Capitolo 1: Sulľ Espresso di Hogwarts

134 17 7
                                    



Albus chiuse la porta dello scompartimento e si guardò intorno: era solo, seduto su dei vecchi sedili coperti da delle fodere in stoffa beige. Sopra di lui si trovavano degli scaffali in legno, ormai consumato dai tarli. Le stanze erano stracolme delle valigie degli studenti che stavano per raggiungere la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Albus, infatti, non era una ragazzo normale. Albus era un mago. D'altra parte, tutti i componenti della sua famiglia lo erano, cosa c'era da aspettarsi? Che nascesse babbano? No di certo.
Era veramente teso. Aveva sempre avuto il desiderio di andare ad Hogwarts, ma da quando si era svegliato in quella mattina, non riusciva a togliersi quel malefico pensiero che gli assillava la mente: se fosse finito in Serpeverde? Cosa sarebbe successo?

Serpeverde era una casata di Hogwarts, ossia un gruppo di persone che ti faranno da famiglia durante il periodo trascorso alla magica scuola. Si distingueva perché i suoi componenti erano tutti nobili di famiglia e abbastanza scaltri. Ma non era questo il motivo per cui non voleva finire in Serpeverde. Era per la cattiva fama che si portava dietro. Infatti, la maggior parte dei maghi Oscuri, come Lord Voldemort e tanti altri, era di questa casata.

Pensandoci bene, gli sarebbe proprio piaciuto finire in Grifondoro: la casa di suo padre e di sua madre, la casa dei coraggiosi e dei sinceri. Ah, suo padre... il famoso, strabiliante Harry Potter, il Prescelto, colui che era sfuggito a Voldemort all'età di appena un anno, colui che lo annientò, protetto dall'amore di sua madre, che gli fece da scudo facendo rimbalzare la maledizione mortale che il Mago gli aveva lanciato. Quanto gli sarebbe piaciuto essere come il papà.

I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti dallo sbattere della porta dello scompartimento. Sulla soglia c'era suo fratello James, seguito da alcuni suoi compagni Grifondoro, che sghignazzavano come delle Iene.

- Ecco ragazzi: il mio caro, adorato, fratellino Serpeverde! - disse James

- James, lo sai bene - ribattè Albus, con una voce abbastanza tremolante - Che finirò in Grifondoro! -

James e i suoi amici scoppiarono in una fragorosa risata, che mise molto in imbarazzo il fratello.

-Ahahahaha.!!!! Tu? Grifondoro? Ma da quando in qua sei coraggioso? Hai persino paura di una Puffola Pigmea! Finirai senz'altro Serpeverde. Chissà, magari il nostro piccolo Albus farà amicizia con un futuro Mago Oscuro... Ahahahhaha-

James se ne andò, seguito dalla sua banda di bulletti, lasciando Albus ancora più preoccupato e spaventato. Anche se lo scompartimento era chiuso, sentiva ancora le risate che lo avevano ferito. Improvvisamente, dal vagone vicino, si levò un grido.

Fumos! - urlò la voce. La carrozza fu investita da una potente scarica di fumo nero, che oscurò la visuale. Albus cominciò a tossire, coprendosi le vie respiratorie con le mani sudicie di fuliggine. Piano piano il fumo cominciò a scomparire, mostrando di nuovo i lineamenti dello scompartimento in cui era seduto: il finestrino, la porta, i sedili. Ma questa volta non era solo. Davanti a lui erano seduti tre ragazzi dalla chioma rossiccia. Al più grande dei tre usciva ancora un po' di fumo nero dalla punta della bacchetta, che teneva alta sopra la testa, impugnata saldamente.

- Hugo! Rose! Fred! - esclamò Albus.

- Magnifico incantesimo, cugino - disse Fred, il più alto.

- Rosie, tu che incantesimo hai fatto? - chiese Hugo alla sorella.

- Un semplice silenziante... quei poveretti non potranno ridere per un bel po' - rispose Rose soddisfatta.

Intanto Albus vide James e i suoi scagnozzi alzarsi da terra tossendo... o almeno, cercavano di tossire, ma dalla loro bocca non usciva alcun suono! I ragazzi si guardarono atterriti e si misero ad urlare, un urlo muto e straziante, che ad Albus fece molto ridere. James e il suo gruppo di amici corsero via urlando (Sempre per modo di dire) con le mani tra capelli, seguiti dalle risate di tutti i ragazzi che dallo scompartimento vedevano quello spettacolo

- Allora, Albus, com'è andato il viaggio per la stazione? - chiese Rose al cugino.

- Tutto alla perfezione. Mio padre è riuscito a guidare senza nessun problema. E voi? -

- Emmh... - intervenne Hugo - non voglio dire che mio padre guida in modo pessimo... solo che... -

- Ha sicuramente stregato l'esaminatore per passare l'esame - completò sua sorella Rose.

- Non riusciva nemmeno a frenare, credo che non abbia rispettato neanche un segnale. I semafori, gli incroci, curve, precedenze... te lo giuro, non sapeva neanche cosa fossero. Mia madre stava impazzendo... credo di non averla mai vista così arrabbiata. -

- Invece con i miei non c'è stato nessun problema: ci siamo materializzati vicino a Euston Road e poi sono venuto a piedi. Sai, mio padre si vergognava a farsi vedere senza un orecchio -

- Dai Fred - intervenne Albus - zio George non sta poi così male conciato così! A me piace! -

- Grazie per il conforto, Al, ma non preoccuparti-

- Cambiando discorso, come sta Roxsanne? - esclamò Rose

- Ahh, si... giusto, qualche volta esiste anche lei. Dovrebbero averla fatta prefetto. Credo che se lo meriti dopotutto. Spero che quest'anno mi prenda come battitore in squadra, se no la distruggo, stanne certa! - disse Fred

- Era fidanzata con Eugenie Ferrett, giusto?

- Si, si, lo era. Ma poi ha deciso che non era fatto per lei... e l'ha mollato il giorno del suo compleanno! Forte, no? - commentò Fred

- Per me invece sembra orrendo - proseguì Rose - insomma, se mai fossi fidanzata, e qualcuno mi mollasse in quella maniera... Bhe, semplicemente lo disintegrerei, lo ridurrei ad una polpetta molliccia e marcia, e gli farei ingoiare la bacchett,a facendolo esplodere in miliardi di pezzettini viscidi!!! -

Si fermò un attimo per prendere fiato, mentre tutti i ragazzi la guardavano straniti.

All'improvviso la porta dello scompartimento si aprì, e tutti si voltarono di scatto. Sulla soglia c'era una signora anziana, con un ammasso di capelli grigiastri e unti che le ricadevano sull'uniforme rossa. Vicino a lei c'era un enorme carrello, pieno di ogni tipo di dolciume.

- Qualcosa dal carrello? - disse lei.

- Io sono a posto - disse Fred

- Per me un pacchetto di "Tuttigusti +1" grazie! Ah Rosie, vuoi qualcosa? - disse Hugo.

- Due "Cioccorane" e qualche "Calderotto" - rispose la sorella.

- Io "Api frizzole" e tre "Bacchette di Liquirizia" grazie - finì Albus.

La signora fece girare la manovella della cassa e poi disse:

- Fanno tre Galeoni e undici Falci.

Dopo aver preso i soldi, la signora colpì con la bacchetta il carrello, e quanto ordinato dai ragazzi si levò a mezz'aria, volando verso i proprietari. Fatto ciò la signora proseguì lungo il corridoio.

- Allora, vediamo un po'... - disse Rose, scartando la sua cioccorana - spero di non ritrovare Godric Grifondoro ... di lui ne ho almeno otto! -

Aprì la confezione del dolciume e ne uscì un cioccolatino a forma di ranocchia, che iniziò subito a saltellarle sulle gambe. Ma lei non ci fece caso: era troppo occupata a ispezionare il fondo della scatolina, in cui avrebbe trovato la figurina di un mago o una strega famosi.

- Oh, no! - esclamò la ragazza - Ho trovato la mamma! Di nuovo.

In mano brandiva una figurina dorata con una scritta che diceva: "Hermione Granger, strega del XX secolo" ed allegata una foto animata di sua madre, nell'azione di agitare la bacchetta.

Fuori dal finestrino piano piano il paesaggio cambiò, passando dalla campagna inglese ad una foresta con pini maestosi e rocce gigantesche. Solo nel tardo pomeriggio, quando il sole era ormai basso, e il cielo era sempre più buio, il treno uscì dalla pineta, passando sul ponte che oltrepassa il maestoso Lago Nero di Hogwarts. Sopra di loro si ergeva, in cima ad una scogliera frastagliata e aguzza, il castello. I ragazzi si sporsero verso il finestrino per guardare meglio la struttura: le maestose torri di pietra finivano con tetti scuri e aguzzi, e le porte del castello erano spalancate, rivelando infinite rampe di scale, e una stanza enorme piena di candele. Erano arrivati a scuola.

Votate, mi raccomando.
Condividete e seguiteci su instagram, se non lo fate già.
Al prossimo capitolo.
Gli Admin

Lo Specchio Maledetto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora