La sveglia suona alle 7 in punto e io non ho chiuso occhio per tutta la notte.
Pensavo a cosa mi capiterà oggi, se farò nuove amicizie, se passerò giornate intere sui libri a causa di voti scarsi, se i professori saranno duri.... Ho mille pensieri per la testa.
Più che altro posso chiamarle paure. Ho paura di fare il contrario di quello che vorrei realmente.

*DRIIIIN* (pensate alla suoneria dell'iphone, volevo rendere solo la cosa più realistica con questo 'driiin'. HAAHHA)

Il mio cellulare interrompe i miei pensieri.
Scendo dal letto e raggiungo il mobiletto vicino all'armadio.
È la mia migliore amica Shelley che mi chiama.

'Shelley!' Rispondo entusiasta.

'Lydia! Oggi inizia il tuo primo giorno di scuola. Come ti senti? Mi manchi molto! Per me, Los Angeles non è realmente lei senza di te..' Improvvisamente il suo tono allegro diventa triste.

'Eh già.. come mi sento?' Domando più a me stessa che a lei.
'..in realtà ho mille pensieri per la testa; ho paura ma sono felice.' Continuo, mentre cammino per tutta la stanza.

'Dai, vedrai che andrà tutto bene! Ho sentito che le scuole di New York sono ben preparate e ci sono ottime persone!' Sembra che voglia tirarmi solo su di morale.

'Oh beh.. lo spero!' Sorrido, anche se lei non può vedermi.
'Shelley, scusa ma ora devo proprio andare! rischio di fare tardissimo! ti mando un bacione, ti voglio bene.' Stacco senza farla rispondere e poso subito il cellulare sul letto.

Per il primo giorno opto per un semplice vestitino nero. Non è molto corto, arriva sotto le ginocchia. Per quanto riguarda le scarpe, scelgo dei stivaletti corti estivi sempre di color nero. Inizio a pensare che il nero sia il mio nuovo colore. Quando vivevo a L.A mi vestivo colorata. Gran parte del mio armadio era formato dai vestiti neri ma non li indossavo mai.
Preferivo indossare colori allegri e rendere felice il mio umore.

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Dopo essermi preparata, corro al piano di sotto scendendo velocemente le scale di casa.
Mi reco in cucina e la prima cosa che faccio è quella di salutare Cris, il mio fratellino, e mia mamma Loren.

«Buongiorno tesoro mio! emozionata?» Domanda mia mamma sfoderando un gran sorriso. È bellissima. È una guerriera. Nonostante tutto quello che ha passato.. sorride sempre e cerca di renderci felici.. a differenza di mio padre.

«Emozionata.. si..» Mi siedo accanto a Cris interrompendo le mie parole per sorseggiare un po' di latte.
«Tu come stai? Inizi il lavoro oggi.» Domando vedendola abbastanza tesa.
«Ah.. a proposito! Non mi hai detto in quale casa inizierai a lavorare.» Intervengo prima che lei possa rispondermi.

«Lavorerò in una villa!! sono molto felice perché riuscirò a mettere da parte qualche soldo per voi. La villa si chiama 'HOME O'BRIEN' e ho sentito che è abitata da una famiglia abbastanza ricca.» Dopo aver pulito i tre piatti, si siede e fa colazione anche lei.

«Sono felicissima mamma! l'importante è che tu ti trova bene. Io ora devo correre, il bus mi aspetta. Accompagni tu Cris?» Domando mentre mi alzo velocemente dalla sedia. Prendo le ultime cose e mando baci volanti alla mia famiglia.
Eh si.. non ho ascoltato la risposta di mia mamma.

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Il bus ha  ritardato di 5 minuti ma sono arrivata in tempo alla NEW YORK SCHOOL.
Mi fermo davanti al portone e ritornano in mente le mie paure.

«Primo giorno?» sento una voce maschile alle mie spalle. Mi volto velocemente.

«Si. Primo giorno.» Rispondo guardandomi in torno. Strano che un ragazzo mi parli.

