capitolo-3-

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È passata una settimana. La settimana più brutta della mia vita.
È stato un incubo, eppure era tutto reale.
Non dico cosa è successo ,perché vi verrebbe la pelle d'oca al solo pensiero.

Da poco mi hanno portata nella mia stanza: è una camera molto accogliente, anche se un po' piccola.
Mi faccio una doccia veloce ed esco  dal bagno accanto alla mia stanza.
Mi vesto dei vestiti a caso trovati nel mio armadio.
Mi avvicino al letto per poi buttarmici a peso morto.
Chiudo gli occhi.
Immagino una famiglia normale, che dopo a una faticosa giornata a studiare ,mi accoglie a casa dolcemente.
Quella che dovrebbe essere mia madre mi abbraccia, e inizia a darmi dei baci sulla fronte.
Mi sembra tutto così bello.
Così bello da dimenticarmi per un secondo della realtà, e cioè: io non avrò mai una famiglia normale, i miei genitori mi hanno venduta, e un vero genitore non venderebbe mai il proprio figlio.
Una lacrima scende dolcemente percorrendo tutta la guancia, per poi morire nella mia bocca.

Mi alzo di scatto quando sento qualcuno entrare.
<Preparati puoi uscire fuori, ma solo per 1 ora> dice Nathan.

Mi asciugo le lacrime velocemente, mentre lui esce chiudendo la porta alle sue spalle.

Cosa dovrei fare?
Sono già pronta così!

Vado in bagno mi risciacquo la faccia, ritorno nella mia stanza , e lego i capelli in una coda da cavallo.

Scendo le scale e percorro un lungo corridoio, dove si trova Nathan.

<Dove andiamo?>chiedo curiosa ,mentre lo raggiungo.
<Nel bosco qui accanto>risponde freddo come sempre.

Immersa nei miei pensieri, continuo a camminare, fino a che non usciamo fuori.

<Ah...-mi giro verso di lui- come hai passato questa settimana?
Ti sei trovata bene ragazzina ?>
Lo dice calcando la parola "ragazzina"

Questo qua mi fa salire l'istinto omicida.
Giuro che se continua lo ammazzo, pur di farlo smettere.

<Prima di tutto non sono una ragazzina -scimmiotto la sua voce- seconda cosa... -dirigno i denti- bene,  ho passato ... molto...bene...questa settimana>

Se non toglie quel sorrisetto dalla sua faccia gli spacco la mandibola.

Ahhh!! Io lo uccido!!

<Tu invece come hai passato questa settimana?>

Si gira a guardare dall'altro lato.
<Bene, sai sono stato con delle belle ragazze e...> lo interrompo prima che possa dire altro.
<Okay ho capito!! È chiaro il concetto.>
Scoppia in una fragorosa risata.
<Ma cosa ti ridi brutto caprone che non sei altro!!??>
Credo di essere diventata tutta rossa dall'imbarazzo.
<Siamo arrivati> dice lui.

Siamo nel bel mezzo del bosco.
Questo posto è pieno di alberi col muschio, ci sono tanti fiori di diversi colori; e al centro di tutto questo c'è una cascata stupenda, l'acqua è così limpida ,che si può vedere quello che c'è sotto.

<Perché siamo qua?> gli domando.
<Perché voglio nuotare> si toglie la maglietta. Si possono vedere perfettamente i suoi addominali contrarsi ad ogni singolo movimento.
La pelle abbronzata è così li-
<vuoi continuare a guardarmi o ti tuffi pure tu?> non mi ero accorta di essermi incantata a fissarlo, e nemmeno che era già entrato.

Inizio ad alzare la maglietta, quando mi ricordo di non avere un costume.
<Non ho il costume!> esclamo.
<Hai l'intimo no?>
<Certo che sì>divento rossa come un pomodoro.
<Bene allora puoi entrare>
<In intimo? Ma tu sei fuori! Non entrerò mai.>
Sbuffa e alza gli occhi al cielo.
<Se entri così, avrai una cosa a tuo piacimento>risponde per poi girarsi ed entrare in acqua.

Avrò qualsiasi cosa? Bene.

Mi tolgo la maglia con calma ,per poi buttarla in un punto a caso , stessa cosa la faccio con i pantaloni.

Immergono solo i piedi per vedere quanto è fredda l'acqua, e mille brividi percorrono tutto il mio corpo.
All'inizio sobbalzo per il freddo, poi però mi abituo, e quindi comincio ad entrare più in profondità, fino ad arrivare al centro del laghetto.

È da tanto che non vedo Nathan.
Che gli sia successo qualcosa?
<Nathan?>lo chiamo.
Mi guardo attorno, ma non lo vedo.
<Nathan? Dove sei?> la mia voce trema.
<Nathan, guarda che è uno scherzo di cattivo gusto... Per favore rispondi!>
Oddio! Dov'è?
<Ahhh!!!> urlo quando delle possenti mani cingono i miei fianchi, e delle calde labbra si appoggiano sul mio collo.
Inizio a scalciare e ad urlare.
<Tranquilla, sono io ,piccola fifona>
<Ti farò patire le pene dell'inferno per quello che hai fatto!!>
L'acqua intorno a noi comincia a muoversi freneticamente, mentre il mio corpo lentamente inizia a sollevarsi da terra, i miei occhi bruciano, segno che stanno diventando rossi.
Alzo le mani, e le muovo cominciando a parlare latino, agli occhi degli altri potrebbe sembrare una lingua stranissima, ma per me non lo è.
Dell'acqua si solleva e prende la forma di una mano, con essa prendo Nathan e lo sollevo.
<NON DOVEVI FARMI QUESTO SCHERZO!!> la mia voce è roca.
<s-scusa era s-solo un piccolo scherzo>risponde balbettando.
<Un piccolo scherzo? Un piccolo scherzo?...potevi essere morto, annegato e questo per te è un piccolo scherzo?>
La sua faccia spaventata scompare, e al suo posto compare un sorrisetto compiaciuto.
<Ah...quindi  se non ho capito male...eri preoccupata per me?>
<Questo non è assolutamente...>
<vero?>termina la mia frase.
Tutto ritorna come prima.
<Uffa!! Quanto sei irritante!>incrocio le braccia al petto, poco sotto al mio seno.
<Irritante o Sexy?>alza un sopracciglio e mi guarda in modo perverso.
<Irritante> affermo convinta.
<Sbaglio o poco fa non riuscivi a staccare gli occhi dai miei addominali?>dice ridendo sotto i baffi.
<pff, c'è di meglio>
<Non vuoi mai avere torto non è così?>sorride, e che sorriso!
Solo che sono troppo incazzata con lui per pensare a questo.
<Tu non sei da meno>
Detto ciò esco dall'acqua sculletando, sapendo perfettamente che mi sta guardando.
<Sai che non si fa così! Non puoi sculletare davanti a me, e restare indifferente dell'effetto che fai a un uomo!>urla per farsi sentire da me, ma io ormai sono troppo lontana per sentirci chiaramente.

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