In The End

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Ciao a tutti,
ho una premessa.
Troverete solo questo primo capitolo a vostra disposizione. Il resto della storia è stato cancellato.. Sto valutando di renderla un romanzo e spero, quando sarà pubblicato, di trovare ancora il vostro interesse.
In caso, vi darò la notizia direttamente in questo capitolo.


Ps: mi dispiace, ma non passerò copie della storia originale né ora né quando sarà uscito il romanzo.
Grazie a tutti.


Ciaooo!!
Ecco la nuova storia nata da un prompt di Nakia sulla pagina di facebook Sterek Prompt!
... che dire? Dopo averne parlato un po' con Nakia, alla fine mi sono fatta un'idea della storia che vorrebbe – ci tengo a precisare che mi ha dato carta bianca per tutto! – e alla fine ho fatto... questo!
Spero che piaccia, non sarà una storia lunghissima, ma non poteva finire con solo un capitolo!
Buona lettura,
Baci
Everose
 
PS: il titolo del primo capitolo è un omaggio ai Linking Park, uno dei miei gruppi preferiti. Sappiamo tutti cos'è successo, non sta a me giudicare gli atti altrui, ho scelto questa canzone perché è la prima che ho ascoltato e con la quale ho fatto un video sui Laruku quando ero poco più che un'adolescente.
Detto questo, non rompo oltre, chiedo perdono in anticipo per gli errori e...ciao ciao!
 
 
 
CAPITOLO 1: In The End
 
 
 
"RIALZATI, STILES!"
 
Stiles rotolò su un fianco e si mise in piedi in pochi secondi.
Era la seconda volta che Chris lo atterrava, lanciandolo a terra in tre mosse.
 
"Non sei concentrato."
 
Stiles si posizionò e parò un calcio del suo allenatore.
 
"Smettila di pensare e raccontami di nuovo com'è andata."
 
Una merda.
Lui e la sua squadra erano finiti in una merda di trappola creata dai licantropi, rischiando di morire tutti e non riusciva a smettere di pensare che, in parte, la colpa era anche sua.
Persino raccontarlo a Chris, uno dei più bravi cacciatori della storia e suo allenatore fin dalla nascita, era difficile e mortificante.
 
"Fammi capire dove hai sbagliato."  chiese l'uomo, bloccando un suo pugno nel guantone da karate e liberandolo solo dopo avergli torso il polso. "Sei riuscito a riportare indietro la squadra che non ti avevano affidato senza nessun morto."
 
Stiles strinse i denti e pensò ad un diverso attacco, prima di rispondere. "Scott è stato ferito. Ed anche Jackson. Se avessi avvertito in tempo l'odore di quei dannati lupi, forse..."
 
"Jackson è uno stupido Alpha adolescente che crede di essere invincibile e che ha rischiato di farsi uccidere per la sua incoscienza, deve ringraziare Scott che l'ha tolto dal campo di battaglia in tempo. Tu sei stato bravo come sempre, riportando alla base una squadra il cui capitano non è stato in grado di proteggere."
 
"Bravo ma non perfetto." insistette Stiles, che non riusciva a non ripensare ai suoi movimenti come continui sbagli.
 
"Ragazzo, sei un Omega non un Alpha. Se vuoi la perfezione hai sbagliato stanza e quella è la porta." Chris ghignò mentre gli indicava l'ingresso della palestra.
A volte sapeva essere davvero crudele.
 
"Così non offendi solo me, ma anche tutti i tuoi diciotto anni di istruttore di questo stupido Omega." e, a volte, Stiles non sapeva tenere a freno la lingua.
 
Chris lo fissò a lungo, si tolse i guantoni e con due falcate lo raggiunse.
Gli afferrò un polso e facendo leva sul gomito lo scaraventò a terra, facendogli sbattere duramente la schiena e tenendolo bloccato al suolo con un piede sul costato.
Stiles mugolò di dolore, arrendendosi agli occhi rossi che lo fissavano divertiti.
 
"Nell'esatto momento in cui un Alpha crede di essere perfetto segna la propria condanna a morte. La perfezione non esiste, Stiles. Esiste la determinazione. Il cambiamento. La voglia e la forza di migliorare, battaglia dopo battaglia, perdita dopo perdita. Credevo di avertelo già spiegato, perciò ora Illuminami: che cos'ha questo scontro di così diverso da permettermi di atterrarti per ben tre volte di fila? Cosa spinge il mio miglior cacciatore a perdere la concentrazione?"
 
"Non lo so!" cercò di togliersi quel piede dal letto con le mani, ma sapevache non ci sarebbe riuscito, non finché Chris utilizzava tutto il suo potere dominante di Alpha.
Guardarlo dal basso era sempre umiliante perché, sebbene i suoi capelli brizzolati e gli occhi azzurri e quel poco di barba grigia incolta rendevano Chris molto più vecchio,  la forza e il fervore dell'adolescenza di Stiles non bastavano mai a compensare l'esperienza del suo allenatore.
 
"Allora pensaci e lavoraci sopra perché quello di oggi non sarà l'ultimo attacco a sorpresa dei mannari!" gridò l'uomo, mollando la presa su di lui e dandogli le spalle per andare a raccogliere le proprie cose ed uscire dalla palestra. "Devo andare ad una riunione straordinaria della Congrega dei cacciatori, ci vediamo dopo. E voglio trovarti rinato, Stiles!"
 
Stiles si girò su un fianco non appena sentì la porta sbattere, distrutto.
Chris aveva ragione.
Si stava comportando da stupido e non poteva permettersi errori, dato che era l'unico erede – e sfortunatamente omega - di una potentissima famiglia di cacciatori.
 
Non doveva lamentarsi, in realtà.
Non aveva mai avuto problemi con la sua natura diversa.
Viveva in una realtà dove gli Alpha e gli Omega avevano gli stessi diritti, dopo che era stato proclamato un bando nazionale in favore di questi ultimi, in cui venivano sancite per sempre regole e diritti che fino ad allora erano stati negati.
Proprio come gli Alpha, gli Omega potevano essere ciò che volevano, intraprendere la carriera professionale che preferivano, studiare e lavorare in ogni luogo... erano davvero simili, tranne per la caratteristiche fisiche.
 
Gli Alpha erano più forti, con un udito e un olfatto più sviluppati - anche se non come quelli dei licantropi - e guarivano in fretta, mentre gli Omega nascevano per natura deboli, con un olfatto ed un udito di poco superiori a quelli di un comune umano, e un apparato riproduttivo ad alto livello di fertilità, specie nel periodo del Calore.
Potevano riconoscere le emozioni e catalogare gli odori ma dovevano trovarsi molto vicino e non era comunque una caratteristica così marcata come nei lupi.
Il processo di guarigione, poi, era inesistente se non eri gravido perché si attivava solo per proteggere il feto, di qualunque natura fosse.
Insomma, non essere un Alpha era una vera fregatura.
 
Stiles era stato addestrato fin da piccolissimo al mestiere del cacciatore su ordine del padre e sotto la guida esperta di Chris Argent, l'ultimo rimasto in vita di una famiglia cacciatrice del Nord.
Gli aveva insegnato che essere Omega non significava essere debole, che poteva essere ugualmente forte ed ugualmente efficiente, anche se la sua natura lo portava ad essere più come una casalinga sfornafigli.
 
Aveva imparato l'arte della guerra, l'uso sottile e immortale delle armi, a riconoscere tracce e odori e piante e a eseguire tutti gli incantesimi rubati alle streghe catturate nel corso degli anni e poi esiliate da Beacon Hills, la città in cui viveva.
Una piccola cittadina circondata da radure e da verdi boschi imbruttita da una faida tra cacciatori e lupi mannari che durava da decenni.
 
