More than this.

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"E adesso More Than This"
Sento Liam accennare queste parole, per annunciare la nostra prossima canzone mentre ci troviamo seduti sul divano di pelle rossa. Non tutti. Harry è in piedi. Sembra irrequieto, sembra voglia dire qualcosa, lo vedo aprire bocca, fissarmi e poi richiederla subito dopo. Forse ho esagerato con questi pantaloni. Troppo chiari, troppo stretti, troppo sottili... se si considera che non indosso boxer sotto. E tu lo sai. Perché lo faccio sempre. Perché non li indosso mai quando sostituisco i jeans a dei pantaloni più morbidi, come in questo caso. Adesso è Zayn che sta parlando. Vorrei sapere cosa sta dicendo ma sento già i tuoi passi sempre più vicini per poi fermarsi dietro di me. Il tuo dolore forte, dolce, buono, mi invade le narici ed arriva subito ad annebbiarmi la mente. Mi fai sempre lo stesso effetto. È passato più di un anno da quando ho sentito il tuo odore così tanto vicino a me, addosso, accanto, la mattina, la notte, sempre, ovunque. Adesso sento i tuoi ricci solleticarmi il viso e vorrei tanto avere la forza di ignorarti ma non ce l'ho. Inclino leggermente la testa, quasi ad accoccolarmi alla tua. Il tuo fiato caldo contro l'orecchio ed il mio cuore che batte all'impazzata. Vorrei non averti dato tutto questo potere. Ma l'ho davvero scelto? E speravo che rimanessi zitto, che non dicessi una parola, che ti fossi avvicinato solo per sentire il mio odore o lasciarmi un bacio invisibile agli occhi di molti, ma percettibile in tutto il mio corpo. E invece..
"Mi stai facendo impazzire con questi addosso.."

i tuoi occhi puntati sui pantaloni ed una mia gamba scatta quasi automatica più vicina al divano, mi sento già andare a fuoco ed ancora avevi solo pronunciato quelle parole che era quasi ovvie, aspettate, cercate, desiderate.

"..appena scendiamo di qui ti farò pentire di avermi torturato così"
ti sento allontanare e scatto subito a guardarti, non posso credere che tu mi abbia appena fatto venire un'erezione sul palco, dove tra pochi secondi dovrò alzarmi e cantare. Dio, dovrò cantare. Ed ho la gola talmente secca che non credo di riuscire a pronunciare nemmeno una sillaba. Ti guardo confuso, anche un po scocciato, ma tremendamente eccitato. Il mio sguardo vorrebbe urlati 'che cazzo fai harold, siamo sul palco!' ma anche 'mantieni la promessa ti prego, non vedo l'ora'. Ovviamente credo tu abbia colto solo l'ultima parte dei miei pensieri perché non fai altro che peggiorare la situazione. Mentre procedi indietreggiando con ancora lo sguardo su di me sussurri un "sono eccitato da fare schifo!" riesco solo a pensare che allora siamo in due! È il mio turno di alzarmi e parlare e lo so, Dio se lo so, di essere in uno stato imbarazzante. Per fortuna lo show sembra scorrere velocemente e senza ulteriori - come dire - inconvenienti. Finita l'ultima canzone salutiamo e ringraziamo come sempre per poi sparire dietro le quinte. Cerco di fare l'indifferente nonostante ogni parte di me stia urlando di essere toccata da te. Come accade sempre ormai sembra che i miei pensieri sfiorino direttamente i tuoi. Sento infatti la tua mano cingermi il polso, quasi con violenza penserei se non fosse che so per certo quella sia solo passione e voglia di me, come io ce l'ho di te. Non appena entriamo non ho nemmeno il tempo di fiatare che sento la porta chiudersi e le tue mani già dappertutto su di me. Posi le mani sui fianchi come per sollevarmi e quindi per istinto allaccio le gambe al tuo bacino. Non credo esista sensazione migliore al mondo che sentirmi schiacciato contro te, a stringere le gambe più forte solo per il gusto di farti sospirare. E sembri così piccolo, così gracile.. ma sei forte, tanto che in un secondo mi ritrovo schiacciato contro la porta e la tua bocca a torturarmi. Ti sento sospirare pesantemente, mi sembra di poter sentire i tuoi pensieri, le mie mani che non hanno smesso un secondo di accarezzarti i capelli.
"Come cazzo ti è saltato in mente di mettere questi Louis?"
"Sono solo pantaloni"
Lo so. Sto giocando con fuoco. So che non sono "solo" pantaloni. So che ti hanno fatto uscire di testa. So anche che li ho indossati apposta.
"Mi prendi per il culo? "Solo" pantaloni? Cristo Louis si vedeva tutto!" vorresti sembrare scontroso, arrabbiato, ma la tua voce ti tradisce perché così incarnata dalla passione, forse, non l'avevo ancora sentita. E questo mi fa eccitare ancora di più se possibile. Inizio a strusciarmi, come posso, su di te. Solo allora forse ti accorgi di quel dettaglio che presto ti farà prendere il controllo.
"Cazzo Lou..." un sospiro lungo, mal trattenuto, scappato "..non hai le mutande!" e non è una domanda, perché lo sai bene che c'hai preso
"No.."
"Non era una domanda.. lo sento!"
Il braccio sinistro rimasto a reggermi malamente, mentre la mia gamba poggia a terra, e la tua mano destra già sulla mia erezione, attraverso il sottile strano del pantalone. Ti tremano le gambe. Incredibile. Tremi senza che ti abbia toccato. Tremi solo toccandomi. Fai qualche passo indietro, mi stacchi del muro e torno con entrambe le gambe a terra. Mi stringi di nuovo il polso e mi porti verso il tavolo. Mi sollevi ancora una volta per i fianchi e mi poggi li.
"Questi adesso li togliamo.."
Abbasso gli occhi perché sostenere il tuo sguardo, a volte, è davvero troppo. Ma ciò che vedo non fa altro che aumentare la mia eccitazione. Le tue lunghe dita stanno adesso cercando di sbottonare i pantaloni, la foga ti fa perdere lucidità e quindi con una mano aiuti i tuoi movimenti.
"Scusa.." sussurri "..sono un imbranato" le guance a colorasi leggermente di rosso.
"hei.. ma che dici? Guardami!" con due dita ti sollevo dal mento, e finalmente occhi dentro occhi, ancora, di nuovo, sempre
".. sei perfetto!
 Vedo una scintilla nei tuoi occhi, i complimenti, i miei, solo i miei, sanno farti accendere come non mai. Tiri giù in un colpo secco i pantaloni già slacciati, fino alla caviglie, ti abbassi, togli la scarpe e li sfili. Alzi lo sguardo. La mia erezione adesso già libera. Lecchi le labbra, fissi, osservi, quasi come fosse la prima volta. Poi una mano ancora un po indecisa a stringermi con decisione.
"Cazzo..." Tiro la testa indietro, la poggio contro il muro, occhi chiusi, bocca aperta. A sospirare, chiamarti, gemere, imprecare, per te, solo e sempre per te. Riprendo lucidità, apro gli occhi, sto quasi per dire qualcosa ma le parole mi muoiono in bocca quando vedo che con l'altra mano sei sceso a toccare anche te. Stesso ritmo, stetti movimenti. E vorrei urlare, strapparmi i capelli. È troppo, tutto troppo. Ti chiamo, ti prego, ti desidero.
"Harry.. per favore"
"Cosa?"
"Ti prego"
"lo sai che amo quando mi preghi.. quando ti inginocchi.."
"La smetti?"
"..fammi finire. Ma, devi parlare, chiedere.. lo sai"
"fai l'amore con me, ti prego, Harry.."
"ok, ok.. cazzo sì, ok" mi affretto a spogliarti un po come posso, sono quasi bloccato interamente dal tuo corpo contro il mio su questo tavolo. Ti aiuti da solo, scacci via scarpe e pantaloni in due mosse. La maglia già a terra da qualche parte insieme alla mia. Nudi. Di tutto. Vestiti, barriere, bugie, segreti. Nudo. Mio. Nudo. Tuo.

