04. I'LL BE FINE

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L'adattabilità dell'uomo è qualcosa che spesso viene sottovalutata; ci crediamo una razza esigente, fragile, con i nostri bisogni e i nostri ritmi.

La verità è che possiamo abituarci praticamente a tutto e la cosa peggiore è che il processo è talmente lento che a volte non ce ne rendiamo nemmeno conto. È inesorabile, inevitabile come l'evoluzione delle specie animali.

GuanShan non si sarebbe mai aspettato di abituarsi ai continui agguati di He Tian, ogni mattina prima di entrare a scuola. Del suo modo di stringerlo, passandogli un braccio sulle spalle, o della sua voce al telefono, quando preda dell'heat si rinchiudeva in casa e lui si ostinava a "tenergli compagnia".

Dell'odore di fumo che emanava la sua pelle, tanto familiare da essere ormai scomparso.

Del suo particolare modo di muoversi, silenzioso e con un nonché di austero, felpato come seta sulla seta. O di come, prima di iniziare a mangiare, si prendesse sempre un momento per gustare il profumo e la vista del suo pasto.

Era diventato tutto così abituale che GuanShan non seppe mai con esattezza quando smise di protestare alle sue attenzioni, di spingerlo via. Di insultarlo no, di quello non si sarebbe mai dimenticato... o di litigarci; tuttavia anche quest'ultimi con il passare del tempo si tramutarono inesorabilmente in normale amministrazione. In qualche modo He Tian era entrato a forza a far parte della sua quotidianità.

Fu così che iniziarono a passare i giorni, le settimane, i mesi.

Passò l'estate, poi l'autunno e alla fine arrivò l'inverno. Uno particolarmente gelido, di quelli in cui non riesci a uscire dal piacevole tepore delle coperte quando le prime luci del sole illuminano le città obbligando gli abitanti a uscire dai loro letti per dare inizio alle quotidianità abituali; era proprio una di quelle mattine quando la sveglia di GuanShan suonò.

Stiracchiò le gambe, scrocchiandole piacevolmente insieme al collo e alle spalle.

Era da molto che non saltava un giorno di scuola, quasi certamente aveva stabilito un nuovo record personale.

Schiacciò la fronte sul cuscino, sbuffando.

No, non riusciva proprio ad alzarsi; sbirciando tra le pieghe della tenda intravide uno strappo di cielo ed il suo colore plumbeo preannunciava un pessimo tempo.

"Un motivo in più per non alzarsi" pensò, tirando il lenzuolo fin sopra la nuca.

Poi, un pensiero gli pizzicò la mente e chissà come l'idea di saltare la scuola non gli sembrò più tanto allettante: sua madre. Nascondere il suo heat era diventato sempre più difficile col passare dei mesi, fino a che non era stato più possibile. Troppe le assenze da scuola e troppe le scuse campate per aria per giustificarle. Così, un pomeriggio, dopo una buona decina di profondi respiri e di incoraggiamenti, GuanShan aveva preso sua madre da parte e le aveva confessato che l'heat si era, purtroppo, manifestato. La calma e compostezza che sua madre mostrò nell'apprendere la notizia lo sorpresero non poco. Al contrario, gli aveva sorriso dolcemente prendendogli piano una mano.

<< Non sei...arrabbiata? >> gli aveva chiesto GuanShan, non certo che fosse quella la parola giusta. Disgustata, forse? O delusa?

<< Lo sono! >> gli aveva risposto << Ma non per quello che pensi, avrei volentieri speso tutti i soldi per le medicine piuttosto che farti buttare via tutte quelle lezioni! Ma sono tua madre, sapevo che eri un Omega ancora prima che tu nascessi, non me n'è mai importato. La mia unica paura era quanto per te sarebbe stato difficile >>

<< Mamma io- >>

<< Ma tu sei stato forte, molto più di me. Ricorda solo, che io sono qui >>

TEN MINUTES | by MestizoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora