Capitolo 2: Leone o Serpente

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Le porte del suo scompartimento si spalancarono, e fecero lo stesso anche quelle degli altri vagoni. In ogni porta comparve un prefetto, il quale compito era quello di controllare che tutti gli studenti uscissero senza fare trambusto. Albus avanzò piano, e si unì alla lunga fila di ragazzi che si stavano dirigendo verso Hogwarts. Stava sudando. Il momento era vicino. Quello che aveva temuto per tutta la giornata poteva compiersi di lì a poco. Si sbottonò la giacca, e se la mise sottobraccio. Aveva già la divisa addosso.

- Lasciala su vagone Al - disse Rose - La porteranno di sopra con la magia-

Albus appoggiò la giacca sul sedile e seguì la cugina per il corridoio. Appena sceso, si voltò per riguardare la locomotiva rossa: il fumo del vapore continuava ad uscire dal camino, e sulle fiancate di ogni vagone c'era stampato a caratteri dorati "Hogwarts Express".
Una voce profonda e rauca si mise a strillare: - Quelli del Primo anno con me! Quelli del Primo anno! - Albus si voltò verso l'uomo che urlava... che razza di uomo! Il ragazzo lo riconobbe immediatamente: lui era Hagrid, il custode delle chiavi e dei luoghi di Hogwarts, nonché guardiacaccia e grande amico di suo padre. Sebbene fossero passati ben diciannove anni dalla battaglia che aveva sconvolto il castello, Hagrid non riportava alcun segno di vecchiaia. Nessuno sapeva di preciso quanti anni avesse. Appena l'omone vide Albus lo fissò negli occhi.

- Albus! - disse. Poi gli si avvicinò e lo cinse in profondo abbraccio.

- Albus, caro mio... da quanto tempo! - proseguì felice - vero che me lo saluti papà? E dimmi, come sta mamma? -

Il ragazzo era visibilmente imbarazzato. Insomma, un guardiacaccia strillante e mastodontico non è che passi tanto inosservato. Se poi si mette anche a chiederti gli affari di famiglia, tanto vale che strilli pure il tuo indirizzo e
codice della camera blindata. Albus si rimproverò: non doveva pensare quelle cose. Lui voleva molto bene ad Hagrid.

- Ciao anche a te, Rosie - disse.

- Salve, Rubeus -

- Oh, che signorina incantevole che sei diventata ... non dimenticare il the di venerdì pomeriggio a casa mia. Cerca di trasportare anche tuo cugino, James. Sembra che si vergogni a venire alla capanna, sai. -

- No, Hagrid, non è così. - disse Rose radiosa - Anche lui ti vuole molto bene. È solo che è troppo stupido per accorgersi di quanto tu sia importante.

Dal viso del guardiacaccia scese una lacrimuccia, che si perse nella barba incolta. Si era forse commosso?

- Ora vado ... ci sono alcune amiche che desiderano vedermi - concluse Rose. Poi la ragazza sparì nella folla di studenti, lasciando Albus da solo con i suoi pensieri.

- Preoccupato, Al? - gli sussurrò Hagrid.

- Solo un po'

- Non ti preoccupare - disse - Vedrai, Hogwarts sarà la tua seconda casa-

Il viso dell'uomo si inondò di gioia nel dire quella frase. Scosse la chioma e poi tuonò : - Forza! Quelli del primo anno! tutti alle barche! -

Illuminati dalla luce della lanterna di Hagrid, si avviarono verso un sentiero laterale, e si inoltrarono nella pineta. L'aria era frizzante, una leggera brezza li accompagnava lungo il cammino. Sul viso di ogni ragazzo e ragazza che seguiva il guardiacaccia, si poteva notare un'espressione ammaliata. Arrivati alla fine del sentiero, si ritrovarono in uno stretto porticciolo, fatto prevalentemente di legno. Davanti al ponte si trovavano una centinaia di barchette a remi, con dei lunghi bastoni a prua, su cui erano legate delle torce, ancora spente. Appena arrivato, Hagrid esclamò:

- Bene, allora ... formate dei gruppi e scegliete su quale barca volete viaggiare - Poi estrasse dalla tasca del pastrano nero, un lungo ombrello rosa, che, batté a terra cercando di non farsi notare. Subito le torce si accesero.

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