~prologo~

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Avanzo sul marciapiede. Sto raggiungendo la mia scuola, più in fretta che posso, visto che sono non poco in ritardo.

Abito nella più piovosa cittadina dell'America. È piccola ma graziosa ed è circondata da fitte foreste scure, con alberi altissimi perennemente coperti di neve bianca. Qui c'è sempre nebbia.

In realtà dovrei essere in autobus, ma, nonostante sia dovuta stare ad aspettarlo congelando nella fredda banchina della fermata, è sfacciatamente passato senza fermarsi e i mezzi di trasporto pubblici in questa città sono così scarsi che non ce n'è uno successivo.

Anche oggi il cielo è coperto, ma non è una cosa per forza brutta.

A me piace la pioggia. Mi piace soprattutto perché la gente scappa, si copre come meglio può e lancia gridolini. È divertente guardare come le persone defluiscono nei palazzi lasciando le strade deserte.

Adesso però spero davvero che non venga un acquazzone, o oltre che in ritardo a scuola arriverò anche fradicia e grondante.

Rabbrividisco per una folata di vento freddo improvvisa.

Frequento la scuola superiore della città, sono al terzo anno.

Mi tiro su la cerniera del giacchetto impermeabile fino al mento e apro l'ombrello, non si sa mai. Sbuffo, pensando che sarebbe meglio se nevicasse. Non nevica da anni.

«AH!».

All'improvviso, avverto dei rumori alquanto strani e sospetti.
Delle grida che subito dopo diventano soffocate miste a parole confuse e ovattate, come se qualcuno stesse tappando la bocca con la mano a qualcun'altro.
Gli impedisce di chiamare aiuto.

Giro la testa di scatto.
Provengono da dietro il vicolo.

Non penso, agisco di impulso. Non sono mai stata una persona molto decisa, ma se c'è una cosa che so è che non lascerò da solo chi ha bisogno di aiuto.

... Mi avvicino piano all'angolo che da sul vicolo, cercando di essere più silenziosa che posso nonostante lo sciaqquettare rumoroso dei miei stivali nelle pozzanghere.
Mi appiattisco contro il muro di mattoni e procedo, tendendo le orecchie più che posso, cercando di ascoltare i rumori. Adesso ci sono parole confuse, alcune gridate, non sembra un'aggressione ma neanche una conversazione diplomatica.
Alcune di queste parole mi catturano.

Sono una pazza, dovrei tornare subito indietro e scappare invece di cacciarmi nei guai... come al solito
mi riprende la coscienza, sperando vanamente che io la ascolti. Illusa.

... Ascolto. Sembrano alcuni uomini e una donna. Riconosco il rumore dei tacchi che si distingue dallo scalpiccio misto di altre scarpe.
Mi basterebbe sporgermi un pochino a destra per vederli... e per poter essere vista.
Chiudo gli occhi e ascolto, appoggiando l'orecchio al muro.
«... Oh, no, Caius, puoi scordartelo! I miei poteri sono sacri, servono» la voce della donna è vellutata, affascinante, ipnotica, «Non farò una cosa del genere, non al mio popolo. Neanche se volessi potrei. Questa non è la mia battaglia, né della mia gente. Non voglio essere messa in mezzo.» sento urlare da quella che dovrebbe essere la donna. Tuttavia la sua voce sembra fatta di seta, ed è così delicata che non sembra neanche stia urlando. Eppure è inquietante.

... Qui qualcosa non quadra. ... Poteri? Battaglia...?!

Se anche adesso ho la certezza che non è un'aggressione, non me ne vado comunque. Voglio sentire fino alla fine.

«Oh, Angiolina, ti sembra davvero che Caius ti stia chiedendo il permesso?!» prorompe la voce di un ragazzo, più giovane, «... Sei una dei pochi di noi rimasti, non possiamo rifiutarci!».
La voce si placa. Così, con gli occhi chiusi, riesco a immaginarmi la scena: vedo il ragazzo prendere forma nella mia mente, pronto a difendere il suo alleato, nonostante sia il più giovane e colui che dovrebbe più ascoltare che intervenire. Poi, qualcuno poggia una mano sulla spalla al ragazzo e lui riconosce che la parola non gli spettava. Alla sua voce, se ne sostituisce una più profonda.
«E questa è anche la tua battaglia, Angiolina, è la battaglia dell'intero mondo. Del nostro mondo», deve essere Caius, «... Dobbiamo stare attenti... e, soprattutto, dobbiamo riuscire a trovarla. Senza di lei, non possiamo fare niente» sento aggiungere da Caius.

Okay, non ce la faccio più. Devo vedere. Mi sporgo impercettibilmente, ma quanto basta per poter sbirciare nel vicolo, dove c'è il gruppo di figure che discutono.

La donna è semi-girata di spalle. Indossa un vestito un po' troppo scollato per quella temperatura, come se non avesse affatto freddo. È avvenente, forse troppo, di una bellezza perfetta e cinerea. La sua lunga chioma ondulata è di colore nero e risplende di riflessi argentei. La sua pelle è pallida come l'avorio.
C'è un dettaglio nel suo viso che è indimenticabile: i canini sporgenti e così bianchi da luccicare.

Deglutisco. Guardo accanto a lei, colui che deve essere Caius.
Alto, capelli scuri e occhi blu. Non avrebbe niente di strano, se non fosse per un paio di ali grandi e forti, oserei dire immense, che sporgono dalla sua schiena.

Sto impazzendo. Sì, deve essere così.

Accanto a Caius, riconosco la figura di un ragazzo. Credo che sia quello che ha prontamente difeso Caius, prima. Non ha niente di strano, almeno a prima vista, eccetto una bellezza disarmante. Tuttavia, non vedo né canini né ali da angelo. È castano, con qualche sfumatura rossa, con brillanti occhi verdi e un'espressione attenta.
Non riesco a vederlo bene... maledizione, c'è troppo buio nel vicolo.

Okay, o sono improvvisamente e letteralmente impazzita... oppure sto sognando. Non c'è altra spiegazione.

Convinta che si dovesse trattare di un sogno, mi pizzico il braccio, così, per verificare. E, come una stupida, mi spavento quando non sento subito granché male e pizzico istintivamente più forte. Troppo.

«Ahi!» esclamo, colta alla sprovvista, non riuscendo a trattenermi.

... Ed è in questo momento che le figure si girano di scatto verso di me. Potrei giurare di aver sentito il ragazzo mozzafiato ridere.

Un fiocco di neve che somiglia a un batuffolo di cotone sfarfalla davanti a me, seguito da molti altri dopo di lui.
Beh, è l'unica cosa che riesco a pensare, ... Almeno sta nevicando.

-Fran and Olga ;)

A piece of my life~♥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora