Era appena iniziata la primavera, la stagione della rinascita, dell'amore.
Amore.
Quella parola non aveva un vero e proprio significato per me, non mi ero mai innamorata e non ne avevo intenzione, o meglio, non ne provavo interesse.
Nella mia vita c'è stato un fluire di persone, insignificanti, che mi hanno riempito la testa di: 'oggi sono triste il mio ragazzo mi ha lasciata, non voglio più vivere', 'spero di piacergli, mi sono fatta carina soltanto per lui', 'quanto è bello amare ed essere ricambiati'.
Non lo capivo, non lo capisco e non lo capirò mai, come poteva un sentimento condizionare così tanto la vita? Come può la vita diventare una bambola nelle mani di un'altra persona?
Volevo essere libera, come i petali di ciliegio che danzano nel cielo, volevo vivere la mia breve vita, essere splendida, per poi abbandonarmi alla forza delicata del vento e lasciarmi andare, lontano, in un'altra città, regione, nazione, oppure in un altro universo.
Ma ero consapevole che una fantasia del genere non potesse essere avverata, sostanzialmente per un motivo:
La tanto agognata libertà non esiste, fortunatamente, oserei dire: chi mai avrebbe il coraggio di vivere in un mondo dominato dal caos senza alcun principio morale? Non era forse meglio illudersi di essere liberi? Vivere in un sogno è più facile rispetto all'affrontare la realtà dura e schietta com'è, ci limitiamo, giorno dopo giorno, a filtrare qualsiasi cosa, una parola, un gesto, un sentimento, cercando di trovare un significato nascosto, allegorico.
Scientificamente il ciclo vitale è: nascere, crescere, riprodursi e morire, il ciclo vitale di una persona nella media invece è: nascere, crescere,riempirsi la testa di illusioni, riprodursi (se ne si ha voglia), e finalmente, dopo una vita passata tra menzogne: morire.