Prologo

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Corro per scappare.

Corro per proteggermi.

Corro perché questa verità non fa per me.

«Bettany torna indietro! Fammi spiegare!» urla alle mie spalle ma non lo ascolto. Non voglio più sentire una parola uscire dalla sua bocca. Corro senza guardarmi indietro con l'unico obbiettivo di seminarlo. Più spingo il mio corpo ad accelerare più percepisco le sue urla e i suoi passi lontani. In poco tempo l'unico rumore che sento è il rimbombare delle mie scarpe a contatto con l'asfalto della strada. Mi guardo indietro per assicurarmi di averlo seminato, quando ne ho la certezza senza abbassare la guardia rallento per riprendere fiato.

La giornata non è iniziata nel migliore dei modi ed ero pronta a tutto ma non questo, non ora e non dopo tutto questo tempo.

Rallento la corsa non appena incrocio le prime persone che vedendomi correre iniziano a squadrarmi. Cerco di camuffare la mia corsa in una camminata spedita cercando di non dare troppo nell'occhio, assicurandomi sempre di non avere nessuno alle spalle che gli somigli e mi segua.

Resto il più lontano possibile dai lampioni ma serve a poco. Riconosco, anche se a distanza, il rumore di una moto che inizia ad accelerare.

«Porca miseria!» impreco tra me e me. Con la coda dell'occhio riconosco subito la moto e riprendo a correre senza preoccuparmi più di nulla. È la moto di quella traditrice.

Guardando avanti noto che la strada non mi permette di girare per i prossimi cinquanta metri.

Se non mi muovo in poco mi raggiunge! Spingo il mio corpo al massimo e accelero la corsa.

Io ce la posso fare. Nulla può fermarmi. Mi ripeto.

Arrivata all'incrocio cerco di confonderla facendo finta di andare dritta verso le strisce pedonali e girando solo all'ultimo. Non mi avranno!

«Bettyyyyyy!» la sento urlare. Due secondi dopo la luce di una macchina compare improvvisamente nel mio campo visivo. Sento il rumore delle pasticche dell'automobile cigolare sui dischi del freno mentre cerca di rallentare la corsa. Non riesco a spostarmi dalla sua traiettoria in tempo.

Il veicolo che fino a poco prima andava a tutta velocità riesce ad urtarmi di striscio durante la frenata e a scaraventarmi a terra. L'impatto con l'asfalto è inevitabile. La testa mi gira come una trottola ed inizio a vedere tutto sfocato. Sento il cuore battere a mille per l'adrenalina.

La moto torna indietro e la conducente scende in una mossa rapida e decisa gettando il casco a terra correndo verso di me.

Il conducente della macchina scende sbattendo lo sportello. «Betty ma sei impazzita?!».

«Bettany» sento sussurrarmi in maniera dolce da una voce familiare che mi stringe a se. Vedo che tira fuori dalla tasca qualcosa.

«Lo stiamo facendo per il tuo bene. Non odiarmi» dice con tristezza prima di farmi un'iniezione nel collo. In pochi istanti le loro voci iniziano ad essere ovattate e al posto dei loro visi nitidi scorgo le immagini come se avessero fossero avvolte dalla nebbia.

«Ma ti sembra il caso di fermarla investendola? Sei impazzito!»

«Era l'unico modo per fermarla! E poi non è colpa mia se si è buttata in mezzo alla strada!»

«Era sulle strisce pedonali!»

«Secondo te in missione io faccio caso alle strisce pedonali!» urla lui avvicinandosi.

Pochi secondi dopo il mio corpo viene sollevato dal freddo asfalto e vengo stretta da due braccia muscolose. Le sue braccia muscolose che hanno fatto girare la testa a tutte le ragazze che abbia mai incontrato.

«Dobbiamo portarla con noi. Qui non è al sicuro. I nemici la stanno cercando e sono già sulle sue tracce. Se la trovano sappiamo entrambi che fine fa. La copertura è saltata» esclama con voce severa.

Portarmi con loro? Non sono al sicuro? Nemici? Ma di cosa diavolo stanno parlando?

Apre lo sportello della sua macchina e mi adagia sul sedile. Si sporge verso di me e sento il suo profumo invadermi le narici. Mi allaccia saldamente la cintura e poi facendo il giro della macchina si posiziona alla guida.

Mette in moto la macchina e poco dopo sfreccia per le strade di notturne di Boston.

Lo osservo con la coda dell'occhio. I suoi profondi occhi verdi sono fissi sulla strada buia come gli abissi dell'oceano di notte. I capelli scuri gli ricadono disordinati attorno al viso. Lo vedo premere un pulsante sul volante.

«Sono in ascolto» riconosco subito la voce della ragazza al volante della moto.

«Chiama un jet e avvisa il Generale che K077 è con me ed è al sicuro» ordina con il suo solito tono autoritario da capo.

K077? Generale?

Si sente improvvisamente il rumore di due motori.

«Merda! Sono loro» impreca tra i denti.

«Cerca di tenerli impegnati. Non devono avvicinarsi a questa macchina» ordina e poi mette giù la chiamata.

Vengo spinta contro al sedile a causa dell'accelerata improvvisa della macchina.

La vista si fa sempre più appannata.

Cerco di parlare ma le parole escono confuse «Tu. Mentivi. Appuntamenti. Bacio. Finzione?».

Lui mi mette una mano sul ginocchio «Per una volta ho bisogno del tuo silenzio. Avremo tutto il tempo di parlare dopo. Prima devo salvarti il culo, come sempre».

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Ciao a tutti❤️

Questa è la terza storia che scrivo su Wattpad. Per chi già mi conosce perchè ha letto le storie sui Laymon spero che questa storia vi prenda tanto quanto le altre storie. Per i nuovi lettori vi do il benvenuto e spero che questa storia possa piacervi (se avete tempo e voglia passate a leggere i miei altri due libri "Take my Heart with you & Take my Memories Home").

Sarà una storia diversa dalle solite storie di Wattpad o almeno cercherò di farla diversa. Se vi piacciono i colpi di scena siete nel posto giusto. Nulla è come sembra in questa storia. John è Betty vi sbalordiranno lasciandovi senza parole.

❤️

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