Capitolo 3_ I nuovi vicini

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DANIELLE

Alla fine della giornata, tutto è al proprio posto, ora che abbiamo le nostre camere, la fame si fa sentire anche per me e siccome nella dispensa ci sono solo latte e cereali che servono per colazione, optiamo per la pizza.

Anche se molto spesso lo facciamo, intendo dire che mangiamo i cereali a cena.

"Pizaaa!!!" urla Jay come se avesse vinto chi sa che, ma lui è così, si entusiasma per poco.

Ordina le due maxi pizze farcite all'inverosimile e riesce anche a flirtare con la ragazza al telefono

"Cinque minuti? Oh, sei un tesoro. Passerò a trovarvi. Magari andiamo a berci qualcosa." Ghigna e ammicca.

Con tranquillità si piazza sul divano trascinando anche me. Oh, quanto amo questi momenti. Tutti insieme come una vera famiglia.

Il braccio di Jay mi stringe a sé in un abbraccio infinito. "Sì tesoro. Ci vediamo. Grazie per la tua gentilezza" e riattacca.

Lo guardo ammirata. Come diavolo fa a farsi scivolare tutto addosso senza problemi? Come fa a sopportare tutto? Come fa a sopportare me?

"Mangerai la pizza, vero?" sussurra unendo la sua fronte contro la mia tempia.

"Ti servirebbe una bella doccia calda" dico.

Sono le mie prime parole da mesi ma sono spese bene. Lui mette il broncio e con uno scatto prende il cuscino colpendomi.

"Piccola insolente. Vedi invece di ricordarti dei corsi estivi a scuola. Ti troverai avvantaggiata visto il cambio e l'assenza. Ora che stai meglio, vedrò di cercare qualche lavoretto qui vicino. Magari farò una capatina al pub che frequentavamo" replica.

Come se servissero a colmare il vuoto di tutto ciò che c'era prima.

"Ti voglio bene, Jay" gli dico accoccolandomi tra le sue braccia.

Lo sento ridacchiare, sento che è felice per il mio cambiamento. Da adesso voglio che la mia vita sia in discesa.

"Stai bene?" sussurra tra i miei capelli.

Mi limito ad annuire. Più che bene, sto ok.

"Fatemi posto, voi due. Il divano non è solo vostro" s'intromette Mark. "Per fortuna il college è chiuso per l'estate. Non ne potevo più di esami" mormora a bassa voce rivolto verso di me. Dirigo il volto verso di lui e lo sorprendo a sbadigliare, subito dopo, mi fa l'occhiolino e si allunga per prendere il telecomando e accendere la tv.

Il campanello suona e interrompe la nostra falsa armonia.

"La pizza è già qui? Cavolo, altro che 'Pizza Express'" bofonchia stupito Jackson.

È affamato, la sua pancia borbottante lo conferma e non vede l'ora di mettere qualcosa sotto i denti. Si alza, va ad aprire la porta e rimane spiazzato quando, al posto del fattorino, gli si presentano davanti tre persone. Si volta verso di noi accigliato, giusto per qualche istante. Punta i suoi occhi in quelli di Mark e scuote lievemente la testa prima di volgere l'attenzione verso di me. Il suo respiro è accelerato. Anche quello di Mark lo è.

Non sostiene il mio sguardo e si gira verso le persone che hanno suonato alla porta. Perché hanno avuto questa reazione?

Mark si alza e si dirige verso la libreria, afferrando il libro che aveva riposto quando siamo arrivati.

Colgo l'occasione per affacciarmi. Riesco a vedere un uomo di mezza età, bello, distinto e ben curato in giacca e cravatta, con la carnagione ambrata, affascinanti occhi marroni e capelli corvini ma leggermente brizzolati. Di sicuro non è inglese, ma di qualche regione del Mediterraneo o giù di lì. Al suo fianco c'è una donna bionda, capelli a caschetto e ben pettinati, occhi di un brillante azzurro cielo, vestita con una tuta da jogging color blue marino ma comunque elegante. La sua carnagione invece è rosacea, sul pallido. Tipicamente inglese, potrei dire. Poi c'è una ragazzina che è la fotocopia del padre. Stessi occhi stessi capelli corvini e stessa pelle. Indossa con eleganza un vestitino a righe bianche e blue, stile marinara.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 03, 2020 ⏰

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