🔥LUCI ROSSE🔥 noi vi abbiamo avvisato
"John. John venga subito, è successo di nuovo!" Una voce femminile urlava agitata al telefono mantenuto con mani tramanti.
"Va bene. Signora Hudson, sto arrivando. Non si preoccupi"
Rispose un'altra voce leggermente tremolante probabilmente per lo sforzo di sembrare calma nascondendo la preoccupazione
"È completamente uscito fuori di testa. Non la smette di sparare al muro e di urlare, si crede un pirata!"
Continuava la voce femminile sempre più agitata
Oh cielo, e menomale che doveva smettere.
Pensava l'uomo che si affrettava sul marciapiede per raggiungere il prima possibile la casa
"Va bene si calmi. Sono arrivato"
"Oh grazie al Cielo John! Ora le apro"
La porta cigolò e l'uomo salì le scale
"Signora Hudson, non si preoccupi ora ci penso io"
"Sisi. Vado a fare un the"
L'uomo osservò la signora sparire in una stanza e sobbalzò udendo un colpo di pistola nell'appartamento dietro di lui. Si girò piano e dopo un profondo sospiro si decise ad aprire la porta.
Pov's Sherlock
Sento la porta cicolare così mi giro barcollando leggermente per la rapiditá del movimento. Mi tranquillizzo subito vedendo John Watson entrare nell'appartamente e guardarmi
"Oh ciao John!" Lo salutai allargando le braccia e abbattendo una lampada
"COLPITO E AFFONDATO. AVANTI JOHN. CI ACCERCHIERANNO. PRENDI IL TIMONE" urlai entusiasta al dottore vedendo la lampada cadere atterra e ricaricando la pistola
"Sherlock..." iniziò lui guardandomi in maniera strana e avvicinandosi lentamente.
Io risi
"ANDIAMO MARINAIO. DEVE PRENDERE IL TIMONE. DOBBIAMO NAVIGARE IN QUESTE TORBIDE ACQUE E RAGGIUNGERE LA TERRA FERMA" continuai convinto che John non avesse capito il mio precedente ordine. Insomma lui doveva guidare la nave, altrimenti non arriveremo all'isola del tesoro
"Sherlock. Calmati, metti giù la pistola" mi disse sempre più vicino e con quello sguardo strano
"Ma John! Dobbiamo poterci difendere se dei corsari decidessero di attaccare la nostra nave!" Continuai, era ovvio no? I corsari. Dobbiamo poterci difendere dai corsari.
Sparai un colpo dietro di me che colpì la nave dei nemici. vidì John accentuare quello sguardo.
"Sherlock. Non c'è nessuna nave. E neanche i corsari. Dammi la pistola"
Mi guardai intorno e la nave stava pian piano sparendo sostituita dal mio appartamento, non ero più vestito da pirata ma avevo la mia solita camicia, i corsari sparirono e al loro posto compare il solito muro.
''Ma. Io io ero su una nave. John c'eri anche tu!"
"Lo so Sherlock. Adesso dammi la pistola" si avvicinò ancora di più e io lasciai la presa sull'arma subito afferrata da John.
Adesso capivo ciò che era sucesso. Anche se confuso adesso capisco che era stata tutta un'allucinazione dovuta alla droga.
Sorrisi
"Dovevo capirlo" iniziai "era ovvio. I corsari, la nave, tutte allucinazioni dovute a tutto lo schifo che mi circola nel sangue." Alzai gli occhi su John "è così John?" Lui mi guardò appoggiando la pistola sul tavolo pieno di intrugli della cucina
"Già. È così"
Scoppiai a ridere
"Perfetto. Di alla signora Hudson che adesso può stare tranquilla"
"Sherlock..." mi disse John mentre io tornavo ad analizare le foto riguardanti un caso a cui stavo lavorando
"Sherkock..." continuò
"Mi è capitato un caso interessante sai..."
"SHERLOCK"
Mi girai lentamente verso il dottore adesso abbastanza arrabbiato al centro della stanza
"Si?..."
"Devi smetterla" mi disse serio
"Di fare cosa?" Chiesi ridendo amaramente
"Di prendere quella merda. Ti rovinerai. Anche Molly ha detto che se continui così ti rimarrano solo settimane di vita"
"Beh la paura rovina una vita intera la morte un giorno solo"
"Sherlock io non ti permetterò di morire in questo modo. Sei un genio ma a volte mi sembri così stupido"
"Io sarei stupido? John io non posso smettere. Non posso farne a meno è una dipendenza..."
John si avvicinò a me
"Io ti aiuterò a smettere" mi disse serio e a queste parole io risi
"Mi aiuterai a smettere eh?" Lo afferrai per le spalle e lo inchiodai al muro di fronte a noi
"Non si può smettere una cosa del genere. Il mio corpo ne ha bisogno. Buffo no? Il mio corpo necessita della sostanza che mi sta uccidendo"
John continuava a guardarmi negli occhi mentre io continuavo il mio monologo
"John. Sai qual è l'unico modo di smettere una dipendenza?" Domandai e mi avvicinai di più al suo viso potendo sentire il suo respiro sul mio volto
"Lo sai?" Insistetti
"N-no" soffiò in un sussurro e notai il suo sguardo scivolare sulle mie labbra
"L'unico modo di smettere una dipendenza..." iniziai avvicinandomi tanto da fai toccare i nostri nasi
"...è trovarmene una nuova" gli soffiai direttamente sulle labbra prima di farle mie.
