Da bambino pensavo ci fossero due Soli: uno che sorge, e un altro che tramonta. Strano come le convinzioni più radicate possano rivelarsi del tutto sbagliate, una volta che si impara a guardare il mondo con occhi diversi. Così come da bambino ho imparato la desolazione dell'universo, la solitudine dell'enorme palla di fuoco attorno alla quale ruotiamo, così pensavo di aver imparato la mia, di solitudine, di un fantasma che vaga sulla terra senza meta, senza affetti, senza amore.
Dicono che l'uomo tenda al bene assoluto. Stronzate.
Ho le nocche delle mani distrutte, a testimoniarlo. Pensaci un attimo: una sfera fiammeggiante che trascorre la sua eternità completamente da sola, e a cui nessuno può avvicinarsi per non restare incenerito; è terribile.Ma, di nuovo: è strano come le convinzioni più radicate in noi, possano rivelarsi del tutto sbagliate, e così come da ragazzo pensavo di aver imparato la desolazione del creato, da adulto ho capito che il me stesso bambino non aveva tutti i torti. Ci sono due soli nell'universo. Due soli, e non due Soli. Non cambia poi molto, no?
E di errori ne ho fatti tanti, come quando vedendo gli effetti del metadone negli anfratti dei quartieri popolari, ho supposto non ci fosse un Dio. Oppure quando vedendo un uomo invocare invano il nome di suo figlio, ho pensato fosse un bastardo.
Ma Dio è il nome che diamo a qualcosa di così grande da non poter essere capito; qualcosa di eterno che ci seppellirà tenendo vivo il nostro ricordo. Una speranza.Così come da ragazzo ho ripudiato Dio e la sua infamia, da adulto lo ritrovo ogni giorno nei tuoi occhi e nella tua voce, come un mistico velo che rende misteriosa la tua grandezza. E non è l'amore che provo per te ad essere irrazionale, sei tu ad esserlo. Magica nella tua perfetta imperfezione, incredibile in ogni cosa che fai, come se provenissi da una qualche favola e portassi il nome di un Dio personale più grande persino delle leggi di natura. Fatico ancora a credere che tu mi abbia scelto, così come io ho scelto te; che mi appartenga, così come io appartengo a te.
E quindi i due soli, si sono trasformati in Soli. Brillanti sfere di fuoco che collidono amandosi nel vuoto, creando tremende lingue di fuoco per spaventare chiunque osi mettersi tra di loro. E non c'è più desolazione nell'universo, solo passionale ed estremo calore che dona vita e la donerà nel grembo di una Dea, sposa di un fantasma divenuto uomo dopo aver imparato ad amare.
Così come da ragazzo ho ripudiato Dio, da adulto io lo amo. Da uomo io la amo. Ti amo, motore del tempo che mi circonda, spazio vitale, Sole, vita, mio tutto.
Sei l'universo e le sue leggi: la gravità che preme sul mio corpo, l'inerzia tra le coperte dopo gli ansimi, la forza che ci trascina in un tornado solitario. Io e te trasportati dal vento. Non unici soli, ma unici Soli di questa realtà di miseria, sporca, viscida, in cui tu brilli facendo brillare tutto il resto.
Amore mio, fino ad ora non avevo mai pianto di gioia. Ho guardato il mio riflesso allo specchio e non ti ho vista alle mie spalle. Mi sono arrabbiato con il mondo che ci ha trattati da cani fino ad ora, e con i suoi aguzzini che ci hanno tenuti rinchiusi e separati.
E voleranno ossa di bastardi se vorranno impedire la felicità di chi mi ha dato la vera vita. Io, uscito dal grembo materno come un mostro, divenuto re dopo averti incontrato.
E ora sorrido, sorrido di gusto perché so che sarai mia, avendo domato ogni me stesso che abbia mai occupato questo corpo. Strano, come le convinzioni più radicate possano rivelarsi sbagliate, vero? Io che negli ultimi mesi ho voluto scacciare la parte di me che impugna la spada, ora la reclamo per venirti a prendere. E verrò senza cavallo, in compagnia di un bacio, in compagnia di un sorriso, di un'altra lacrima di gioia, di un abbraccio, di mani per stringerti.
Il senso della mia vita è renderti felice. Aspettami, e bruceremo così forte da far sanguinare la galassia. Ti amo.