Senza fiato

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Apro instagram.
Trovo una foto.
Trovo la foto.
Una foto particolare tra tutte le altre.
Non mi soffermo a guardarla.
E allora chiudo instagram.
E apro Facebook.
E non so come la ritrovo.
E chiudo anche facebook aprendo su twitter.
Ed è ancora peggio.
Però 'sta volta non chiudo.
'Sta volta mi soffermo e la guardo.
Quella foto.
Quella in cui non siete più solo voi due con dei sorrisi.
Quella in cui non ci sei tu a tenerle la mano posata sulla schiena mentre siete seduti su un muretto.
No.
Guardo quella in cui siete in tre.
Tu, lei e una bimba.
La stessa bimba della tua storia che aveva nella sua delicata manina un cuoricino di carta.
Guardo il sorriso di lei.
Tu che baci la testa della bambina.
E in un attimo tutto scompare.
In un attimo sento rompersi anche l'unico pezzo di me che era rimasto intatto.
E poi vi vedo.
Tu e lei. Con un qualcosa di unicamente vostro.
Un qualcosa che io non posso darti e che quella ragazzina può.
E non è colpa tua.
Non è colpa mia.
In tutto questo non è colpa di nessuno se non del tempo.
Lo stesso tempo che permette tutto e, paradossalmente, niente.

E crollo.
Perché sono troppi giorni che non ti vedo.
Perché è troppo dura sapere di non poterti dare qualcosa che vorresti e che potresti avere.
Perché la consapevolezza che questo qualcosa te lo potrebbe dare quella ragazzina, uccide.
Corrode l'anima.
E mi ritrovo a piangere tra queste mura.
Con ogni minimo pezzo di me frantumato per terra.
E il telefono ai miei piedi che tiro sul letto.
Le gambe rannicchiate al petto.
E mai più di ora mi sento rotta.

Lancio i cuscini del letto per terra.
La lampada che cade dal comodino.
E un uomo che viene verso di me stringendomi forte tra le sue braccia.
Un uomo al quale ho smesso di appartenere.
Un uomo che non è più il mio.
Un uomo che non sei tu.
Un uomo che mi mantiene con le sue braccia che non sono le tue.
E mi sorregge benché non debba.
Mi regge mentre quella foto ce l'ho tatuata negli occhi e non scompare.
"Lasciami. Fabrizio, lasciami"
E non mi dà retta
Mi stringe di piú e mi tiene mentre crollo totalmente fino a lasciarmi andare

E tu dove sei?
Dovresti essere qui e non ci sei.
Dove sei?
Perchè non sei qui a tenermi al suo posto?
Perchè non sei qui e basta?
Perché non mi hai detto di quella foto?
Perché non mi hai tenuta ancor prima che crollassi come fai sempre?

E te la mando quella foto.
Quella in cui le tieni la mano sulla schiena.
E tu sei online.
E inizi a scrivere.
Poi ti fermi.
Cancelli.
Poi ricominci.
E inizio pure io.
E non mi fermo.
Ma lo fai tu.
Ti fermi tu.
E aspetti.
Aspetti che io ti trafigga con la stessa lama con cui hai trafitto me.
'Avevi paura che cadesse dal muretto?
Avevi paura che si facesse male?'
Leggi
E non rispondi
Esci dalla chat
Vaffanculo!
Vaffanculo!
'Sei un ra…'
E neanche il tempo di finire di scrivere che mi chiami.

Nessuno dei due parla.
Sento solo i tuoi sospiri.
E stai cercando le parole.
Lo so.
Lo fai sempre.
"Vero"
E non rispondo.
"Vero"
Silenzio
"Rispondimi"
"Sono qui"
La voce trema.
Ed una mia mano è nei capelli.
Parla.
Parla.
Perché questo silenzio mi innervosisce di più.
"Era una semplice posa…
Era una semplice foto, senza significato"
E ti fermi
E sospiri
Ed io non ne posso già più di sentirti parlare
"Senza significato…"
Ripeto
"Si"

"Non ti ho chiesto cosa fosse.
Non ti ho chiesto se avesse significato.
Ti ho chiesto se la tenessi"
Taci
Ed io rido.
Rido divertita dal tuo non aver la risposta pronta.
"La tenevi?"
E te lo richiedo alzando la voce
"No!"
E me lo urli.
Sei esasperato anche tu
E forse non ne puoi più neanche tu.
"E allora perché la tenevi?"
"Era una foto"
"Tieni lei… per una foto.
Ma non sei qui… per tenere me"
E alzo gli occhi al cielo.
Quasi te lo sussurro.
"Cosa vuol dire?"
"Ho visto …un'altra foto"
"Era una foto"
"Certo, anche quella con la bambina"
E rido, di nuovo
E tu non parli
Ma capisci
Capisci perché sono crollata
E mi sento una stupida

"Vero"
E non rispondo
Ma sai che ti sto ascoltando.
Lo sai
"Vero"
E mi richiami perché vuoi sentirmi parlare
Perché è il tuo unico modo per sapere se sto bene
"Mh"
"Per quanto io possa aver simulato di tenerla, per una mano posata sulla sua schiena, l'unica che tengo, qui, sei tu.
Solo tu"
E ti sento.
Non ti ascolto.
Ti sento proprio.
Sento la tua voce nel mio corpo.
Sento addosso la sicurezza con cui pronunci tali parole.
"Giuralo"
"Cosa"
"Quello che hai detto"
"Che sei l'unica che tengo anche quando non crolla?"
"Si"
"Lo giuro"
E torno a respirare.
Non come prima.
Respiro, come se fossi qui.
"Oi"
"Dimmi"
"Appena torno ricongiunto i pezzi
Appena torno ti rialzo"
"Promesso?"
"Promesso"

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