«Piacere Tyler Posey, quarto anno.» Tende la sua mano aspettando che faccia altrettanto, sfodera un sorriso.

«Oh.. piacere Holland..» Stringo la sua mano e ricambio il sorriso. «Anche io quarto anno.. se mi permetti, sembri più grande.» Rido.

«Oh beh.. sono stato bocciato..» Inizia a camminare, sembra che lui voglia mostrarmi la strada per arrivare nell'aula.

«Oh scusa, non volevo toccare questo argomento..» Sono così stupida. Bello iniziare una conversazione con queste figuracce.

«Ma no tranquilla.» Continua a sorridere, sembra un ragazzo davvero gentile. Spero di starle simpatica anche io.

In un batter d'occhio ci ritroviamo nell'aula con già tutti i studenti seduti negli appositi banchi.
Mi fermo sotto l'arco della porta e continuo a guardarmi in torno come se fossi spaesata è molto probabilmente lo sono. Il mio cuore batte a mille.. ho l'ansia.
Un ragazzo entra nell'aula scontrando la mia spalla con la sua così da farmi cadere i tre libri che avevo stretto fra le mie braccia.
Mi giro di scatto e vedo un ragazzo che sicuramente  sta per dirmi qualcosa di sgradevole sull'accaduto... ma subito i miei occhi fissano i suoi e sento il mio cuore battere ancora più di quanto già non stesse facendo. Mi blocco e quasi non mi manca il respiro, guardandolo.

«Ragazzina, stai attenta.» Mi dice con un tono abbastanza calmo ma minaccioso. Si ferma a due passi davanti a me.

«Amico, dai non è successo niente.» Tyler spalanca le braccia e quando il ragazzo davanti a me cammina verso di lui, sempre con quegli occhi fissi sui miei, da una pacca sulla spalla a Tyler e in quel momento suppongo che siano amici.

«Aiutala a raccogliere i libri che TU hai fatto cadere dalla sue braccia.» Tyler incrocia le braccia ma il suo amichetto sembra non fregarsene niente.

«Tranquillo, faccio da sola.» Sforzo un sorriso prima di abbassarmi per raccogliere i libri.Mi alzo e resto lì impalata.

«O'Brien, sei puntale oggi!» Il professore entra e prende subito posto sedendosi 'sulla' scrivania.

Cammino ma ripenso alle parole pronunciate dal professore 'O'BRIEN.'
Mi cascano di nuovo i libri a terra e sento tutti gli occhi puntati su di me, voglio solo essere mangiata dalla terra.
Mia mamma lavorerà nella VILLA O'BRIEN e spero solo che al mondo esistano milioni di uomini con quel cognome.

«Tutto okay signorina... oh, sei nuova. Ricordami il tuo cognome!» Sorride il professore raccogliendo i miei libri da terra.. anche se avessi dovuto raccoglierli io.

Seguo ogni gesto del professore. Aspetta una mia risposta.

«Professore, ha sentito il mio cognome. Non ricordi che io faccio un certo effetto?» 'O'Brien'  mi fa l'occhiolino anche se parla con il professore.

«Signorino! quante volte ti ho detto di non darmi del tuo?!» Si arrabbia sbattendo con violenza il mio libro sulla scrivania.

Sentendo quel rumore, sobbalzo e corro subito verso l'ultimo banco. Stavo per sedermi ma vedo che il posto accanto è occupato da una ragazza.

«Hey, siediti pure! Mi fa piacere avere una nuova compagna.» Mi sorride e batte la sua mano sul banco.

Sforzo un sorriso e mi siedo.
La campanella suona e le lezioni iniziano. Tutti prendono posto.

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ANGOLO AUTRICE:
bene, questo è il PRIMO capitolo.
spero che vi piaccia.
volevo solamente scusarmi per avervi fatto aspettare ma ho avuto molto da fare e non avevo molto tempo. detto ciò....
UNA  STELLINA NON FA MALE. ⭐️

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 04, 2017 ⏰

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