Sociopatia

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Lei si nasconde sempre nel suo cappotto giallo, cammina come fosse sott'acqua, come impermeabile ai sorrisi veri, senza impregnarsi di parole d'affetto, baci dolci e legami vivi. Ci muore tutto attorno a lei, i respiri vicini e complici, quei momenti in cui si ride fino a scoppiare e sopra salgono delicate bollicine d'aria. Restano soltanto lucenti banchi di pesci, i quali si avvicinano piano, fermandosi lì, a guardarla, misteriosa e affascinante com'è sotto la luce bluastra dell'oceano.

Si mette giusto dentro il raggio del faro, sensuale sugli scogli aguzzi, e dal casco le sue parole giungono così chiare, amplificate e suadenti. Parla di politica, di come si debba vivere, delle giornate sconsiderate in cui andare all'aperto, spaccare il cielo, graffiare le nuvole e farle sanguinare, che tanto loro sono crudeli e in torto.

Rende così ammaliante il modo in cui cattura lasciva l'attenzione della luna, incentrando luci e ombre sulle sue bugie.

Il mondo si fa talmente lontano che si finisce per pensare di avere stretta addosso davvero una creatura marina. La sua violenza ti afferra avvolgendoti il cuore, e le ventose scure dei suoi tentacoli succhiano emozioni dal petto. C'è carisma in tutto questo, come se i tuffi in quel mare d'inchiostro scuro potessero manipolare i sensi fino a farli infiammare. Così ardono grandi racconti in gola, di promiscuità, droga e avventure lontane. L'empatia si fa in scintille, poi diventa polvere, stracci grigi affondati nel mare denso.

Fa tutto così freddo, attorno. Senza fuochi con cui accendersi e far scoppiare micce di vita scenica e drammatica, resta solo oscurità. Capisci allora quanto lei sia sadica, più di una qualunque altra morte interiore. Quando ti avvicina al suo viso, non esistono più vie d'uscita, nascondigli segreti in cui chiudere gli occhi e diventare luce stessa, non solo parvenza di scoppi esasperati. Le palpebre restano spalancate, il sipario non accenna a chiudersi. Tra gli spalti coralli e conchiglie attendono un altro respiro grandioso. Ci si strozza con l'acqua salata, il mare sbocca altri scatti d'ira, impregna ogni cosa. Fa paura non riuscire a respirare.

Lei osserva eccitata dal suo scoglio, provoca la luna, che pianga pure il celo per dissetare la sua lingua violacea. Ma eccola, proprio prima di lasciarti affogare, spinge forte il suo casco sul tuo volto. Vortice di paranoica angoscia, non puoi che riprendere boccate d'aria dopo aver ingerito così tanto nero.

Lei raggiunge svelta la tua mano, ne stringe le nocche, ora umide rosse. Un inchino davanti alla platea. Raccoglie il sangue delle pozze, affinché si possa riutilizzare al prossimo spettacolo. Riesci a vederle curvare le labbra da sotto la sciarpa soffocante. Gli occhietti mordaci brillano di soddisfazione, sorridendo con piccole rughe ai lati, frastagliate dalle lunghe ciocche nere.

 Gli occhietti mordaci brillano di soddisfazione, sorridendo con piccole rughe ai lati, frastagliate dalle lunghe ciocche nere

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-la stramba

Per porre una diagnosi, l'individuo deve avere almeno 18 anni, e alcuni sintomi del Disturbo della Condotta prima dell'età di 15 anni. Il Disturbo della Condotta comporta un quadro ripetitivo e persistente di comportamenti che violano i diritti basilari degli altri o le norme o regole sociali principali appropriati per l'età.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 27, 2017 ⏰

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