La stessa faida che, quel giorno, li aveva fatti finire in un'imboscata quasi mortale, se Stiles non avesse avuto la prontezza di circondare quei lupi bastardi in un cerchio di Sorbo, per poi battere in ritirata con la sua squadra.
Se l'erano cavata tutti con ferite insignificanti.
Tutti tranne Scott, che era stato colpito da un giovane Omega mannaro che lo aveva ferito ad una gamba.
Niente di grave, ma aveva compromesso le sue prossime missioni.
 
Si mise una mano sugli occhi e sospirò.
 
Scott era un omega ed era anche il suo miglior amico, non aveva nessun altro a parte lui e la sua famiglia.
Si sentiva in quel modo perché per un secondo, in quel bosco, aveva avuto la lancinante paura di perdere una delle persone più importanti della sua vita e non gli era mai successo prima.
 
Doveva solo respirare e ripetersi per un po' che il peggio era passato e che Scott stava bene... doveva solo farlo e poi sarebbe tornato quello di sempre.
 
 
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
 
 
"Come, scusa? Matrimonio?"
 
Quella era l'ennesima presa per il culo.
 
"La Congrega dei cacciatori si è riunita assieme ad un rappresentate del Branco di lupi mannari e ha deciso che una unione tra le due razze è l'unico modo per mettere fine alla faida che sta decimando entrambe le parti."
 
Suo padre faceva parte della Congrega dei cacciatori, un gruppo di capi di famiglia che manteneva l'ordine in quelle zone del nord California.
Si riunivano spesso dopo un attacco, uno scontro o una minaccia improvvisa e anche quel giorno, in seguito all'imboscata, Stiles non si era meravigliato di vedere sia Chris che suo padre raggiungere gli altri membri per quella riunione dell'ultimo secondo.
 
Però il padre gli aveva chiesto di mangiare a tavola con lui e la madre – non capitava mai, se non per delle occorrenze speciali, mangiava sempre dopo di loro - e per un attimo aveva pensato di essere un in procinto di ricevere una punizione... non di ricevere una proposta.
 
"Mi stai dicendo che la Congrega ha scelto me come martire." E non era una domanda.
 
"Non abbiamo scelto te, abbiamo solote."
 
Ah, ecco.
 
Stiles osservò il piatto di arrosto davanti a lui e improvvisamente non aveva più fame.
Notò la madre osservarlo e sentiva la sua preoccupazione riempire la sala da pranzo, ma non aveva parole per tranquillizzare né lei né se stesso.
 
"Devi capire, Stiles..." illustrò il padre, come se stesse leggendo il menù di un ristorante. "... che siamo tutti stanchi. Ormai non facciamo che collezionare perdite, nessuno vuole rinunciare per primo e arrendersi, andando avanti di questo passo le nostre famiglie si estingueranno."
 
"E visto il fiasco di oggi avete pensato bene di disfarvi della pecora nera, venderla ai lupi e in questo modo salvare la famiglia di cacciatori Alpha più antica di Beacon Hills." commentò acido, Stiles. "Puoi dirlo, papà, non mi offendo."
 
Noah batté un pugno sul tavolo facendo sobbalzare la moglie accanto a lui. Gli occhi rossi puntati su Stiles. "Sono sempre stato fiero di te. Ti ho fatto allenare da Chris proprio per fare in modo che tu non fossi inferiore a nessuno, però adesso la tua natura può salvare tutti noi solo accettando una proposta di legame, puoi biasimarmi se provo a convincerti ad accettare?"
 
No, non poteva.
Suo padre aveva cercato di cambiarlo, di farlo sembrare l'Alpha che non era e che non sarebbe mai stato, e solo in quel momento si rese conto di quanto la sua natura fosse difficile da gestire, per lui.
Gli voleva bene, lo percepiva distintamente, ma nel suo affetto c'era del disagio che Stiles aveva tentato più volte di attenuare diventando sempre più bravo, sempre più forte, sempre più Alpha e forse quella era la volta buona per riuscirci.
 
"Quindi dovrei accettare di legarmi ad un lupo Alpha di quale Branco?" non aveva accettato, stava solo prendendo informazioni per decidere quanto era disposto a sacrificare della sua vita.
 
