Parte 1

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Cominciamo:
Io e lei ci conosciamo dall'asilo, a quel tempo non abitavamo proprio vicine.
Dopo la fine della scuola materna lei cominciò le elementari in un altro paese, mentre io le frequentavo nel mio, di paese. Ovviamente ci eravamo perse di vista, e il fatto di avere sei anni non aiutava. Di certo non avevamo un cellulare con cui scambiarci messaggi.
Comunque circa due anni dopo, lei è la sua famiglia si trasferirono nel paese dove abitavano i miei nonni. Ricordo ancora quando vidi arrivare il camion della ditta di traslochi. La vidi scendere e rimasi paralizzata, ma quando mi vide, subito ci vorremmo incontro per abbracciarci. E ricordo bene quando entrai di corsa in casa e urlai a mia nonna: "Nonna, non immagini neanche chi si è appena trasferita nella casa qui di fronte!", mia nonna era confusa, e mi guardava torva perché l'avevo interrotta mentre ricamava.
"E chi è arrivato?" chiese ritornando al suo lavoro. Le dissi chi era e subito dopo venne fuori con me a salutare lei è la sua famiglia. Era un po' che non ci si vedeva. Praticamente dall'ultima recita dell'asilo. Fu una giornata felice.
Comunque passarono i mesi, e l'estate finì. Non volevo andarmene, anche se abitavo a soli dieci chilometri dal paese dei miei nonni. Chiesi ai miei genitori se nei weekend potevo andare a dormire dai nonni, così da passare più tempo con la mia amica. Così fu.
E cominciarono i pigiama-party il sabato sera. Erano alternati, una sera da me e una sera da lei. Era routine ormai. E ovviamente non si potevano dimenticare le vacanza di Natale, le più belle. A mangiare pop corn e guardare film natalizi. Erano bei tempi.
Tornata l'estate avevo provato ad insegnarle ad andare sui roller, era piuttosto impacciata, quindi cadeva sempre, e ovviamente sempre suo sedere. Un giorno mi era venuta l'idea di legarle un cuscino addosso, la riteneva un'idea stupida, ma si dovette ricredere quando cadde e non si fece male. Tuttavia accantonò l'idea di imparare a pattinare, preferiva la bicicletta e il monopattino. Ovviamente cadeva anche dagli altri due mezzi, ma non amava non riuscire a tenere i piedi saldi a terra. Per starle dietro dovetti preparare una scorta di disinfettante e cerotti, ce n'era una scatola piena nel bagno della casa dei miei nonni. Ero diventata un infermiera esperta.

Andando avanti con la storia si arriva al pizza-party. Il mio ricordo preferito.
Eravamo io e lei, i nostri fratelli e altri amichetti. In tutto eravamo in sette. Avevamo aspettato un'ora intera l'arrivo delle pizze. Era sabato sera, quindi in molto avevano ordinato la pizza a domicilio. Ma ne era valsa la pena. Ci divertimmo un mondo. Eravamo i bambini più felici del paese.

Mi mancano momento come quelli.
Ormai vivo di ricordi.
I ricordi delle guerre di gavettoni, i pomeriggi passati armati di pistole ad acqua, o le serate dedicate a nascondino. Era io nostro gioco preferito. Passavamo la sera a giocare a nascondino, e alcune volte arrivavamo fino a mezza notte. In pratica la migliore infanzia che potessimo desiderare. Alle volte sogno che anche a lei manchino quei momenti.
Comunque con l'inizio delle medie non cambio niente nel nostro rapporto, anzi, eravamo più legate. Frequentavamo scuole diverse con orari diversi, ma nei weekend non ci perdevamo mai i nostri pigiama-party.
Eravamo sicure che la nostra amicizia sarebbe durata per sempre.

Crescendo, ovviamente, cominciammo a pensare al genere maschile in modo diverso.
Cominciavano a immaginare il principe azzurro, l'anima gemella.
Le sere in cui non riuscivamo a dormire le passavamo ad immaginare la nostra adolescenza, il primo amore, il primo bacio, il lavoro dei nostri sogni.
Eravamo decise a trasferirci negli Stati Uniti una volta diventate adulte. E volevamo aprire un canile, data la nostra passione per gli animali, soprattutto i cani.
Sta di fatto che arrivò la terza media. Esami, stress, niente nonni.
I miei genitori non volevano che andassi a stare dai nonni durante i weekend, e neanche durante le prime vacanze. Avevo gli esami e dovevi studiare. Anche lei ovviamente, e dovemmo fare come ci avevano detto i nostri genitori.

Credo fu durante quell'estate che qualcosa di spezzò. Anzi, ne sono sicura. Partendo dal fatto che lei conobbe un ragazzo e si prese una bella cotta per lui. Io la invitai e la aiutai, tanto che si misero insieme. Non ero gelosa però. Avrei aspettato la persona giusta. Non ero impaziente di dare il mio primo bacio a quattordici anni.

BFF: Best Fake FriendsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora