Il ragazzo si avvicinò al tavolo di legno, posò lentamente il boccale di birra e si sedette.
Guardò in giro per il locale, sembrava distratto. Poi si voltò verso Manuela, la guardò negli occhi e disse: "Lo sai quando è nato il blues?"
Manuela disse "No"
"Bè, nello stesso momento in cui Adamo vide per la prima volta Eva", disse il ragazzo.
In realtà, continuava a non essere per nulla tranquillo.
Questa volta si era proprio cacciato in un bel casino.
Quante e quante volte se l'era sentito dire da Manu che un giorno ci sarebbe cascato se avesse continuato a impicciarsi degli affari non suoi.
Stavolta, suo malgrado, ci era proprio cascato: intrappolato nel bel mezzo di un casino come uno stupido ed insignificante moscerino finisce nella tela del ragno.
Già, ma stavolta il ragno era davvero cattivo. Il ragno era davvero vicino.
"Ah, beh" rispose lei sollevando dolcemente il capo e mostrando un qual certo senso di stupore. Subito dopo riprese: "Ma scusa che diavolo stai dicendo? Che c'entra tutto questo con quanto stavamo dicendo poco fa?" e guardandosi un pò in giro cercò tra la nebbia del fumo del locale se c'era qualcosa di stranamente anomalo che potesse farle capire ciò che stesse succedendo.
Luca aveva appena bevuto un sorso della sua rossa e avvicinò a Manu il suo bicchiere ancora intonso, quasi a convincerla a bere, come per voler cambiare discorso.
"No, niente" le rispose mentre con la coda dell'occhio guardava verso la porta di ingresso cercando di non farsi notare da lei. Ma lei non poté che dirgli: "No niente cosa!?" e dopo una breve pausa ancora: "Ehi, hallo, c'è nessuno? Mi dici che diavolo sta succedendo!"
"Sì beh, cioè ... no ora non posso. Volevo solo dirti che forse è meglio se non ci vediamo per un pò ed anzi forse è meglio che io me ne vada subito. Devo organizzare una cosa importante" e con uno scatto quasi selvaggio spostò in dietro la seggiola Thonet e quasi la ribaltò.
Il tavolo di legno, per fortuna era massiccio e ben piantato a terra tanto che, nonostante il peso di Luca appoggiato sui bordi con entrambe le mani, non si mosse neppure di un millimetro e le birre rimasero poggiate perfettamente sui loro sottobicchieri.
Si allungò teneramente verso le labbra di Manuela per darle l'ultimo bacio della serata e mentre pensava e sperava con tutto il cuore che esso non fosse l'ultimo, proprio l'ultimo per sempre, lei gli bloccò i polsi sul tavolo e si ritrasse quel tanto da non concedergli il dolce contatto.
"Ehi, che c'è? Che cavolo hai combinato stavolta?".
"Non posso star qui a dirtelo ora e, ti scongiuro, come io ho piena fiducia in te, tu abbine in me ed ora lasciami andare, ti prego: è meglio per tutti e due!".
Mentre la guardava profondamente negli occhi, aggiunse: "Dimmi solo ancora una cosa: saresti disposta a fuggire lontano con me. Lontano e per sempre?".
Mentre Manu, incredula e pensierosa, lo osservava teneramente, lui le strappò quel bacio e si ritrasse.
"Ti prego, non mi cercare per un pò, ti cercherò io da un numero sicuro e ti supplico: non dire a nessuno che mi hai visto stasera, ok? A nessuno, neppure ai tuoi!".
Le premesse non erano certo tali da far andare a casa tranquilla Manuela ma in fondo al cuore, una vocina le sussurrava che effettivamente in tutti quegli anni in cui era stata con lui, sì, si era fatto tante cretinate ma tutte a fin di bene e da tutte ne era uscito a testa alta. Lei, in fondo aveva fiducia in lui.
STAI LEGGENDO
Santo Domingo
Mystery / ThrillerScopri, soffri e scappa per ritrovare una nuova vita...