Lo baciai senza alcuna delicatezza in preda al bisogno, alla rabbia e alla sfrustrazione per la situazione in cui mi trovavo. Lo sentii rispondere al bacio e questo mi sorprese non poco. Che lo stesse facendo per accontentare le follie di un tossico o che piacesse anche a lui?
Ci staccammo quando i nostri polmoni furono a secco d'aria lo guardai e sorrisi poi mi abbassai sul suo collo e lo baciai. Lo sentii gemere direttamente al mio orecchio
"Lo prendo per un sì" dissi sorridendo nell'incavo del suo collo
"Ah-Cosa?"
"John. Vuoi essere la mia nuova dipendenza?"
Lui non mi rispose. Mi baciò e basta.
"Prendilo per un sì"
Sorrisi e gli afferrai i capelli tirando in modo da farlo gemere per il dolore e la sorpresa e per fargli scoprire completamente il collo.
"Ma ti avverto John..." iniziai baciando di nuovo il suo collo
"Noi tossici..." continuai scendendo un pò e mordendolo facendolo sobbalzare
"...Con la nostra dipendenza..." scesi ancora e lo morsi di nuovo
"...Non siamo..." scesi ancora mordendolo all'attaccatura tra spalla e collo più forte sta volta e sentii un lamento di dolore da parte sua
"...molto delicati" conclusi leccando il vistoso segno rosso con la forma dei miei denti
Iniziai a sbottonare la sua camicia e lui mi levò la giacca.
Iniziai a succhiare e mordere leggermente una spalla
"Ah!" Mi ricordai "siamo anche molto gelosi...della nostra dose" dissi leccando l'incompleto succhiotto sulla sua spalla "...tutti devono sapere che è mia" conclusi succhiandolo ancora una volta e staccandomi per ammirare soddisfatto il mio lavoro
Per un solo istante i nostri sguardi si incrociarono. Gli occhi di John così caldi e umani nei miei, così freddi e meccanici. Ma questo non importava adesso, l'unica cosa che riuscivo a sentire era l'eccitazione, i vestiti troppo stretti appiccicati al corpo che mi stavano soffocando, John, il mio John qui davanti a me con il collo e la spalla macchiati di rosso, sorrisi, è mio e adesso tutti lo sapranno.
Mi sentivo soffocare in quei pantaloni d'un tratto scomodi e assolutamente troppo stretti come la camicia. Tutti intralci e io volevo di più, necessitavo di contatto, della mia dose giornaliera per non uscire di testa. E solo John poteva darmela. Ripresi a sbottonare la sua camicia con foga facendola cadere a terra e poi iniziai con la mia che per la fretta e l'impazienza perse gli ultimi due bottoni saltati chissà dove.
John era lì e mi guardava, nei suoi occhi brillava lo stesso desiderio che animava i miei, chissà se anche lui aveva una dipendenza adesso.
Tornai a tormentare le sue labbra, ancora e ancora senza mai stancarmene. Di più, me ne serviva di più. Feci vagare le mani sul suo petto nudo scendendo piano verso i suoi pantaloni arrivando alla cintura, giocai con quella striscia di tessuto che in quel momento rappresentava solo un inutile ostacolo. La slacciaii e anche quella finì per terra a far compagnia alle nostre camicie. Quel giorno John indossava un camicia e non il solito maglione, una mia camicia. Quella mattina non mi ero neanche accorto che me l'avesse rubata, troppo perso nelle stanze del mio palazzo, adesso quel pensiero mi faceva ridere.
John finalmemte sembrò rianimarsi e raggiunse i miei pantaloni iniziando a slacciarli.
la stessa cosa feci io e presto sparirono anche quei due ostacoli comunemente chiamati pantaloni.
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I corpi a contatto i battiti frenetici del cuore nei nostri petti ,il respiro affannato, i baci frenetici, i gemiti sommessi, era tutto perfetto. Lì appoggiati a un muro di quella casa disordinata che aveva ascoltato le storie più bizzarre di decine e decine di clienti passati di lì. Seduti a quella sedia che raccontavano la loro storia a quei due, il sentimento e la logica, il calore e il freddo,il rosso e il blu, amore e psiche, loro due soli contro il mondo. Perchè quando Sherlock era perso c'era sempre John a guidarlo. John incredibilmente attratto dal pericolo e dall'adrenalina, quella sensazione inebriante di poter sputare fuoco da un momento all'altro. E Sherlock, un mostro che gioca dalla parte dei buoni, dalla parte degli angeli, angeli come John che non riescono a capire come una persona possa non provare sentimenti, come possa restare indifferente a tanta morte e sofferenza. John, l'unico degli angeli in grado di aprire gli occhi, di vedere oltre l'apparenza, di vedere oltre e di accorgersi che quel consulente investigativo non era un mostro, anzi, era l'umano più umano che avesse mai conosciuto. E adesso erano lì incapaci di controllarsi in alcun modo ad affrontare sentimenti...
Perchè ti interessa di lui?
Perchè ascolti il suo parere?
Perchè lo guardi uscire di casa e camminare per strada dalla finestra?
Perchè fai finta di non accorgerti che è uscito?
Perchè fai ancora finta di non provare sentimenti per John Watson?
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Addiction-Johnlock
FanfictionUno Sherlock frustrato e esausto consumato dalla droga e un John deciso a fare qualcosa per lui incapace di vederlo autodistruggersi YAOI