Uno.

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Alla Constance quello era un mercoledì come tutti gli altri, le ragazze -vogliose di mettersi in mostra con i ragazzi della St. Jude- indossavano i loro vestiti migliori, fingendosi indifferenti davanti alla bellezza di certi studenti.
Alla St. Jude, invece, i ragazzi sostavano all'ingresso per aspettare di vedere gambe scoperte e davanzali ben esposti.
Diverse limousine si fermavano davanti all'ingresso delle due scuole per scaricare alcuni tra i più ricchi degli studenti, ma solo due limousine scatenavano sempre il panico al loro arrivo; quelle degli Archibald.
Nonostante il cognome, le due limousine appartenevano a due famiglie diverse, la prima ad arrivare era sempre quella degli Archibald della St. Jude, tre dei nove meravigliosi fratelli dagli occhi rigorosamente blu, ereditati dal padre.
La seconda, invece, scortava a scuola solo una giovane promessa di Yale, Elizabeth Archibald, figlia unica, meglio conosciuta come la "reginetta" della Constance, l'organizzatrice delle feste più esclusive di New York e la ragazza con la madre pittrice e il padre troppo stronzo per non scappare prima della sua nascita.
Appena questi quattro ragazzi facevano il loro ingresso a scuola, il panico si resettava tra i ragazzi della Constance e della St. Jude.

****

«Elizabeth!» strillò una delle mie "tirapiedi" correndomi incontro con una pila di fascicoli racchiusi in cartellette di pelle.

«Che c'è, Jaqueline?» domandai seccata portandomi il mio fedele cappuccino alle labbra.

«I fascicoli delle matricole che mi avevi chiesto» Disse tentando di recuperare il respiro perso durante la corsa fatta per raggiungermi.

«Mh, portali nel mio armadietto» Mormorai scacciandola con un gesto della mano, sorridendo nel vedere la mia migliore amica avvicinarsi a me.

«Non dirmi che anche questa mattina Bernadine ti ha servito fragole aspre!»
Esclamò con tono fintamente preoccupato, facendomi ridere.
Era sempre così, Josephine, tentava di farmi ridere ogni volta che mi vedeva stressata o giù di morale, che fosse colpa di mia madre, delle fragole realmente aspre, di qualche ragazzo o di qualsiasi altra cosa.

«Erano piuttosto buone, in realtà.
Mia madre è partita di nuovo per la Francia, mi ha lasciato un bigliettino dicendomi che tornerà tra un paio di settimane.» Mormorai rivelandole indirettamente che avrei organizzato una delle mie solite feste e che quindi lo stress era alle stelle; tutto doveva essere perfetto, come sempre.

«Tema anni ottanta? Colazione da Tiffany? Van Gogh?» Trillò facendo un giro su se stessa, fermandosi -e fermandomi- in mezzo al corridoio in attesa di una risposta.

«Van Gogh?» Ripetei divertita, scoppiandole a ridere in faccia.
A quel tema non avevo mai pensato; avrei potuto ispirare una festa intera ad un solo pezzo unico di Van Gogh che possedevo in casa? Probabilmente sì.
«Penso che non ci sarà un tema, questa volta» Dissi infine.

«Arrivano gli Archibald» Mi sussurrò Josephine prima di tirarmi una lieve gomitata, facendomi distrarre dal mio cappuccino ormai quasi freddo per farmi concentrare su un piccolo branco di tre meravigliosi esseri dagli occhi blu come i miei.

«State invadendo il mio territorio, Archibald» Dissi a voce alta, passando la tazza di plastica con il mio cappuccino ad una delle mie "tirapiedi", che ovviamente era alle mie spalle, per potermi mettere a braccia conserte con aria di sfida.

«Per un buon motivo» Disse il più grande, Gideon, raggiungendomi a grandi falcate sotto lo sguardo attento di tutte le ragazze della Constance.
Mi raggiunse in un paio di secondi e mi fronteggiò, portandomi una mano sul viso per poterlo accarezzare.
Mi scostai bruscamente, facendo ridacchiare tutto il corridoio; nessuno aveva il potere su di me, tantomeno un ragazzo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 13, 2017 ⏰

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