settembre 2017

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Desperado, why don't you come to your senses
You been out ridin' fences for so long now
Oh, you're a hard one
I know that you got your reasons
These things that are pleasin' you
Can hurt you somehow

Settembre 2017

Spegne la sigaretta pestandola con il piede, proseguendo distrattamente per la sua strada. Chandler le sta come sempre al suo fianco, lo sguardo perso, occhi incavati, grandi occhiaie e magrissimo. Passeggiano l'uno a fianco dell'altra, entrambi tremolanti e stanchi.

Passeggiano come fanno sempre, senza alcuna meta, senza alcun motivo, senza alcuna voglia.

Erano due stanchi, o forse meglio affranti, giovani. Affranti non si sa bene da cosa, ma le loro facce sconvolte ti facevano venire i brividi ogni volta che ci incrociavi lo sguardo, ti facevano credere di avere sulle spalle i peggiori pesi del mondo da sopportare.

Insieme erano l'ombra dell'altro; infatti, non si era mai visto solo uno della coppia passeggiare svogliatamente, o bere caffè al loro bar. Si pensava che loro non potessero mai separarsi. E in effetti, era proprio così. Molti li invidiavano per il loro rapporto, non sapendo cosa li legasse così strettamente.


Alla fine, era la droga.

Esatto. La droga era la loro colla, il loro centro di forza. Se uno voleva uscirne, l'altro lo teneva d'occhio per riuscire nel suo intento, se uno voleva ricominciare l'altro li prendeva una dose, perché alla fine, si sa, nessuno dei due voleva smettere per davvero.

Ma forse questa sarebbe stata la volta buona.

-Basta Chandler, sono fuori. Non ne posso più di questa merda- disse Julia, interrompendo il consueto silenzio creatosi al bar "Bryce".

Lui la fissò semplicemente, stanco, non sorpreso, e sbuffò un po' prima di aprire bocca:-Se proprio lo vuoi, accomodati-.

-Sì, me lo sento. È la volta giusta- beve un sorso del suo caffè prima di poggiarlo sul loro tavolino, quarto a sinistra, posizione ottimale per osservare l'esterno e per controllare le persone all'interno, con la finestra che alle due del pomeriggio illumina il tavolino ma senza dare troppo fastidio se si tira la tendina giusto un po' a destra e dopo le nove lascia entrare leggeri sbuffi d'aria che rilassano e tranquilizzano. Erano attenti ai dettagli.

-Vuoi farti un'ultima pera prima di inizare?- la guardò sorseggiando la sua bevanda calda.

-Cazzo sì-.

Per questo si ritrovarono stesi nel salotto della casa che condividevano, completamente inermi. La siringa cadde a terra scivolando tra le loro dita. La cintura rimase attorno al braccio ma la presa si allentò notevolmente, permettendo ad ogni merda di circolare liberamente nel loro corpo. Le loro iridi spenti scomparvero, solo per un secondo, lasciando posto a due occhi bianchi trafitti da lunghe saette rosse.

Mentre erano completamente fatti si toccavano, o si parlavano bofonchiando parole sconnesse. Non c'era niente o nessuno che li abbia mai convinti né tanto meno persuasi nel cominciare o nello smettere. Avevano fatto tutto da soli, senza incitamenti. Alla fine, nemmeno loro sapevano il perché.

Io sì.

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