"Gli Hale."
 
Corrucciò la fronte, disorientato. "Talia Hale non ha donne Alpha."
 
"No, infatti."
 
Suo padre non distolse gli occhi e il suo tono restò serio mentre gli lasciava il tempo di capire quale fosse la fregatura.
 
Talia Hale era una lupa Alpha temuta e rispettabile che controllava tutte le creature sovrannaturali di Beacon Hills.
Stando ai racconti di Chris, la faida era iniziata quando lei era salita al comando dopo la morte del padre.
Suo marito era un Omega, proprio come il fratello e le sue figlie femmine, Laura e Cora.
Solo il suo secondo figlio, Derek, era un Alpha.
 
"Non sei obbligato ad accettare, Stiles..."
Sua madre provò ad avvicinarsi per carezzargli il viso e Stiles tentò di non allontanarla, anche se odiava il modo in cui lo toccava perché lo faceva sentire simile a lei, mite ed ubbidiente.
"Tuo padre non può ordinartelo." Si voltò a guardare il marito, ignara che le parole di prima erano ordini camuffati.
 
"L'altro che dice? È d'accordo?" chiese, domandandosi se era il solo a tergiversare o se anche il lupo non era felice della decisione della Congrega.
 
"Non ha battuto ciglio. Sua madre glielo ha ordinato e lui ha obbedito. È qui se vuoi parlare con lui delle vostre... somiglianze."
 
Con poche frasi, suo padre lo aveva accusato, rimproverato ed insultato.
 
Derek Hale aveva eseguito l'ordine della madre, Stiles ne stava ancora discutendo.
Derek Hale aveva accettato di legarsi senza nemmeno conoscersi, Stiles no.
Derek Hale era un lupo e per lui non esisteva il problema di avere un Omega maschio o femmina, Stiles non aveva ancora detto a nessuno di essere bisessuale e non intendeva farlo in quel momento.
 
Suo padre puzzava di fastidio e disagio e Stiles ne ebbe abbastanza.
Se un lupo Alpha era capace di accettare di legarsi ad un Omega cacciatore allora l'Omega cacciatore era capace di legarsi ad un lupo Alpha.
Fine della storia.
 
"Dove si trova?" domandò, mostrandosi imperscrutabile.
 
"È fuori, nella serra. Ho pensato fosse un buon posto lontano da occhi e orecchie indiscrete." spiegò il padre, più rilassato.
 
Stiles annuì, si alzò e si diresse verso il giardino, ma il padre lo richiamò.
"Cos'hai deciso?"
 
"Accetto." ed uscì, senza guardare in faccia né lui né la madre, che sentì trattenere il fiato.
 
Se doveva legarsi, tanto valeva incontrare subito il suo futuro compagno e abituarsi all'idea che da lì a poco tempo sarebbe appartenuto a lui.
Ironico pensare che aveva passato la vita a combattere i licantropi e ora stava per legarsi ad uno di loro.
 
Superò a grandi passi metà del giardino fino a raggiungere quella casetta bianca col tetto  composto da teli e luci calde, aprì la porta in silenzio e fece deliberatamente rumore quando la richiuse.
 
Si guardò attorno tra le varie specie di piante coltivate dalla madre, trovando l'Alpha in fondo, dopo le rose, le orchidee e i nontiscordardime.
Stava osservando una piccola teca chiusa dove erano conservate delle piante di strozzalupo rare e letali per quelli come lui.
 
"Io ci starei lontano, fossi in te." esordì così, col suo solito sarcasmo di cui si pentì l'istante dopo che l'altro si voltò a guardarlo.
 
Conosceva Derek Hale solo di fama e sotto forma di lupo.
Non lo aveva mai visto da essere umano e non si erano mai scontrati direttamente.
 
