Era una mattina di Giugno quando Elena per la prima volta arrivò a Milano, faceva caldo ma tutto le sembrava così bello, tutto così grande, non aveva niente in comune con il paesino di campagna in cui lei era cresciuta.
Guardò l'orologio quando arrivò nella stazione centrale di Milano e per poco non lanciò un grido, "Cazzo, farò tardi al mio colloquio di lavoro, cazzo no, non posso" e con la valigia e il cane iniziò a correre verso la metro.
 Incurante delle persone che aveva avanti andò a sbattere a un uomo, "Cazzo, guarda dove cammini" disse spontaneamente senza nemmeno guardarlo in faccia, alzò lo sguardo e l'uomo a cui aveva sbattuto le fece un sorriso e disse a sua volta "Forse sei tu che devi guardare dove cammini!" Elena fece una smorfia, odiava gli uomini così prepotenti e menefreghisti e aveva  quel sorriso che, se solo avesse potuto l'avrebbe preso a schiaffi, Elena urlò  "Senti vaffanculo. Togliti di mezzo!" 
L'uomo sorrise di nuovo, si toglie di mezzo e dice facendo segno con la mano in modo galante "Ma prego principessa, dopo di lei".
Elena era su tutte le furie lo guardò e per poco non le spudava in faccia, e poi, cazzo sorrideva, era da prendere a schiaffi, così urlò "Ecco, ora per colpa della sua presunzione io farò tardi al mio appuntamento, felice?" Lui scoppiò a ridere dicendo "Felicissimo. A mai più"  Elena sbuffò e corse prima di perde la metro che stava appena arrivando. Entrò in metro, era affollata e non c'era posto per stare seduta, lei non ne poteva più, era stanca e voleva rilassarsi, ma si adattò a rimanere in piedi. 

Alla prima fermata una signora scese così un posto si liberò, corse per fare in tempo a sedersi ma lei si scontrò di nuovo con un uomo, "Vaffanculo oggi ce l'avete tutti con me" esclamò Elena, sentì una risata alle sue spalle, si girò non crede ai suoi occhi, di nuovo l'uomo di pirma, "Ma cazzo ti ridi, mi stai per caso pedinando?" lui con il solito sorriso sulla faccia le disse in modo tranquilla "Ma tu sei sempre così gentile con gli sconosciuti?" lei sbuffò dicendo "Con quelli che mi pedinano sì. Ora per favore, si tolga, sono stanca, voglio stare seduta, lasciami in pace" Lui si alzò e le concede il posto "Prego principessa" disse con il solito sorriso sulle labbra. Lei urlò "Non chiamarmi principessa che non ti conosco nemmeno"  lui le risponde mentre si allontanava "Va bene principessa, come vuoi"...
Che odio, che odio, che odio, perché é così odioso? pensava fra se e se mentre si allontava e le guardava le spalle e il fondoschiena... niente male pensò Elena mentre il telefono le tolse l'attenzione dall'uomo.
"Elena? Ma che fine hai fatto? Ti stiamo aspettando. Dove sei?" era Met, il suo migliore amico che le aveva trovato un lavoro per riuscirsi a pagare gli studi, voleva diventare una dottoressa, una bravissima dottoressa.
"Met, ciao, ho avuto un contrattempo... mi dispiace.. Sto arrivando.. Manca una fermata e sono lì.." risponde
"Va bene, ciao. Ci vediamo qui!"

Arrivata alla fermata, scende in cerca di Mat
Qualcuno la abbracciò da dietro, lei quasi saltò per il spavendo ma appena sente quel profumo- obsession di Calvin Klein, fin da bambina la faceva impazzire quel profumo- era Met. 
"Meeet, Dio, quanto mi sei mancato. Mi era mancato persiono il tuo profumo, che ho riconosciuto subito. Diooo sei così bellooo"  disse mentre lo stringeva forte a lei.
"Eleee, anche tu mi sei mancata, non sai quanto mi sento bene a riaverti fra le mie braccia, ma ora andiamo che sono impazienti di conoscerti.". 

Così vanno per il colloquio di lavopo di Elena.

Odioso... e bellissimoWhere stories live. Discover now