Chiudi questo libro

23 3 1
                                    


M'impegno tanto a non farmi capire,
celando i miei intenti in parole pompose,
segnando ogni basso mezzo retorico
che chi mi legge confonda e tenga lontano.

Mi cullo con cura nel mio grembo di carta,
tra macchie sbilenche di forma assordante,
battute mancate come denti da latte
caduti lasciando un disadorno sorriso,
pieno di buchi tra un osso ed un altro,
da cui esce un frinire sciancato e infantile.

Questo sono io:
alle mie parole io vi comando
di girare altrove il collo e non ascoltare,
ché tanto di ghiande collane non si può fare,
né col pastone gemme di anelli
per adornare il gusto vostro d'umani. 

Io al massimo vi lancio addosso la monnezza
che rimedio dai cassoni con le mie zingarate:
vi fa schifo? È la crusca di parole che ammucchiate
abbandonata tra un cicaleggio quotidiano e l'altro,
quando dalle labbra vi premurate piovano brillanti
e la fibra ripulite da fuori, perché anche dentro brilli
la coppa dei vostri traguardi e valori, bella lineare,
priva di grumi e bolle e brutte croste da sentire.


Eccole qui: l'escrescenze vi rammento che vi siete estratti
e ve le servo a crudo tra le pagine a seguire;
amico lettore, questo libro maledetto getta nel cesso 
e dimentica proprio come il ciarpame dimentichi
che puoi trovare rugginoso ad angoli di strade.


Chi darebbe una mela ad almeno una dea
se sfilassero arrancando balbettanti,
capelli radi e occhi spiritati,
strusciando le piante tra i corridoi d'un manicomio?



Materiali Non Riciclabili e Scarti AlimentariWhere stories live. Discover now