mondo crollarmi addosso e le mie sottili gambe cedere per il troppo peso. Fu troppo per me, due anni di dura lotta per stare con lui, due anni a calpestarmi per il ruolo che interpretavo, la sua amante. Giurai al mondo intero di non aver colpe perché mi aveva ingannata, ma fu tardi per me, quel mutamento si era già evoluto. In meno di un secondo mi fu spiattellato davanti agli occhi tutto quanto: il collo marchiato di baci, le bollenti carezze sulla pelle, quelle che ti mandavano in fiamme e, quel suo "ti amo" che sapeva di stabilità, di sicurezza.

- Cosa? - chiesi in stato di shock, giurai di non averlo capito dopo avermi fulminato con gli occhi.

- Ho detto che è finita, io non ti amo e non posso continuare a portare avanti questa relazione fingendo. Se dovessi mettere un punto alla mia relazione e stare con te, dovrai essere mia anche fisicamente. E se davvero mi amassi verresti a letto senza alcun timore. -

Confusione. Per un millesimo di secondo percepii circolare in me la confusione. Poi, tutto si trasformò in rabbia, odio e rancore. Sapevo che sarebbe arrivato quel momento ed io non volevo affrontarlo, non perché non avessi intenzione, ma per il gusto di non dargli spiegazioni. Non li meritava, non se sei consapevole di essere la sua merce fresca del sesso, non se ti ritrovi a essere un'amante. Se lui mi avesse amata, avrebbe dovuto rimediare. L'unica ancora di salvataggio sarebbe stato la fine della loro relazione.

- Che puttanata stai dicendo? Mi hai mentito per tutto questo tempo e adesso vorresti uscirtene così. Sei un pezzo di merda!- Sputai con gli occhi schizzati di rabbia e sangue, lo vidi pronto a dibattere, ma non fece in tempo che in un nano secondo la mia mano scattò verso la sua guancia tralasciando un lieve eco del suo rumore.

- Sparisci dalla mia vita, tu per me non esisti -, biascicai con un nodo stretto alla gola, pronto a scoppiare da un momento all'altro. Non volevo piangere, non era degno delle mie lacrime così scappai via velocemente con il cuore che urlava di smetterla, che scalciava per uscire.

Quello che avvenne dopo non saprei spiegarlo. Non fui in grado di reagire per molti mesi, mi limitai a colpevolizzarmi e a espellere migliaia di lucciconi. Fu così che entrai in una sorta di depressione rifiutando le visite degli amici e urlando contro la mia famiglia quando mi offrivano un aiuto. Cercavano in tutti i modi possibili di convincermi a mettere qualche boccone nello stomaco, dato l'assurda perdita di peso. Più notavo gli sguardi preoccupati della mia famiglia e il viso malinconico di mia madre, più pensavo di doverci a provare perché mi si frantumava il cuore a causare quei dispiaceri. E per quanta volontà avessi avuto nel fare quel piccolo passo, non bastava. Tutte le volte che osavo ad assaporare qualche piatto avvertivo qualcosa di strano dentro il mio corpo minuto, un conato disgustoso che invadeva i miei organi, così tutte le volte che accadeva frettolosamente, mettevo una mano sulla bocca alzandomi dalla sedia e correndo verso il bagno.