"Baciami"

E sembro disperato, forse lo sono. Disperato per te, di te. Dei tuoi tuoi baci. E lo sai. Mi baci come fosse la prima volta, come se fosse anche l'ultima. La mano tra i capelli a stringere per tirare indietro la testa ed invadermi totalmente. Sento tutto. Le farfalle nello stomaco, gli angeli cantare, le campane suonare. Sento tutto. Sento te. Sentire. Che verbo speciale. Sentire, con il cuore, con le mani, con la pelle, con la testa e poi con la parte più intima di me. Sentire te, sempre. E poi è un attimo, sei dentro di me. E sento di essere nel posto giusto attorno a te. E sento che tu sei nel posto giusto dentro di me. Uniti davvero, mai così come in questi momenti. Dentro e fuori, ancora, due, tre, dieci volte. E sospiri, urla, frasi, parole, ti amo. E non riesco a lasciarlo un pensiero e quindi "ti amo" sento una lacrima scivolare dagli occhi e cadere sulla mia spalla, dove la tua testa era poggiata ormai da qualche minuto.
"Perché piangi?"
"Perché è bello, tu sei bello, e siamo belli noi. E mi ami. Capisci? Tu mi ami". I movimenti del bacino fermati, la testa ancora nell'incavo del collo. Le labbra a sfiorare la pelle dietro l'orecchio. Le mie braccia a stringerti forte, fortissimo, tanto da sentire quasi male. Male alle gambe, al petto, all'erezione schiacciata, male al cuore nel vederti piangere, male al cuore per amarti tanto.
"Si.. ti amo. E tu? Harold.. Tu? Mi ami?"
"Certo che ti amo. Lo sai."
"Lo so" E vorrei essere uno qualunque, vorrei non essere io, vorrei non essere Louis che è amato da Harry, vorrei non avere un sorriso ebete ogni volta che mi sfiori, vorrei non avere le lacrime agli occhi ad ogni ti amo, vorrei anche sembrare sicuro, spavaldo, perché lo so che mi ami, perché lo sento. Ma quanto è bello sentirlo da te?
"Il solito strafottente"
"stiamo qui a discutere o vuoi scoparmi?" Il tuo sguardo corrucciato per il mio linguaggio ma il tuo bacino che aveva già ripreso a muoversi.
"Io non ti scopo Louis.. Lo sai che odio quando lo dici. Io con te ci faccio l'amore."
Deciso, fermo, sicuro. Perché odi l'idea che io mi senta poco considerato, che io non capisca quanto per te sia importante quello che stiamo facendo. Perché mi ami. Perché io sono e sarò sempre Louis che è amato da Harry. È mentre mi perdo a pensare a noi che finisco per riversarmi sul mio stesso petto, senza che le tue mani abbiamo fatto nulla. I brividi alla schiena, le scosse alle gambe, il battito accelerato e la voglia di scoppiare di nuovo sentendoti ancora dentro me. Duro, caldo, pronto.
"Vieni, dai".
Due parole appena sussurrate ad un orecchio. Due parole che hanno il potere di diventare realtà. È proprio al suono di quelle due parole che finisci dentro di me mentre con un abbraccio mi stritoli il corpo minuti contro il tuo già visibilmente più grande. Ti accasci su di me come puoi. Le braccia ancora a stringermi e la testa sulla mia spalla. Lascio baci tra i capelli e con le mani ti accarezzo la schiena, piano, quasi a cullarti. Mi ricorda la prima volta che abbiamo fatto l'amore, sul quel letto piccolo tanto da farci stare stretti stretti. Occhi negli occhi, naso a sfiorarmi e mani a scaldarti dal freddo dell'inverno a Londra.
"Stai bene?"
"Secondo te?"
"Non lo so, te lo sto chiedendo"
"sto bene. Tu, stai bene?"
"Mi fa male il culo ma sto bene!"
"L'hai voluto tu, mi hai provocato"
"allora vorrà dire che indosserò più spesso quei pantaloni" il tuo sguardo già vivo e di nuovo dentro il mio.
"Non t'azzardare Louis, non sul palco almeno"
"quanto sei suscettibile!"
"Suscettibile? Io? Lo faccio per il tuo culo. Poi cos'è sei passato al lato oscuro adesso?" "Diciamo che potrei aver rivalutato positivamente questo aspetto del sesso"
"Oh, a qualcuno qui piace avermi dentro"
"Moccioso, non gongolare troppo ok? Piuttosto rivestiamoci che gli altri ci staranno cercando". 

Io non lo sapevo mica che si potesse amare così qualcuno. Fino a dargli tutto. Fino a cambiare ciò in cui credevi e ciò che credevi di essere. Fino a capire cosa mancasse negli occhi delle altre dopo aver visto i suoi. Fino a capire che sarei voluto essere la sua luce tutte le volte in cui si sarebbe smarrito. Fino a capire e fargli capire che lo avrei sempre riportato a casa.

One and OnlyWhere stories live. Discover now