"Arriverò dove nessuno se lo sarebbe mai aspettato."
-Cit."Quando ti mancherò, dovrai stringere questo bracciale, sarà come se fossi lì con te." disse Sean, annuendo con convinzione, prima della sua partenza per Manchester, circa un anno prima.
Eccitata, presi la valigia e la trasportai fuori. Sean non sapeva della mia partenza, e per una volta mi sembrò di star facendo la cosa giusta. Sarei scappata dalla monotonia, come avevo sempre desiderato. Sarei scappata dal mio passato, dai miei incubi. Pensai, chiudendo la porta a chiave. Entrai in ascensore, presi il biglietto con l'indirizzo della mia nuova casa a Londra, e lo lessi piú e più volte. Non potevo crederci.
Stavo per realizzare un sogno.
Sean non sapeva della mia decisione, conoscendolo mi avrebbe consigliato di restare in Italia, pensava che l'Inghilterra, e l'estero in genere, non fosse cosa per me.
19 anni, lontana più di mille chilometri dai miei genitori, un sogno in valigia, un college prestigioso da frequentare e un lavoro da poter svolgere con il computer.Arrivai in aereoporto con mezz'ora di ritardo, ma, fortunatamente, i controlli e il check-in non mi fecero impiegare molto tempo, motivo per cui salii in aereo in perfetto orario. Mi sedetti al 23A, ignorando il vecchio che urlava bestemmie, dal 23C, perché avevo per sbaglio urtato la sua gamba. Guardai con aria divertita il ragazzo accanto a me che, guardando la mia espressione mortificata, scoppiò a ridere ignorando le occhiatacce di quel signore.
"Dovrebbe presentarsi, signorina." disse, continuando a ridere, il ragazzo.
"Mi dia un motivo valido." risposi, sorpresa.
"Non saprei dirle, forse perchè il ragazzo accanto a lei è davvero un bel ragazzo?"
E guardandolo meglio, era davvero un bel ragazzo. I suoi occhi azzurri contrastavano con i ricci neri.
"Mi illumini, a me sembra di essere circondata solo da vecchi." sussurrai, non facendomi sentire dagli altri.
Prese il cellulare, accese la torcia, prima la puntò su di me e poi la girò su di lui.
"Che geniaccio." Dissi, ridendo.
"Piacere, Luca." allungò la mano e cercò di fare un inchino, sedile permettendo.
"Riley."
"Sei italiana?" chiese lui, sorpreso.
"Si, mia madre è americana." risposi, alzando gli occhi al cielo.
Nemmeno il tempo di finire la frase che sentii una stretta allo stomaco, l'aereo era decollato. Sorrisi, esaltata.
Non era la prima volta che viaggiavo in aereo, anzi. Ma ogni volta era sempre più emozionante, quella volta particolarmente.
Avrei rivisto Sean, il mio migliore amico. Il ragazzo di cui ero cotta dal primo anno di liceo."Niente, Cupido ha scoccato la mia freccia su Morfeo, forse è per questo che sono ancora single. Vado ad abbracciarlo, quasi quasi." Disse Luca, un quarto d'ora dopo, sistemandosi meglio nel sedile, appoggiando una testa sulla mia spalla.
Scoppiai a ridere, guadagnandomi le occhiatacce di tutti. Morfeo chiamò anche me, una ventina di minuti dopo, mentre Luca russava profondamente.Mi sentii scuotere il braccio e, aprendo gli occhi vidi un Luca che spruzzava gioia da tutti i pori.
"Benvenuta a Londra, signorina."
Sorrisi.
"Sono pronta." sussurrai tra me e me, stropicciandomi gli occhi.Una mezz'oretta dopo eravamo già scesi dall'aereo, entrammo all'aeroporto e andai al gabinetto, implorando al ragazzo di aspettarmi. Appena uscii, Luca si mise a correre disperato verso il nastro dei bagagli con i nostri zaini in spalla, lasciandomi vicino i bagni con le due valigie, facendomi ridere. Nello schermo c'era scritto che, a causa della rottura di una delle macchine, le valigie sarebbero arrivate con quindici minuti di ritardo, ma lui questo non lo sapeva.
"E ora che si fa? Visto? Te l'avevo detto, dovevamo accelerare il passo, tutta colpa tua e del tuo disperato bisogno del bagno." mise il broncio.
Non riuscendo a parlare per le troppe risate, gli indicai lo schermo. Inutile dire che per vendetta si mise a farmi il solletico. Ignorando tutte le occhiatacce che le persone ci lanciavano, gli supplicai di smettere. Lui smise, ma mi assicurò che si sarebbe vendicato presto, dato che ci saremmo visti ad Oxford, circa un mese dopo.
-
Il taxi mi accompagnò fino a casa, a Piccadilly circus.
Salii le scale quasi tremando, e se non mi fossi trovata bene con gli inquilini?Saremmo stati due ragazze e due ragazzi, che però 'si vedevano raramente', mi assicurò l'agente immobiliare per telefono.
Infilai la chiave nella serratura, titubante.
Aprii la porta e un odore sgradevole di bruciato mi investii le narici.
"Oh mio dio, sei la nuova coinquilina, vero?" disse una ragazza bionda con dei grandi occhi marroni, venendomi ad abbracciare.
Annuii cercando di essere più cortese possibile.
"Riley" dissi, quando si staccò dall'abbraccio, allungando una mano.
"Sarah." rispose, stringendola.
"I ragazzi arriveranno questo pomeriggio, adesso sono al lavoro." continuò, alzando gli occhi al cielo.Continuammo a parlare e scoprii che era davvero una brava ragazza.
Avrebbe dovuto iniziare il college come me ed era fidanzata con uno dei due ragazzi con cui avrei dovuto convivere.
Mi spiegò anche che la puzza di bruciato era causata dalla torta al cioccolato che stava preparando per me, ma aveva dimenticato di mettere il timer. Risi, al pensiero che insieme, probabilmente, avremmo dato fuoco alla casa.
Dopo pranzo dissi a Sarah che sarei andata a disfare le valigie e mi mostrò la mia stanza. Era carina.
Il letto si trovava sotto la finestra e l'armadio era posizionato di fronte ad esso, accanto la scrivania lilla. Vicino al letto c'era un comodino, dove si trovava un vaso con dei fiori all'interno e un bigliettino con scritto:
"Welcome home.
-Sarah, Matthew and Carter."Indossai qualcosa di comodo e cominciai a mettere i vestiti nell'armadio, solo dopo una mezz'oretta mi distesi sul letto. Quella era la mia nuova casa, Londra era la mia nuova casa. Chiusi gli occhi, sentendo una porta aprirsi. E mi addormentai, con il sorriso sulle labbra.
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You are my only thought.
Romance"Sai perché in nessun posto ti senti al posto giusto, Riley?" Urlò Drew,facendomi spontaneamente girare. "No, vediamo se lo sai tu." Risposi irritata. "Perchè non puoi sentirti al posto giusto se dentro te niente è al suo posto. Non puoi sentirti a...