Primo racconto: l'aeroplano

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Allora, è cominciata così. Io stavo già sull'aeroplano pronto a partire. Era un volo di routine; dovevo portare un carico oltre il confine stando basso per non creare imbarazzo a chi gestiva i radar. Avevo i motori accesi e stavo per iniziare a rollare quando mi si para davanti uno degli uomini e mi fa un gesto per fermarmi. Io mi fermo e apro il portellone ma non sono contento e no amico, non sono contento e lo sai perché ? Perché con lui vedo che c'è un tipo, di sicuro uno straniero, dall'aspetto sembra un marocchino ma i modi sono da europeo; la cosa non mi piace per niente. Salta fuori che quello deve venire con me; non so chi sia e mica posso chiedere chi mazzo è. Lo faccio salire quello non saluta si siede nel sedile del copilota e non dice un mazzo tutto il viaggio. Eppure c'è ne sarebbe stato da dire, abbiamo perso un motore e siamo atterrati in mezzo alla giungla. «Mazzo» dico io, «siamo nella merda!» Lui si toglie la cintura, si guarda per vedere se è tutto intero e si solleva dal sedile. Non faccio in tempo a dirgli di aspettare che quello ha già aperto il portellone. Gli dico «Hei, aspetta. Qui è un casino è meglio se pensiamo a cosa fare.» Mazzo, quando siamo precipitati stavamo sorvolando le terre del comandante... i guerriglieri se ti prendono di tagliano a fette e ti stendono al sole come bucato; poi vanno al mercato a vederti a fettine; le chiamano souvenir di narcos...qualche bastardo le compra anche ma non è per i soldi che le vendono è perché si sparga la voce... Dove mazzo stavo? A già, stavo raccontando di quel tipo. Scende dall'aereo e si incammina nella giungla. Io da solo li non ci volevo certo stare e allora gli tengo dietro. Ma quello camminava come se serpenti e ragni non ci fossero o come se non lo potessero mordere, invece io avevo una pura folle; lo sai quanto ti resta da vivere se ti morde un mamba nero? Neanche io, ma per fortuna li non c'era il mamba nero, ma comunque c'erano altri serpenti. Continuiamo a camminare ma a un tratto sento un rumore che non mi piace. Lo sai che rumore era?

«No, non lo so.» rispondo io. Se ti sei perso questo sono io che so scrivendo il libro.<br>

Nessuno rumore, capisci amico? nessun rumore. Qualsiasi idiota sa che nella giungla nessun rumore equivale a guai ma quello sembra che non lo capisca. Allora glielo dico io

«Hei amico» gli sussurro, «qualcosa non va...dobbiamo fermarci.»

«Mi chiamo Johnny.» dice lui, e capisco che non gli piaceva che lo chiamassi amico. Comunque sentire la sua voce mi aveva sollevato. Mazzo, mi ero immaginato che parlasse come un duro invece sembrava che parlasse un impiegato delle posto. Ma mazzo, da dove la tirava fuori tutta quella sicurezza un impiegato delle poste? Comunque mi avvicino a lui e quella è la cosa migliore che potessi fare. Facciamo altri due passi e quei bastardi escono fuori e in un attimo ci circondano. Il Loro capo esce allo scoperto e ci chiede chi siamo; io guardo Johnny lui non fa una piega, completamente inespressivo. «è lui il capo.» dico io indicando Johnny; «io stavo solo pilotando l'aereo. Siamo precipitati, mazzo!». Mi spiaceva tirarlo così in ballo ma mazzo, mi dovevo salvare le palle. Il loro capo non mangia la foglia, si avvicina a Johnny e alzando il mento con aria di sfida gli chiede che mazzo ci facciamo li e se siamo dei narcotrafficanti. Johnny non reagisce. A quelli non gli piace che non gli ascolti, sai gli piace pensare che tutti hanno paura di loro, così alza il calcio del fucile e va per picchiarglielo nello stomaco. Io sento quella sensazione... come quando inciampi e sai che sbatterai la faccia, allora senti già quel fuoco al naso, poi magari riesci a non cadere, ma il male lo hai già sentito. Dove stavo?

«Eravamo al capo dei guerriglieri che picchia Johnny con il calcio del fucile...»

Già è vero, ma non scaldarti amico, non l'hai mica comprata questa storia. Comunque ora ti racconto quello che successe. Io vedo chiaramente, come al rallentatore ogni movimento di quel pezzo di merda, ma quando ormai sento quel colpo al naso, niente, il bastardo è per terra. Lo guardo meglio, ha il braccio piegato nella direzione del gomito e l'osso, come si chiama quell'osso? Non lo so, ma non importa, era fuori dalla carne. Gli altri guerriglieri hanno la mia stessa reazione, non avevano capito nulla. Johnny guarda uno negli occhi «Dov'è il vostro capo? Devo parlargli.» Il coglione va per indicare l'uomo a terra. Quel pezzo di merda doveva essere sotto shock per il dolore perché continuava a contorcersi come se avesse le convulsioni. Johnny non lo segue con lo sguardo mazzo, non muove la testa, continua a fissarlo «Il vostro capo. Devi portarmi dal vostro capo.» Il testa di mazzo pensa di fare l'eroe, probabilmente non aveva capito quello che era successo, alza il mitra e lo punta alla testa di Johnny e lo intima di inchinarsi. Non ho il tempo di farmela sotto perché prima che possa farlo quello è ha terra di fianco al suo capo, steso con il collo girato...in modo innaturale.

Johnny karateWhere stories live. Discover now