Era più grande di lui, la barba lunga e incolta a marcare quel dettaglio, ed era alto e muscoloso, come tutti gli uomini della sua famiglia.
La stazza e la statura così simile a quella dello zio, Peter, e del padre, Ian.
La mascella e i tratti del viso decisamente molto più mascolini dei suoi e gli occhi erano del colore delle fogliame delle loro riserve.
Indossava una semplice t-shirt grigia attillata e dei jeans neri.
Stiles sollevò le sopracciglia sorpreso di avere quasi il suo stesso outfit e sospirò pesantemente per le loro diversità.
 
Lui era uguale alla madre.
Avevano gli stessi, anonimi, cappelli ed occhi castani e una marea di nei spennellati qua e là sul suo corpo, specie sul viso.
Non aveva nemmeno un tratto fisico del padre, dai capelli e gli occhi chiari, a parte il carattere forte e tendente al comando, seppur in forma lieve data la sua natura omega.
 
Derek Hale era il suo esatto opposto.
 
"Tu devi essere l'omega..."
 
"Stiles va più che bene." cercò di di rispondere in maniera pacata, ma il modo sprezzante in cui aveva pronunciato la parola omega non gli era piaciuto.
 
"Non ti ricordavo così sfrontato, ma l'ultima volta che ci siamo visti tentavo di sbranarti."
 
"Spiacente di aver appena rovinato i tuoi ricordi, ma ci tengo a precisare che l'unico morso che ti permetterò di darmi sarà quello del legame." d'altronde, tra i lupi era quello il modo per sancire un unione eterna e vincolante.
 
L'Alpha corrugò la fronte. "Non ho mai detto che ti avrei dato il morso subito."
 
Stiles provò ad annusare le emozioni provenienti dal lupo, ma l'Alpha era troppo lontano e dovette seguire l'istinto; comunque, gli sembrò sincero. "Mio padre... lui ha parlato di legame..."
 
"Ti ha mentito, allora. O, forse, voleva convincerti ad accettare di sposarmi."
 
Poteva essere, sì.
Se il padre avesse detto che si trattava solo di un matrimonio - quindi un'azione reversibile - Stiles avrebbe rifiutato.
 
"Lascia che ti illumini su quanto è stato deciso alla riunione..." e si avvicinò piano, calibrando bene i passi e il tono della voce. "Se sei d'accordo, entro la prossima settimana ci sposeremo. Grazie al mio status di Alpha ho tempo sei mesi per marchiarti come mio compagno rendendo il legame indissolubile, se le cose vanno male o qualcosa di grave capita durante il tempo che staremo insieme io ho diritto ad annullare il matrimonio. Fin qui è tutto chiaro?"
 
Stiles annuì, anche se non conosceva quella clausola per gli Alpha, doveva essere una legge esclusiva dei lupi.
 
"Finché saremo sposati saremo fedeli l'uno all'altro, anche se non siamo obbligati a consumare il matrimonio." Derek si fermò ad un passo da lui, osservandolo con sufficienza. "Non ho idea di quale siano le tue preferenze sessuali, ma ci tengo a precisare che questo è un matrimonio di convenienza, perciò non sono obbligato ad amarti, rispettarti o a darti dei figli. Per quel che mi riguarda, tranne quando saremo in pubblico, io e te possiamo anche non parlarci affatto in casa. Tu pensi alla tua vita ed io la mia."
 
Che pezzo di stronzo.
Stiles non riuscì a tenere a freno la lingua, rispondendo in maniera scortese e acida. "In parole povere mi aspetta un matrimonio di facciata, dove faccio tranquillamente i cazzi miei, ma senza poter avere una vita privata attiva." gli puntò un dito contro il petto di marmo e riprese con la sua parlantina tagliente. "Vediamo se ti piace quest'altra versione: tu ti fai i fatti tuoi, io i miei. Tu scopi chi ti pare ed io altrettanto, con il massimo dell'attenzione. Io continuo la mia vita e tu la tua come se nulla fosse, con l'unico comune intento di mantenere la pace tra le nostre famiglie, che ne dici?"
 
"Dico che dovresti imparare a chiedere più informazioni a tuo padre se ti parla di matrimonio." asserì l'altro, infastidito. "La Congrega ha posto una condizione alla nostra unione... niente tradimenti." Scandì bene, parola per parola. "Se uno di noi due tradisce l'altro il matrimonio è nullo e la faida ricomincia. Sei disposto a rischiare di mandare a puttane tutto solo per un misero desiderio di sesso?"
 
Sesso no. Amore sì, ma non gli rimaneva più altra scelta, ormai.
Era stato incastrato in un futuro senza amore.
Obbligato ad obbedire agli ordini di suo padre e a breve sposato con un licantropo Alpha, uno di quelli che lui aveva imparato ad uccidere.
Doveva rinunciare ad una misera scappatoia di felicità come il tradimento per una vita accanto ad un lupo scontroso che lo odiava.
 
"Quindi, Omega, sei disposto a continuare oppure devo dire al mio Branco che ti sei tirato indietro e che possiamo ricominciare a creare piani per sterminare tutti voi cacciatori?"
 
A quelle parole rabbiose, la mente di Stiles corse immediatamente a Scott, il suo amico ferito, e al fatto che la prossima volta poteva perdere la vita invece di finire in ospedale, che rischiava di perderlo davvero e di raccogliere il suo corpo sbranato solo per non aver avuto il coraggio di far finire lo spargimento di tutto quel sangue, accettando di sposare un licantropo e restituendo la pace e un futuro alle persone che amava.
 
No, non sarebbe successo in quel mondo e nemmeno in quelli paralleli.
 
"Facciamolo." disse, dicendo mentalmente addio al futuro che aveva sognato, ingoiando la bile che minacciava di tramutare in pianto.
 
 
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Era stata la settimana più orrenda, lenta e rabbiosa della sua vita.
 
Stiles non si era mai sentito così umiliato, arrabbiato e confuso.
 
Dopo quell'incontro, non aveva più rivisto quel lupo scontroso, ma aveva dovuto affrontare la delusione e lo sgomento di Scott, la preoccupazione di sua madre, la pressione di suo padre, la frustrazione di Chris e le odiose lettere dalla Congrega.
 
La prima era arrivata lunedì.
 
All'attenzione dell'omega Mieczyslaw Stilinski.
 
In base all'accordo da lei stipulato e la prossima modifica del suo status, le inviamo le informazioni sull'Alpha con il quale convoglierà  a nozze la prossima domenica.
 
Di sotto, la scheda anagrafica dello sposo.
 
Nome: Derek
Cognome: Hale
Razza: Lupo mannaro
Livello: Alpha
Data di nascita: 11/09/1987
Data di passaggio: 12/09/2000
Titoli di studio: N.N
Attuale occupazione: N.N
Stato civile: N.N
Stato penale: Nessun reato prescritto
Interventi/vaccini/allergie: N.N
Madre: Talia Hale (Alpha)
Padre: Ian Hale (Omega)
Sorelle: Laura, Cora (Omega)
Richieste particolari:
Come richiesto dall'Alpha, in base alla legge dei licantropi, Derek Hale deciderà quando e come far avvenire il legame.
Essendo un Alpha mannaro, il legame verrà instaurato tramite morso e l'omega dovrà accettarlo e riceverlo nel modo che l'Alpha riterrà più opportuno.
 
L'Alpha è obbligato a consumare il matrimonio entro un mese dalla data delle nozze per garantire una prole, nel presente caso la consumazione ha una proroga di altri cinque mesi per i vari fattori mannari quali Luna, odori e clausole legate alla legge dei lupi.
 
Qualora vi fossero domande o eventuali richieste particolari da presentare all'Alpha, l'omega può contattare la Congrega che farà da tramite tra i futuri sposi.
 
Ogni contatto tra Alpha e Omega non potrà avvenire fino al giorno della cerimonia.
 
Cordiali saluti, presidente Whittemore.
 
