Catherine.
odiava il suo nome.
odiava anche i possibili soprannomi: "katy", "kat", "cat", "cathe".
si faceva chiamare "rin".
aveva una visione del mondo tutta sua, non credeva nell'amore ma allo stesso tempo desiderava, così tanto, qualcuno al suo fianco.
Non era la solita robetta del tipo "vgl 1 rgzz k m dika ke sn bllx!1!1! ❤❤❤❤❤"
semplicemente, era rimasta sola.
tutti i suoi amici trovavano qualcuno, e lei no.
aveva avuto la sua opportunità, ma se l'era lasciata scappare.
rin aveva tanti amici, soprattutto a distanza, ma nessuno sembrava capirla.
stava facendo anche nuove conoscenze nel suo paesino: floridia, in sicilia.
ma si sentiva sempre, sempre più sola.
era depressione? lei non la pensava così.
in passato era stata autolesionista, ma l'aveva fatto per motivi futili e rimpiangeva tanto di averlo fatto.
aveva anche problemi in famiglia.
i suoi genitori erano stressati, soprattutto la madre che lavorava da otto mesi ogni mattina e ogni pomeriggio, tranne di domenica, nella sua attività.
dato lo stare poco bene di un parente.
e spesso loro se la prendevano con rin, e lei con loro.
litigavano con lei e lei con loro.
spesso le dicevano cose brutte, e poi si pentivano e si scusavano.
ma, se infili un chiodo nel legno e poi lo togli, il buco rimane.
c'era solo una persona che la tirava su più delle altre: la sua migliore amica Clara.
ma Clara viveva dall'altra parte dell'Italia.
ora, Catherine sta cercando un cacciavite.
ora, Catherine sta smontando un temperino.
ora, Catherine sta scrivendo a Clara "perdonami".
ora, Catherine ha spento il telefono e sta andando in bagno.
ora, Catherine ha la lametta in mano.
ora, Catherine sta facendo un taglio verticale sul braccio.
ora, Catherine non c'è più.
ora, Catherine si pente.
ora, Catherine vede tutte le persone a cui teneva, piangere.
Catherine non avrebbe dovuto farlo.
Non avrebbe assolutamente dovuto farlo.
Catherine spera che tu non ripeta il suo errore.