 
Non sapeva se sentirsi nauseato o offeso.
Avevano davvero mandato delle informazioni, nemmeno tanto dettagliate, sul suo futuro marito?
E poi, accordo di cosa?
Lo avevano praticamente costretto e non sapeva nemmeno che lavoro facesse Derek Hale.
Per quel che sapeva, l'Alpha era solo uno dei tanti lupi che aveva cacciato ed ora stava per sposarlo.
 
In più, quella non era stata nemmeno la lettera peggiore.
 
La seconda arrivò due giorni dopo, elencando ciò che avrebbe potuto portare con sé nella sua nuova casa.
 
 
Alla cortese attenzione dell'omega Mieczyslaw Stilinski.
 
Come da procedura, ecco l'elenco degli oggetti di primo bisogno che dovrà trasportare nella sua nuova casa e quello che NON può assolutamente portare.
 
Niente vestiti.
 
Niente Scarpe, tranne quelle che porterà al matrimonio.
 
Niente Libri, diari, quaderni o facsimile.
 
Niente armi.
 
Niente profumi.
 
Niente biancheria intima.
 
Uno spazzolino nuovo e un pigiama nuovo che provvederà a consegnare entro la sera prima delle nozze. Un addetto provvederà a farglieli trovare nella camera patronale.
 
Tutto ciò di cui avrà bisogno potrà comprarlo solo insieme al proprio Alpha, in modo da non indossare niente che possa infastidirlo.
 
Sembrava una lista della spesa e litigò pesantemente con sua madre quando lei gli confessò che ne aveva ricevuto una simile prima di sposarsi.
 
Non riusciva ad accettare una simile declassazione, era come se fossero stati venuti al miglior offerente.
 
La terza lettera, la peggiore, arrivò sabato mattina.
 
 
Alla cortese att.....  sì, ok, ormai conosceva la manfrina a memoria.
Sorvolò sulla prima parte dedicandosi unicamente a ciò che stava per chiedergli, di nuovo, la Congrega.
 
... per un buon matrimonio.
 
Sebbene gli Omega abbiano conquistato gli stessi diritti degli Alpha a livello professionale, civile e politico, mi duole annunciare che una unione tra un Alpha mannaro ed un semplice Omega richiede delle determinate regole per permettere una lunga relazione.
In aggiunta al fatto che questo matrimonio mira a far decadere una faida decennale, la Congrega dei cacciatori ha stabilito degli obblighi darispettare assolutamente.
In allegato, troverà l'elenco.
 
 
L'omega è obbligato a non contraddire mai l'Alpha.
 
L'omega è obbligato a compiacere l'altro, in ogni ambito, concedendosi senza obiettare, sempre.
 
L'omega non può mai, in nessun caso, allontanarsi senza avvisare l'Alpha.
 
L'omega non può interagire con altre persone senza l'Alpha.
 
L'omega deve sottostare, sempre, agli ordini dell'Alpha.
 
Se l'Alpha lo richiede, l'omega dovrà smettere immediatamente di lavorare.
 
L'omega non può tradire o abbandonare l'Alpha. Qualora, dopo l'anno di matrimonio, l'omega non riuscisse a generare figli, l'Alpha può diseredarlo oppure può decidere di procreare con un omega non legato per poi consegnarlo all'omega legato per crescerlo.
 
 
Se dovessero esserci ulteriori dettagli o dimenticanze, provvederemo in breve tempo a comunicarglielo tramite il suo Alpha.
 
Sentiti auguri, 
il presidente Whittemore. 
 
 
Stiles vomitò.
Vomitò a lungo.
Non disse una parola, non ne parlò a nessuno, ma non poté evitare al suo corpo di rigettare lo schifo che sentiva dentro di sé.
 
Derek Hale gli aveva assicurato che avrebbe continuato la sua vita, eppure era arrivata quella lettera vomitevole.
 
Per evitare di nuovo la faida, la Congrega lo aveva appena privato di tutti i suoi diritti.
 
Cazzo, che schifo.
Che schifo.
 
Non riusciva davvero a pensare ad altro se non al fatto che, dal giorno dopo, la sua vita avrebbe fatto davvero schifo.
 

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